Scarsa condizione e rosa incompleta, ma il Bari se la cava all’esordio. Ora “all-in” sul mercato
I biancorossi di Mignani pareggiano a Potenza e iniziano a muovere la classifica. Adesso palla a Polito per sistemare la squadra
martedì 31 agosto 2021
11.12
Feriti, azzoppati, ma tutto sommato sani e salvi dopo un esordio in campionato che si prospettava non dei più semplici. Il Bari debutta nella nuova serie C con un pareggio 1-1 sul difficile campo del Potenza, e può tirare un mezzo sospiro di sollievo. Se proprio non si può vincere, allora tanto meglio non perdere e iniziare a muovere la classifica.
Eh sì, perché Mignani quando ha detto che il Potenza sarebbe stato più avanti del Bari sapeva che di fronte avrebbe trovato un avversario più pericoloso di quel che potesse sembrare. Soprattutto alla luce di un Bari tutto incerottato, pieno di punti interrogativi e con pochissime certezze.
Il ritardo di condizione nella gara del Viviani si è visto tutto, fin dall'inizio. E, d'altra parte, era difficile immaginarsela diversamente: il Bari arrivava all'inizio del campionato con un ritiro praticamente bruciato dall'epidemia di Covid, una sola partita agonisticamente valida (la sconfitta contro l'Andria in coppa Italia C) e una rosa piena di calciatori in esubero. Aver retto 90' è stato già un quasi successo.
Sul campo si è visto poco quanto nulla. Il Potenza ci ha messo più agonismo, ha creato problemi a un Bari fisiologicamente imballato e lento, e alla fine può recriminare per il rigore sciattamente sprecato da Romero sullo 0-0; prima del tocco col braccio di capitan Di Cesare sul tiro di Zenuni, c'era stato anche il rinvio sbilenco di Sabbione direttamente sulla sua mano, graziato dall'arbitro Moriconi.
Dalla sua il Bari si consola con la bella azione del goal: nel dialogo in contropiede fra Simeri e Antenucci con l'assist per l'inserimento di Scavone c'è una primordiale traccia del gioco di Mignani, uno che parrebbe badare più al sodo che agli orpelli.
E dire che i galletti alla fine si mangiano anche le mani per il goal incredibilmente fallito da Simeri, un minuto prima che Vecchi crossi dalla destra per Salvemini, bravo a bruciare un Di Cesare non irreprensibile e a mettere alle spalle dell'imperfetto Frattali. Insomma, pari e patta anche per quanto riguarda le occasioni gettate alle ortiche.
Assodato che Scavone è tornato con lo spirito giusto e che Maita è la solita garanzia a centrocampo, fra i nuovi una sufficienza striminzita se la prendono Belli, Mazzotta e D'Errico; per Botta e Cheddira bisognerà aspettare tempi migliori. Preoccupa la difesa; il recupero di Celiento in buone condizioni è ormai improcrastinabile.
Ma oggi è un altro giorno. E, nella fattispecie, è l'ultimo giorno di mercato. Portato a casa l'esperto difensore Terranova, il diesse Polito dovrà fare il miracolo: piazzare gli esuberi rimasti (Semenzato, Terrani, Bolzoni, Lollo, Perrotta, De Risio) e completare una rosa ancora con tanti buchi, come l'onestissimo Mignani ha sottolineato.
Sembra cosa fatta lo scambio fra Sabbione (anche ieri da 5) e il centrocampista Rossetti con il Pordenone, per un addio (quello del centrale) con davvero pochissimi rimpianti. Mancherebbero ancora un altro paio di difensori centrali, un terzino a sinistra e, a voler fare le cose per bene, anche un regista di centrocampo, lì dove Bianco fa bene la fase di copertura ma è in difficoltà nel far ripartire l'azione con velocità.
Il fatto che si arrivi a 12 ore dalla chiusura del mercato con due titolari e almeno un paio di riserve ancora da trovare la dice lunga sulle difficoltà avute da Polito nell'emendare gli errori di gestione dei suoi predecessori. Ma questa, ormai, è storia vecchia. Ora tocca a lui fare quel che può per costruire il miglior Bari possibile per affrontare un campionato che si preannuncia maledettamente in salita.
Eh sì, perché Mignani quando ha detto che il Potenza sarebbe stato più avanti del Bari sapeva che di fronte avrebbe trovato un avversario più pericoloso di quel che potesse sembrare. Soprattutto alla luce di un Bari tutto incerottato, pieno di punti interrogativi e con pochissime certezze.
Il ritardo di condizione nella gara del Viviani si è visto tutto, fin dall'inizio. E, d'altra parte, era difficile immaginarsela diversamente: il Bari arrivava all'inizio del campionato con un ritiro praticamente bruciato dall'epidemia di Covid, una sola partita agonisticamente valida (la sconfitta contro l'Andria in coppa Italia C) e una rosa piena di calciatori in esubero. Aver retto 90' è stato già un quasi successo.
Sul campo si è visto poco quanto nulla. Il Potenza ci ha messo più agonismo, ha creato problemi a un Bari fisiologicamente imballato e lento, e alla fine può recriminare per il rigore sciattamente sprecato da Romero sullo 0-0; prima del tocco col braccio di capitan Di Cesare sul tiro di Zenuni, c'era stato anche il rinvio sbilenco di Sabbione direttamente sulla sua mano, graziato dall'arbitro Moriconi.
Dalla sua il Bari si consola con la bella azione del goal: nel dialogo in contropiede fra Simeri e Antenucci con l'assist per l'inserimento di Scavone c'è una primordiale traccia del gioco di Mignani, uno che parrebbe badare più al sodo che agli orpelli.
E dire che i galletti alla fine si mangiano anche le mani per il goal incredibilmente fallito da Simeri, un minuto prima che Vecchi crossi dalla destra per Salvemini, bravo a bruciare un Di Cesare non irreprensibile e a mettere alle spalle dell'imperfetto Frattali. Insomma, pari e patta anche per quanto riguarda le occasioni gettate alle ortiche.
Assodato che Scavone è tornato con lo spirito giusto e che Maita è la solita garanzia a centrocampo, fra i nuovi una sufficienza striminzita se la prendono Belli, Mazzotta e D'Errico; per Botta e Cheddira bisognerà aspettare tempi migliori. Preoccupa la difesa; il recupero di Celiento in buone condizioni è ormai improcrastinabile.
Ma oggi è un altro giorno. E, nella fattispecie, è l'ultimo giorno di mercato. Portato a casa l'esperto difensore Terranova, il diesse Polito dovrà fare il miracolo: piazzare gli esuberi rimasti (Semenzato, Terrani, Bolzoni, Lollo, Perrotta, De Risio) e completare una rosa ancora con tanti buchi, come l'onestissimo Mignani ha sottolineato.
Sembra cosa fatta lo scambio fra Sabbione (anche ieri da 5) e il centrocampista Rossetti con il Pordenone, per un addio (quello del centrale) con davvero pochissimi rimpianti. Mancherebbero ancora un altro paio di difensori centrali, un terzino a sinistra e, a voler fare le cose per bene, anche un regista di centrocampo, lì dove Bianco fa bene la fase di copertura ma è in difficoltà nel far ripartire l'azione con velocità.
Il fatto che si arrivi a 12 ore dalla chiusura del mercato con due titolari e almeno un paio di riserve ancora da trovare la dice lunga sulle difficoltà avute da Polito nell'emendare gli errori di gestione dei suoi predecessori. Ma questa, ormai, è storia vecchia. Ora tocca a lui fare quel che può per costruire il miglior Bari possibile per affrontare un campionato che si preannuncia maledettamente in salita.