SSC Bari, Di Cesare: «Delusione brucerà anche fra 10 anni». Simeri: «Sogno spezzato dopo 4'»

Il capitano: «Con i tifosi a sostenerci sarebbe stato diverso». L'attaccante: «Il calcio oggi dà, domani toglie»

sabato 25 luglio 2020 0.08
«La prima cosa che voglio dire è che dopo la partita contro la Carrarese ho detto di essere orgoglioso di far parte di questo gruppo, a prescindere dal risultato finale, a due giorni dalla cocente delusione mi sento di ribadire questo concetto». Sono le parole sui social di Valerio Di Cesare, capitano della SSC Bari, a due giorni dalla sconfitta in finale playoff contro la Reggiana.

«Un gruppo di ragazzi - prosegue Di Cesare - che uniti hanno provato a realizzare un sogno che purtroppo si è infranto davanti agli occhi di tutti. Saremmo stati noi i primi a gioire e a sperare di festeggiare insieme a tutti voi, per noi stessi, per questa Città , per questa Società. Alcune immagini resteranno impresse nella mia mente e non potrei mai cancellarle neanche quando avrò smesso. Tra 10 anni questa delusione farà male proprio come fa male adesso, sono sicuro. Avremmo voluto regalarvi un percorso lineare e senza intoppi, io che sono venuto in Serie D speravo di poter riportare il Bari dove merita nel più breve tempo possibile. Inutile dire che uno dei grandi orgogli di questa piazza sia la Tifoseria e siamo sicuri che con tutti voi a sostenerci "da vicino" sarebbe stato diverso, lo sappiamo tutti. Covid permettendo vi aspettiamo a settembre per realizzare il nostro sogno tutti insieme. Buone vacanze a tutti».

Anche Simone Simeri ha lasciato un messaggio sui social, dopo una partita che per lui è durata appena 4' a causa dell'infortunio alla caviglia: «Il calcio, come del resto la vita, è bello per questo, oggi ti dà e domani ti toglie. Ed è proprio questo il trattamento che ha riservato a me in quest'ultima settimana. Dopo la serata di venerdì 17 luglio ero l'uomo più felice al mondo: pur non partendo dall'inizio, subentro e segno la rete che porta la mia squadra in finale playoff. Cosa chiedere di più? Calcisticamente ero al settimo cielo. Sono seguiti 4 giorni di fermento e di tensione, di concentrazione e di preparazione ottimale alla gara, tutte componenti necessarie per un calciatore che è ad un passo dal coronare il suo sogno, il sogno di una città intera. Il nostro sogno. 22 luglio: 4 minuti ed esco per infortunio, un infortunio che mi lascia fuori dalla partita e che forse si protrarrà anche più a lungo. La fine di un sogno, coltivato giorno dopo giorno per 24 mesi e vanificato dopo solo 4 minuti, ma il calcio è questo, oggi ti dà domani ti toglie. Volevo ringraziare tutte le persone che hanno lavorato per far sì che il nostro sogno potesse avere vita e tutti i miei compagni, un gruppo fantastico con il quale abbiamo condiviso gioie e dolori. Ringrazio la città che mi è sempre stata vicina e sempre lo sarà. Ci rivedremo presto per rincorrere tutti insieme quel sogno tanto atteso. W LA BARI».