Primi segnali di vita dal Bari di Vivarini. Una vittoria che dà coraggio
Contro il Picerno un primo tempo che ha lasciato buone indicazioni al tecnico in vista dei prossimi impegni
domenica 29 settembre 2019
1.17
Non la vittoria più convincente di sempre, ma comunque una vittoria. Il Bari del nuovo corso centra la prima vittoria dell'era Vivarini strappando un successo stiracchiato per 0-1 in casa del Picerno. Terza gioia esterna della stagione per i biancorossi; stavolta basta una capocciata di Simeri in chiusura di primo tempo per avere ragione di un avversario coriaceo ma tutt'altro che irresistibile.
Un risultato che va preso con tutto il beneficio di inventario del caso; troppi i fattori contingenti per attribuire alla vittoria di Potenza un valore superiore a quello di tre punti che sanno di pura boccata d'ossigeno.
Eppur si muove... Fa il 15' e il 45' qualche sprazzo di un Bari migliore rispetto a quello visto al tramonto della precedente gestione c'è stato. Primo dato: dopo un inizio in cui i lucani hanno creato qualche occasione interessante, il Bari ha preso in mano le redini del gioco, sfiorando picchi del 70 percento di possesso palla. Una gestione delle operazioni che ha portato Antenucci prima a colpire una clamorosa traversa, poi a farsi respingere dalla difesa una conclusione a botta sicura. La scelta di rivitalizzare Simeri schierandolo dal 1' ha pagato: la presenza in campo di un centravanti apriscatole, di un elemento capace di far abbassare il baricentro avversario attaccando la profondità lascia più spazio al fuoriclasse biancorosso per essere maggiormente protagonista dell'azione.
Altro motivo per sorridere: la difesa non prende goal. Non accadeva dalla prima giornata, quando Frattali salvò di tutto in casa della Sicula Leonzio. Vero, il Picerno davanti non è sembrato inarrestabile, ma d'altra parte non lo erano neanche Rieti, Viterbese e Virtus Francavilla, tutte compagini che lì dietro avevano fatto ballare una retroguardia finora non irreprensibile. La linea a tre Sabbione-Di Cesare-Perrotta ha retto, facendo a sportellate, coadiuvata da un centrocampo in cui Hamlili e Bianco sono campioni di generosità. Nota di merito anche per gli esterni Kupisz e soprattutto Costa, un altro giocatore rispetto al pallore delle prime uscite.
La ripresa resta un grande punto interrogativo. Di buono c'è solo la capacità di resistere che la squadra ha dimostrato. Di più a un tecnico che ha diretto tre allenamenti scarsi non era possibile chiedere.
Insomma, di strada da fare per il Bari di Vivarini ce n'è, soprattutto in vista del cambio di assetto tattico promesso dall'allenatore per sfruttare Floriano, Terrani, D'Ursi e l'ampia batteria di esterni offensivi che finora il Bari non ha saputo valorizzare. Però questa vittoria dà tempo e soprattutto coraggio al tecnico per intraprendere un lavoro che, appena una settimana fa, sembrava titanico. Domenica contro la Cavese al San Nicola un altro test importante per un Bari che sembra aver intrapreso la via giusta.
Un risultato che va preso con tutto il beneficio di inventario del caso; troppi i fattori contingenti per attribuire alla vittoria di Potenza un valore superiore a quello di tre punti che sanno di pura boccata d'ossigeno.
Eppur si muove... Fa il 15' e il 45' qualche sprazzo di un Bari migliore rispetto a quello visto al tramonto della precedente gestione c'è stato. Primo dato: dopo un inizio in cui i lucani hanno creato qualche occasione interessante, il Bari ha preso in mano le redini del gioco, sfiorando picchi del 70 percento di possesso palla. Una gestione delle operazioni che ha portato Antenucci prima a colpire una clamorosa traversa, poi a farsi respingere dalla difesa una conclusione a botta sicura. La scelta di rivitalizzare Simeri schierandolo dal 1' ha pagato: la presenza in campo di un centravanti apriscatole, di un elemento capace di far abbassare il baricentro avversario attaccando la profondità lascia più spazio al fuoriclasse biancorosso per essere maggiormente protagonista dell'azione.
Altro motivo per sorridere: la difesa non prende goal. Non accadeva dalla prima giornata, quando Frattali salvò di tutto in casa della Sicula Leonzio. Vero, il Picerno davanti non è sembrato inarrestabile, ma d'altra parte non lo erano neanche Rieti, Viterbese e Virtus Francavilla, tutte compagini che lì dietro avevano fatto ballare una retroguardia finora non irreprensibile. La linea a tre Sabbione-Di Cesare-Perrotta ha retto, facendo a sportellate, coadiuvata da un centrocampo in cui Hamlili e Bianco sono campioni di generosità. Nota di merito anche per gli esterni Kupisz e soprattutto Costa, un altro giocatore rispetto al pallore delle prime uscite.
La ripresa resta un grande punto interrogativo. Di buono c'è solo la capacità di resistere che la squadra ha dimostrato. Di più a un tecnico che ha diretto tre allenamenti scarsi non era possibile chiedere.
Insomma, di strada da fare per il Bari di Vivarini ce n'è, soprattutto in vista del cambio di assetto tattico promesso dall'allenatore per sfruttare Floriano, Terrani, D'Ursi e l'ampia batteria di esterni offensivi che finora il Bari non ha saputo valorizzare. Però questa vittoria dà tempo e soprattutto coraggio al tecnico per intraprendere un lavoro che, appena una settimana fa, sembrava titanico. Domenica contro la Cavese al San Nicola un altro test importante per un Bari che sembra aver intrapreso la via giusta.