SSC Bari, Benedetti: «Stiamo facendo qualcosa di incredibile, che potrebbe cambiarci la carriera»
Il centrocampista biancorosso: «Con Morachioli grande amicizia. Il mio futuro? Penso solo alla prossima partita»
giovedì 27 aprile 2023
13.35
Giovane, fresco, allegro ma determinato e con tanta voglia di affermarsi. È l'identikit di Leonardo Benedetti, protagonista assoluto del nuovo corso del Bari, che da neopromossa sta lottando per la promozione in serie A, passando per i playoff ma anche sognando l'aggancio al secondo posto del Genoa e al treno diretto verso la massima categoria del calcio italiano.
«Sono felice del mio percorso - dice Benedetti nella conferenza stampa di metà settimana. Quest'estate ho voluto fortemente venire a Bari, era uno step importante per la mia carriera; contento di aver fatto la scelta giusta, per il percorso mio e della squadra. Non mi sento un predestinato, sono un ragazzo che crede nel lavoro e mi sto togliendo qualche soddisfazione, anche se è ancora molto presto».
Il suo cartellino è di proprietà della Sampdoria, ma il Bari del diesse Ciro Polito non sembrerebbe avere intenzione di lasciare andare Benedetti. Il centrocampista, però, non vuole ancora spingersi così oltre: «È un momento troppo importante, non ho mai pensato a quello che viene dopo la prossima partita. Stiamo facendo qualcosa di incredibile, che potrebbe diventare straordinario e cambierebbe la carriera a tutti. Non ho mai pensato oltre».
Mezzala naturale, in questa stagione Benedetti ha però ricoperto tutte le posizioni del centrocampo a tre, con "incursioni" anche sulla trequarti e - adesso - nel centrocampo a due con il passaggio al 4-4-2 varato da mister Mignani nelle ultime uscite. Un centrocampista versatile, Benedetti, che parlando delle sue caratteristiche dice: «Sono ruoli che avevo ricoperto in passato, ma in un certo tipo di contesto, aiutato dai compagni e dall'ambiente è più facile dimostrare quello che si sa fare. Giocando in quel modo bisogna ricercare più equilibrio tra i due centrocampisti centrali. Avevamo Morachioli a sinistra che ci ha dato una grossa mano; in quel ruolo penso a mantenere più equilibrio, ma anche ad attaccare da dietro e a mantenere una posizione più arretrata. Il trequartista? Il ruolo mi piace, anche se lo so fare in maniera diversa rispetto a un fantasista. Mi sono trovato bene, avevo compiti più difensivi; sono ruoli che so fare e mi piace svolgere».
A gennaio il calciomercato ha portato in biancorosso Gregorio Morachioli, che non solo si sta rivelando una carta importantissima per Mignani e i biancorossi, ma che è anche un amico di vecchia data di Benedetti, fin dai tempi delle giovanili dello Spezia. «Con Morachioli ci conosciamo da bambini, abbiamo un rapporto di amicizia; è come un fratello per me - racconta Benedetti. Sono contentissimo di come ha approcciato l'ambiente, sta dimostrando un valore che già conoscevo. Passo tanto tempo con lui anche fuori dal campo, e in campo c'è un'intesa particolare. Anche a La Spezia uscivamo sempre insieme, è un'amicizia forte. Il sangue e spezzino, veniamo da lì. Siamo una compagnia di gente che gioca a calcio ed è bello perché abbiamo gli stessi giorni liberi e ci ritroviamo tutti a La Spezia durante le vacanze. È importante che siamo emersi tutti». E quando lo stesso Morachioli fa "irruzione" in conferenza stampa, Bendetti risponde: «Ti sto facendo vivere un sogno, dentro e fuori dal campo».
L'avventura di Benedetti a Bari ha preso l'attuale (e molto positiva) piega un girone fa, quando Mignani lo schierò titolare in casa del Cittadella, che il 1 maggio verrà al San Nicola per incrociare i guantoni con i biancorossi: «Nella prima parte di stagione avevo trovato meno spazio, con l'allenamento sono cresciuto. A Cittadella mi sono trovato nella condizione di dimostrare il mo valore, già con il Pisa all'andata ero entrato con una testa diversa. Il mister mi ha dato fiducia a Cittadella. Le motivazioni sono altissime, non è difficile mantenere la concentrazione. La prossima partita avrà gradi difficoltà, incontreremo un avversario che verrà a giocarsi la vita per salvarsi direttamente; a questo punto del campionato sono tutte battaglie. Gli obiettivi personali? Sono importanti, perché si uniscono a quelli di squadra. Vorrei migliorare il mio score, ma sono contento di come sta andando; è un momento troppo importante, il "noi" viene prima di tutto».
In conclusione, Benedetti parla della sua avventura l'anno scorso all'Imolese e della crescita dei giovani calciatori, svelando anche un piccolo retroscena sul suo numero di maglia (80): «I play out con l'Imolese sono stata una grande emozione, tra mille difficoltà ci siamo salvati. Uno step importante l'ho affrontato quest'anno, giocare a Bari è un'emozione incredibile, davanti a un pubblico a cui non ero abituato. Il numero 80? Mi piace, ma non c'è un motivo particolare, l'ho scelto solamente perché non era libero il numero 8. Noi giovani ci siamo fatti trovare pronti, il mister ci ha gestiti bene i compagni ci hanno aiutati a crescere. In Italia ci sono tanti giovani forti, anche in serie C; bisogna solo saperli gestire e farli crescere».
«Sono felice del mio percorso - dice Benedetti nella conferenza stampa di metà settimana. Quest'estate ho voluto fortemente venire a Bari, era uno step importante per la mia carriera; contento di aver fatto la scelta giusta, per il percorso mio e della squadra. Non mi sento un predestinato, sono un ragazzo che crede nel lavoro e mi sto togliendo qualche soddisfazione, anche se è ancora molto presto».
Il suo cartellino è di proprietà della Sampdoria, ma il Bari del diesse Ciro Polito non sembrerebbe avere intenzione di lasciare andare Benedetti. Il centrocampista, però, non vuole ancora spingersi così oltre: «È un momento troppo importante, non ho mai pensato a quello che viene dopo la prossima partita. Stiamo facendo qualcosa di incredibile, che potrebbe diventare straordinario e cambierebbe la carriera a tutti. Non ho mai pensato oltre».
Mezzala naturale, in questa stagione Benedetti ha però ricoperto tutte le posizioni del centrocampo a tre, con "incursioni" anche sulla trequarti e - adesso - nel centrocampo a due con il passaggio al 4-4-2 varato da mister Mignani nelle ultime uscite. Un centrocampista versatile, Benedetti, che parlando delle sue caratteristiche dice: «Sono ruoli che avevo ricoperto in passato, ma in un certo tipo di contesto, aiutato dai compagni e dall'ambiente è più facile dimostrare quello che si sa fare. Giocando in quel modo bisogna ricercare più equilibrio tra i due centrocampisti centrali. Avevamo Morachioli a sinistra che ci ha dato una grossa mano; in quel ruolo penso a mantenere più equilibrio, ma anche ad attaccare da dietro e a mantenere una posizione più arretrata. Il trequartista? Il ruolo mi piace, anche se lo so fare in maniera diversa rispetto a un fantasista. Mi sono trovato bene, avevo compiti più difensivi; sono ruoli che so fare e mi piace svolgere».
A gennaio il calciomercato ha portato in biancorosso Gregorio Morachioli, che non solo si sta rivelando una carta importantissima per Mignani e i biancorossi, ma che è anche un amico di vecchia data di Benedetti, fin dai tempi delle giovanili dello Spezia. «Con Morachioli ci conosciamo da bambini, abbiamo un rapporto di amicizia; è come un fratello per me - racconta Benedetti. Sono contentissimo di come ha approcciato l'ambiente, sta dimostrando un valore che già conoscevo. Passo tanto tempo con lui anche fuori dal campo, e in campo c'è un'intesa particolare. Anche a La Spezia uscivamo sempre insieme, è un'amicizia forte. Il sangue e spezzino, veniamo da lì. Siamo una compagnia di gente che gioca a calcio ed è bello perché abbiamo gli stessi giorni liberi e ci ritroviamo tutti a La Spezia durante le vacanze. È importante che siamo emersi tutti». E quando lo stesso Morachioli fa "irruzione" in conferenza stampa, Bendetti risponde: «Ti sto facendo vivere un sogno, dentro e fuori dal campo».
L'avventura di Benedetti a Bari ha preso l'attuale (e molto positiva) piega un girone fa, quando Mignani lo schierò titolare in casa del Cittadella, che il 1 maggio verrà al San Nicola per incrociare i guantoni con i biancorossi: «Nella prima parte di stagione avevo trovato meno spazio, con l'allenamento sono cresciuto. A Cittadella mi sono trovato nella condizione di dimostrare il mo valore, già con il Pisa all'andata ero entrato con una testa diversa. Il mister mi ha dato fiducia a Cittadella. Le motivazioni sono altissime, non è difficile mantenere la concentrazione. La prossima partita avrà gradi difficoltà, incontreremo un avversario che verrà a giocarsi la vita per salvarsi direttamente; a questo punto del campionato sono tutte battaglie. Gli obiettivi personali? Sono importanti, perché si uniscono a quelli di squadra. Vorrei migliorare il mio score, ma sono contento di come sta andando; è un momento troppo importante, il "noi" viene prima di tutto».
In conclusione, Benedetti parla della sua avventura l'anno scorso all'Imolese e della crescita dei giovani calciatori, svelando anche un piccolo retroscena sul suo numero di maglia (80): «I play out con l'Imolese sono stata una grande emozione, tra mille difficoltà ci siamo salvati. Uno step importante l'ho affrontato quest'anno, giocare a Bari è un'emozione incredibile, davanti a un pubblico a cui non ero abituato. Il numero 80? Mi piace, ma non c'è un motivo particolare, l'ho scelto solamente perché non era libero il numero 8. Noi giovani ci siamo fatti trovare pronti, il mister ci ha gestiti bene i compagni ci hanno aiutati a crescere. In Italia ci sono tanti giovani forti, anche in serie C; bisogna solo saperli gestire e farli crescere».