Nuove soluzioni e vecchi problemi. Bari, un'altra occasione persa

I biancorossi si fanno raggiungere due volte dal Brescia, e il campionato non decolla

domenica 19 gennaio 2025 2.58
A cura di Riccardo Resta
Anno nuovo, storia vecchia. Per quanto, stavolta, lo sviluppo sia assai differente, il risultato finale non cambia. Il Bari raccoglie l'ennesimo pareggio di un campionato fermo sulla pista di decollo, a metà strada tra il sogno impossibile e la mediocrità.
A questo giro, a rovinare i piani di Longo e compagnia è il Brescia di mister Bisoli, sotto il diluvio del San Nicola. Una partita, quella contro le rondinelle, marchiata fin dall'inizio dalla totale emergenza di entrambe le squadre in fase offensiva, con la assenza di tutti gli attaccanti delle rispettive rose. E dire, però, che con le spalle al muro il Bari si rende artefice non solo di una prova di grande carattere e agonismo, ma anche di soluzioni insperate al problema del goal, a partire da un attacco leggero sì, ma sorprendentemente efficace.
I primi 30" sono già sufficienti per trovare la rete, con l'apertura del geometra Falletti per la corsa dello stantuffo Oliveri, che da destra fa partire il cross per la testa dell'accorrente Lella, perfetto per tempismo nell'insegnamento. Sembra tutto facile, perché trovato il vantaggio la squadra biancorossa tira fuori una delle prestazioni più convincenti del campionato.
Il Bari si adatta meglio del Brescia al campo pesante e fangoso, interpretando la contesa con l'intensita agonistica di Maita e Benali a centrocampo e con le giocate nello stretto di Dorval e Falletti, bravi a sfruttare il buon lavoro spalle alla porta di Bellomo, convincente nella posizione di falso centravanti.
Peccato, davvero peccato per l'ingenuità di Radunovic, che regala il pareggio a Bianchi con un rinvio rasoterra che finisce per impantanarsi in una delle tante pozzanghere della metà campo più vicina alla curva sud. Eppure il Bari non si scoraggia e non cambia il suo atteggiamento, aggressivo e compatto, al cospetto di un Brescia poco lucido e in difficoltà.
I biancorossi creano, sprecano (che occasione per Lella) ma alla fine concretizzano, sfruttando il piede caldo di Pucino nel cross, l'incertezza del portiere Lezzerini e la voglia di riscatto di Bellomo, che con scelta di tempo egregia mette in rete il colpo di testa del raddoppio.
Certo, alla lunga il Bari crolla fisicamente, dopo aver vinto praticamente ogni corpo-a-corpo, e con un altro paio di occasioni sprecate si trova a pagare il conto salato. La generale dormita di tutta la fase difensiva permette a Galazzi di sfondare a destra e mettere in mezzo per l'accorrente Bisoli, che beffa i biancorossi e permette ai lombardi di portare a casa un punto invece di zero.
Amnesie a parte, però, nella determinazione dell'ennesima occasione persa dal Bari ci sono sempre i vecchi problemi, a cominciare dalla panchina sempre più corta e sempre più decisiva quando si tratta di portare a termine una vittoria che sarebbe stata più che meritata. Gli infortuni lunghi di Lasagna e Novakovich costringono Longo a rischiare Favilli nel finale di gara; l'ex Ternana ci prova, ma la condizione fisica non è esattamente dalla sua parte. Il contrattempo influenzale di Maiello, poi, priva il Bari di credibili alternative anche a centrocampo, dove Lella finisce con la lingua da fuori e in debito di ossigeno.
Gli ingressi di Sibilli e Manzari, poi, continuano a non garantire l'apporto minimo di qualità richiesto per dare il cambio a Falletti e Bellomo, anche loro calati alla distanza.
È, quindi, sempre lo stesso problema a ripresentarsi, seppur sempre sotto mentite spoglie. Lode e complimenti a Longo, allo staff e ai suoi calciatori per l'impresa di andare oltre i propri limiti, con alternative esigue e forze sempre contate. Ma, per guardare in alto e uscire dal limbo della mediocrità, ci vuole qualcosa in più. Un booster che solo il mercato invernale può garantire, e per il quale è necessario che la coppia Magalini-Di Cesare dia una sterzata netta, a patto che la società, finalmente, supporti anche dal punto di vista finanziario le ambizioni di una tifoseria ormai sempre più disaffezionata alla proprietà De Laurentiis.