Puscas: «Scelto Bari non a caso. Voglio arrivare in A»

Prima conferenza stampa per il nuovo attaccante biancorosso

martedì 23 gennaio 2024 13.27
A cura di Gianluca Battista
Prima conferenza stampa dopo il ritorno in biancorosso per George Puscas, l'attaccante 27enne appena arrivato in prestito dal Genoa. Uno scampolo di partita ad Ascoli con più di qualche rammarico e poi il ritorno agli allenamenti nei luoghi che lo hanno visto 20enne iniziare la sua carriera da professionista in piazza che contano.
Di questo e di molto altro ha parlato il rumeno davanti ai giornalisti baresi. Di seguito il sunto delle sue dichiarazioni.

SOGNI ED OBIETTIVI
«Sono arrivato in una squadra che ha potenziale e grandi traguardi da raggiungere. È un grande mio ritorno, essendo legato sin da giovane, quando sono arrivato dopo l'Inter. Torno con grandi aspettative e grandi emozioni. Il sogno in una squadra così è arrivare lassù. Dobbiamo lavorare tanto ed essere più squadra per provare ad arrivare in A. La nazionale? Certo è un traguardo importante, mi farò trovare pronto».

LA TRATTATIVA
«Io ho dato il mio ok, poi le società si parlavano. Non so bene cosa sia successo. I due club sapevano la mia volontà. Che sia prestito secco o con obbligo, sono cose tra le società. La formula non mi interessa, se sono in un grande club come questo l'importante per me è dare il 100%. Se si fa bene, se i traguardi del club vengono raggiunti, trattative arrivano sempre».

DOPPIA CIFRA NON È UN'OSSESSIONE
«Secondo me ogni giocatore ha il suo percorso, deve essere gestito bene e trovarsi bene dove gioca. La doppia cifra da raggiungere non è prioritaria, bisogna vedere cosa accade in una stagione. Mi piacerebbe fare anche dieci assist, per esempio. In ogni club in cui sono stato ho sempre aiutato a puntare in alto. I gol sono arrivati, anche se non è stata doppia cifra».

DA BARI PRESSING COSTANTE
«Polito mi ha cercato anche in estate. Volevo giocarmi le mie carte al Genoa, dove c'era un progetto dopo la promozione in A. Non avendo tanto spazio da loro, Bari era la prima opzione. Il direttore mi ha sempre scritto e mi ha fatto capire che mi voleva tanto e che se fossi arrivato qua avrei potuto giocare di più. Anche Di Cesare mi ha scritto sempre, ha fatto "pressing" ma non avevo bisogno di questo. Mi impressione vedere il capitano avere questa voglia di portare la squadra lassù in ogni modo».

IL RICORDO AMARO DEI PLAYOFF PERSI
«Non sono tornato a caso. Se sono tornato è perché ho quasi un conto aperto, sono tornato a provare a salire. Voglio bene ai tifosi, mi ricordo la partita persa col Novara, in cui Galabinov ci ha fatto gol al 117'».

MATURAZIONE
«Sicuramente dobbiamo migliorare nel chiudere la partita. Se sei sul 2-0 devi chiuderla senza prendere gol, magari attaccando ancora e non chiudendosi. Ascoli era una gara difficile in uno stadio difficile, pazienza. Dobbiamo prendere quel punto ed essere incazzati per la prossima. Noi siamo il Bari e dobbiamo giocare sempre per i tre punti».

PRESTO IL MIGLIOR PUSCAS
«Lego con tutti gli allenatori con cui sono stato, spesso ex giocatori ed attaccanti che ti davano un consiglio in più. Prendo dettagli da ciascuno di loro. Giocando di più, con maggior minutaggio si arriva presto il miglior Puscas, bisogna giocare e sentire il campo».

LA MANCATA ESULTANZA AL GOL COL GENOA
«Non ho esultato contro il Bari col Genoa, perché il Bari ce l'ho ancora dentro. Il destino mi ha infatti riportato qua, non si sa mai cosa succede nella vita, per questo penso che bisogna avere rispetto per i tifosi delle squadre con cui hai giocato».

BARI GRANDE POTENZIALE
«Mi sto ambientando, devo ancora capire bene come mettermi a disposizione e giocare al meglio. Il Bari vale tanto in avanti, come potenzialità possiamo veramente fare tanto in ogni reparto, con i nomi che abbiamo. Menez grande calciatore, con Sibilli ci ho giocato pure, è questione di sincronismo e di trovarci bene insieme. Siamo forti ma bisogna legare bene le relazioni in campo, più amici, più compatti, in armonia tra di noi e diventeremo veramente forti».

IL RAMMARICO E LA RABBIA
«Quando vinci 2-0 e poi non vinci lo spogliatoio non si sente bene. In B soprattutto devi chiuderla e c'è rammarico. Siamo tornati a Bari e sappiamo cosa abbiamo davanti nelle prossime partite, ora è passata e dobbiamo solo pensare alla prossima».