Non solo gioco ma anche intensità, il Bari saluta la coppa Italia da squadra
La partita persa ai rigori contro la Spal consegna a mister Auteri un gruppo capace di tenere testa a un avversario più quotato
giovedì 1 ottobre 2020
1.00
Finisce con una nota di amaro in bocca l'avventura del Bari nella coppa Italia edizione '20/'21. I biancorossi salutano la seconda competizione nazionale con una sconfitta ai rigori contro la Spal, dopo una sfida equilibrata, finita 0-0 al 120' in casa di un'avversaria che figura fra le favorite nel campionato di serie B. Decisivi gli errori di Minelli e Candellone dagli undici metri (bravissimo Thiam, portiere/armadio della Spal), fra i pochissimi rimpianti di una gara con molte più luci che ombre.
La coppa Italia non era un obiettivo del Bari, che da un certo punto di vista può anche guardare il lato positivo, ovvero l'aver espunto dal proprio calendario (già fittissimo) un altro impegno logorante. Dal 4-2 sancito dopo i tiri dal dischetto provengono comunque segnali ultra positivi per Auteri, che potrà farne buon uso per il campionato, quello sì "goal" da segnare a tutti i costi. Il mister biancorosso ha visto all'opera molte "seconde linee", che hanno dimostrato di saper cogliere al volo l'occasione.
Dal Paolo Mazza di Ferrara il Bari esce evidentemente più forte, più squadra; il test emiliano lascia sul taccuino del tecnico buone indicazioni in un contesto (quello dei biancorossi sfavoriti nel pronostico) che in campionato verosimilmente si replicherà pochissime volte (o forse mai). Primo tempo equilibratissimo, con due o tre occasioni per parte; ripresa in cui la Spal ha provato a far valere la categoria di differenza, scontrandosi però contro un solido muro di maglie biancorosse.
Si può dire, con un ragionevole grado di certezza, che questo Bari non sia solo il gioco veloce, diretto e martellante visto nella prima mezz'ora contro la Virtus Francavilla, ma anche una squadra che sa mettere intensità in campo per controbattere colpo su colpo a un avversario decisamente più quotato e qualitativo.
Tutti promossi fra i galletti, a cominciare da Marfella, portiere giovane ma già sicurezza di rendimento; se Frattali volesse prendersi un po' di riposo, alle sue spalle c'è chi può non farlo rimpiangere. Prestazione molto positiva, in generale, di tutta la difesa. Celiento è ormai un pilastro della squadra, sia da terzo a destra sia da laterale a tutta fascia (in pagella mezzo voto in meno per l'occasione clamorosa sprecata nei pressi del 90', ma l'arte del goal non è esattamente la sua specialità); bene anche l'esordiente Minelli, guida attenta della retroguardia nella zona centrale, bravo a contrastare attaccanti di rango come Paloschi, Floccari e Seba Esposito. Perrotta, con i gradi di capitano al braccio, si conferma difensore poco appariscente, ma affidabile negli anticipi e nelle chiusure.
A centrocampo la prestazione della coppia Maita-De Risio è super: i due si conoscono dai tempi di Catanzaro, e il loro affiatamento collaudato si traduce nell'abilità della linea mediana di distruggere il gioco avversario e far ripartire l'azione con passaggi semplici ma precisi. Giudizio sospeso per Semenzato (arrivato da meno di 24 ore al momento dell'annuncio delle formazioni ufficiali) e Andreoni, ancora alla caccia della forma ottimane in una posizione, quella di esterno a tutta fascia, che richiede tanto fiato.
In attacco D'Ursi si conferma calciatore-chiave per il gioco di Auteri, che si nutre di brevilinei bravi ad accentrarsi e a non dare riferimenti. Tutto sommato non sfigura anche Corsinelli, spostato trenta metri più avanti rispetto alla sua zona d'azione; non sarebbe una bestemmia calcistica rivederlo lì in futuro. Un 6 lo porta a casa anche Candellone, chiamato al durissimo compito di sostituire Antenucci; l'ex Pordenone si sacrifica con generosità, fa a sportellate con gli avversari ma paga molto in termini di lucidità. Ne è la prova il rigore calciato così così nella serie decisiva.
Insomma, materiale su cui lavorare ce n'è in quantità, per una squadra che già alle prime battute della stagione dimostra di avere idee chiare e compiti precisi, nonostante i tanti cambi e l'allenatore nuovo. Ora, però, è già tempo di rimettersi all'opera: domenica arriva al San Nicola il Teramo per la seconda di campionato, il vero obiettivo da non fallire per questo ambizioso Bari.
La coppa Italia non era un obiettivo del Bari, che da un certo punto di vista può anche guardare il lato positivo, ovvero l'aver espunto dal proprio calendario (già fittissimo) un altro impegno logorante. Dal 4-2 sancito dopo i tiri dal dischetto provengono comunque segnali ultra positivi per Auteri, che potrà farne buon uso per il campionato, quello sì "goal" da segnare a tutti i costi. Il mister biancorosso ha visto all'opera molte "seconde linee", che hanno dimostrato di saper cogliere al volo l'occasione.
Dal Paolo Mazza di Ferrara il Bari esce evidentemente più forte, più squadra; il test emiliano lascia sul taccuino del tecnico buone indicazioni in un contesto (quello dei biancorossi sfavoriti nel pronostico) che in campionato verosimilmente si replicherà pochissime volte (o forse mai). Primo tempo equilibratissimo, con due o tre occasioni per parte; ripresa in cui la Spal ha provato a far valere la categoria di differenza, scontrandosi però contro un solido muro di maglie biancorosse.
Si può dire, con un ragionevole grado di certezza, che questo Bari non sia solo il gioco veloce, diretto e martellante visto nella prima mezz'ora contro la Virtus Francavilla, ma anche una squadra che sa mettere intensità in campo per controbattere colpo su colpo a un avversario decisamente più quotato e qualitativo.
Tutti promossi fra i galletti, a cominciare da Marfella, portiere giovane ma già sicurezza di rendimento; se Frattali volesse prendersi un po' di riposo, alle sue spalle c'è chi può non farlo rimpiangere. Prestazione molto positiva, in generale, di tutta la difesa. Celiento è ormai un pilastro della squadra, sia da terzo a destra sia da laterale a tutta fascia (in pagella mezzo voto in meno per l'occasione clamorosa sprecata nei pressi del 90', ma l'arte del goal non è esattamente la sua specialità); bene anche l'esordiente Minelli, guida attenta della retroguardia nella zona centrale, bravo a contrastare attaccanti di rango come Paloschi, Floccari e Seba Esposito. Perrotta, con i gradi di capitano al braccio, si conferma difensore poco appariscente, ma affidabile negli anticipi e nelle chiusure.
A centrocampo la prestazione della coppia Maita-De Risio è super: i due si conoscono dai tempi di Catanzaro, e il loro affiatamento collaudato si traduce nell'abilità della linea mediana di distruggere il gioco avversario e far ripartire l'azione con passaggi semplici ma precisi. Giudizio sospeso per Semenzato (arrivato da meno di 24 ore al momento dell'annuncio delle formazioni ufficiali) e Andreoni, ancora alla caccia della forma ottimane in una posizione, quella di esterno a tutta fascia, che richiede tanto fiato.
In attacco D'Ursi si conferma calciatore-chiave per il gioco di Auteri, che si nutre di brevilinei bravi ad accentrarsi e a non dare riferimenti. Tutto sommato non sfigura anche Corsinelli, spostato trenta metri più avanti rispetto alla sua zona d'azione; non sarebbe una bestemmia calcistica rivederlo lì in futuro. Un 6 lo porta a casa anche Candellone, chiamato al durissimo compito di sostituire Antenucci; l'ex Pordenone si sacrifica con generosità, fa a sportellate con gli avversari ma paga molto in termini di lucidità. Ne è la prova il rigore calciato così così nella serie decisiva.
Insomma, materiale su cui lavorare ce n'è in quantità, per una squadra che già alle prime battute della stagione dimostra di avere idee chiare e compiti precisi, nonostante i tanti cambi e l'allenatore nuovo. Ora, però, è già tempo di rimettersi all'opera: domenica arriva al San Nicola il Teramo per la seconda di campionato, il vero obiettivo da non fallire per questo ambizioso Bari.