Sfortunato e coraggioso. Il Bari c’è

I biancorossi escono dal Tardini di Parma con una sconfitta e rinnovate certezze

domenica 13 maggio 2018 12.12
A cura di Riccardo Resta
A volte una sconfitta può è essere più salutare di una vittoria, specialmente se arriva su un campo difficilissimo e in circostanze estremamente sfortunate. Può essere questo il caso del Bari, uscito dal probante scontro diretto in casa del Parma con un passivo di 1-0 che non rende giustizia alla prestazione non solo d'orgoglio ma anche di grande qualità che la squadra ha offerto in Emilia.

Forse suona anche pretestuoso mettersi a cavillare sulle scelte (pur discutibili) dell'arbitro Di Paolo, che nel primo tempo non vede (o non sanziona) una netta spinta in area su Nené, e nel secondo tempo lascia correre su una meno energica ma altrettanto evidente ai danni di Brienza. È inutile anche stare a recriminare sui due pali, colpiti prima da Henderson e poi da Nené: finora la fortuna non è stata esattamente amica di Grosso e della sua banda.

La prestazione di cui la squadra si è resa protagonista merita un'analisi che prescinda dai se e dai ma. Questa è una sconfitta fa bene, per diversi motivi. Innanzitutto perché, nonostante il risultato bugiardo, i biancorossi hanno saputo giocarsela con coraggio, grande cuore, tecnica e accortezza alla pari con un'avversaria che fa parte della nobiltà di spada del calcio italiano, e che in tutto il corso del campionato si è dimostrata superiore (classifica alla mano) anche alla corazzata Palermo, giusto per fare un esempio. La mossa a sorpresa di Grosso, che ha rispolverato il 3-5-2 visto ha Palermo, ha di fatto ingabbiato la pericolosa rete offensiva di D'Aversa e del suo Parma, che con i vari Di Gaudio, Ciciretti, Ceravolo e Gagliolo è andato a sbattere anche su un Micai in giornata particolarmente ispirata. A conti fatti, il Bari ha pagato solo la doppia distrazione di Balkovec, che ha fatto crossare Dezi indisturbato, e di Sabelli, che si è fatto sfuggire Gagliolo che ha comodamente appoggiato in rete di testa.

Ma la sconfitta non ha solo risvolti tecnici; da osservare ci sono anche gli aspetti psicologici. Con la qualificazione ai playoff ormai in tasca, quello di Parma è stato un vero e proprio test in vista degli spareggi promozione. Gara intensa tra due squadre che hanno mostrato qualità, occasioni da entrambe le parti e voglia di vincere per centrare il miglior obiettivo possibile. Il fatto di averla persa, e in quel modo, può e deve far scattare una molla nella testa dei Galletti, consapevoli che quando il gioco si farà veramente duro e le partite conteranno ben oltre i tre punti, se la possono giocare alla pari con tutti. E questa non è la solita frase fatta da intervista post partita, ma una certezza corroborata dai fatti.

Trasformare la delusione in rabbia agonistica, a cominciare dall'ultima gara della stagione regolare, venerdì sera in casa contro il Carpi, da giocare senza gli squalificati Sabelli ed Empereur, oltre all'acciaccato Andrada, uscito da Parma con una distorsione alla caviglia che va valutata. Sulla testa dei biancorossi, inoltre, pende anche la spada di Damocle della possibile penalizzazione di due punti quale conseguenza del deferimento, che complicherebbe e non poco i piani playoff di Grosso.

In palio, in attesa della sentenza che dovrebbe essere pronunciata in settimana, c'è la difesa del sesto posto (che vale il vantaggio di giocare in casa il quarto di finale contro la settima e di poter passare anche con un pari al 120') e, perché no, l'ultimo tentativo di scalata al quinto, attualmente occupato da un Venezia in calo nel recente periodo.

La cosa più importante è aver lanciato un chiaro segnale alle avversarie: il Bari c'è, e chiunque lo troverà nel suo cammino ai playoff potrà essere tutto tranne che contento.