Salernitana-Bari, azione e reazione nella stessa partita

All'Arechi il meglio e il peggio del Bari di Grosso. Ma il punto è giusto

domenica 5 novembre 2017 10.32
A cura di Riccardo Resta
Doveva essere l'occasione giusta per centrare la prima vittoria esterna della stagione. I tre punti non sono arrivati, ma dall'Arechi di Salerno il Bari esce con un pareggio che fa certamente morale e mantiene i biancorossi nei quartieri nobilissimi della classifica, a quota 20 e a -3 dal Frosinone capolista.

Ma all'interno del 2-2 tra Salernitana e Bari si nascondono tanto aspetti positivi quanto note stonate, che però raccontano tutte le tante verità sul policromo Bari di Grosso, che pur giocando un calcio bello, frizzante e organizzato spesso soffre di crisi d'identità che inducono i biancorossi a fare dei passi indietro rispetto alla qualità che tutti conosciamo.

Grosso alla vigilia, partendo dal presupposto che il suo Bari è maestro di rimonte, squadra capace di restituire a doppio gli schiaffi che prima deve incassare, chiedeva un Bari attivo, che entrasse in partita fin da subito con la giusta concentrazione. E così, davanti ai 16.000 accorsi all'Arechi a festeggiare uno dei gemellaggi più longevi e spettacolari d'Italia, il Bari si è presentato fin dal 1' con la voglia di agire, sfruttando al meglio le sue qualità di squadra veloce con la palla al piede nei ribaltamenti di fronte. Passano 5' e subito Cissé sbaraglia la difesa in piena emergenza predisposta da Bollini e serve Galano per un insperato 0-1 iniziale.

Ecco, però, che i vecchi fantasmi riaffiorano: segnato il goal del vantaggio il Bari prosegue nella suo assedio alla porta della Salernitana per altri 5', prima di sparire dal campo. Decisiva l'uscita di Marrone dopo 11' di gioco, che lascia i biancorossi senza la principale fonte di gioco ad accartocciarsi su se stessi. Petriccione e Capradossi ci provano con gran buona volontà a dettare i tempi, ma le loro qualità sono altre, e con l'ingresso di Tonucci la difesa si fa più muscolare che dedita alle geometrie. Ci prova Gyomber (e anche con discreto successo) a uscire palla al piede dall'impasse, ma è troppo poco: senza nemmeno il tempo di accorgersene il giovane ex primavera della Lazio Rossi ha già fatto due goal ribaltando il risultato sul 2-1.

E, per quanto Grosso vada predicando spirito d'iniziativa e la tanto agognata continuità di gioco che la sua squadra non ha, il Bari fa una fatica atroce e innaturale a restare mentalmente nella partita per 90' minuti. La perdita di uno sfortunatissimo Marrone (uscito già poco dopo esser rientrato) spiega il problema dal punto di vista tecnico, ma dopo il palo colpito da Capradossi sul cross di un sorprendentemente positivo Anderson - all'esordio da titolare in maglia biancorossa - quando ancora si era sull'1-1, i biancorossi spariscono dal campo lasciando l'iniziativa alla Salernitana che, ovviamente, non se lo fa ripetere.

A inizio ripresa, quindi, ci sono tutte le condizioni ottimali per vedere il Bari nella sua versione più brillante: un risultato da recuperare e un avversario in difficoltà difensiva da cingere d'assedio. L'esito, manco a dirlo, è tutto sommato positivo: Galano segna il suo nono goal in otto partite, fa 2-2 e sigilla un risultato che ai punti magari al Bari sta anche strettino, ma che alla fine può essere giusto visti gli sforzi della Salernitana di Bollini per portare a casa un punticino nonostante la difesa in totale emergenza e un attacco privo dei suoi interpreti titolari.

Cosa resta, dunque, dalla trasferta di Salerno? Innanzitutto un Bari capace di entrare in partita fin da subito cattivo, determinato e voglioso di fare il suo gioco. In seconda battuta, un Bari che, come al solito, dà il suo meglio quando deve rincorrere. Nel mezzo? Il vuoto più totale. Va bene l'orticaria per il ruolo della lepre, ma a Salerno si poteva anche fare di più, se solo il Bari non avesse mollato gli ormeggi dopo appena un quarto d'ora, per recuperarli solo a secondo tempo già iniziato.

Grosso, nonostante le dichiarazioni post gara, sicuramente non può essere soddisfatto della prestazione del suo Bari nella seconda parte del primo tempo; resta un risultato tutto sommato buono e giusto, e una prestazione nel secondo tempo da cui ripartire per cercare di sfatare questa chimera della vittoria in trasferta. Il Bari del secondo tempo e di inizio partita, certamente può.