SSC Bari, ecco Auteri: «Sempre con tre attaccanti in campo. Il gioco il nostro filo conduttore»

Si presenta il nuovo tecnico: «Antenucci e D'Ursi ideali per la nostra idea. Sul mercato interventi di consolidamento. Obiettivo creare grande gruppo»

mercoledì 26 agosto 2020 13.17
A cura di Riccardo Resta
«Sono onorato di far parte di questa grande famiglia. C'è un'intenzione comune, è l'indirizzo giusto: non c'è allenatore che possa valere senza un gruppo qualificato e una società alle spalle. Abbiamo delle responsabilità e ce le prendiamo volentieri; conta il campo, dobbiamo giocare per vincere e serve un grande gruppo». Si presenta così Gaetano Auteri, il nuovo allenatore della SSC Bari alla sua prima conferenza stampa in biancorosso, che precede il ritiro estivo a Cascia, con partenza domani.

A fare gli onori di casa il direttore sportivo Giancarlo Romairone e il presidente Luigi De Laurentiis, che dice: «Ringrazio Vivarini, abbiamo passato insieme un anno di crescita. È stato un percorso di grande umanità, il mister ha avuto grandi risultati e siamo arrivati a un passo dal paradiso. Ci siamo salutati telefonicamente: un grande professionista e una bella persona che ha lasciato in noi un ottimo ricordo. Con Romairone il primo passo è stato ritrovare la lucidità dopo la sconfitta e prendere coraggio. Dover ripartire era fondamentale, abbiamo avuto il coraggio di prendere decisioni forti, per una piazza che merita come Bari. Auteri è stato scelto per questa nuova avventura; io sarò con loro in ritiro, dobbiamo vivere insieme questo percorso. Ho sempre creduto in una società presente, al fianco delle risorse umane. Sarà una svolta e una rivoluzione, non restiamo fermi a guardare. Ci saranno altre di novità».

Gaetano Auteri, 58enne siciliano, arriva a Bari con le stimmate dell'allenatore votato al bel gioco e del profondo conoscitore della serie C e delle realtà meridionali. Nell'ultima esperienza, a Catanzaro, ha avuto modo di conoscere due elementi attualmente in rosa a Bari, D'Ursi e Maita, che si preannunciano protagonisti della nuova stagione incipiente, insieme ad Antenucci, Di Cesare e gli altri senatori. «Al di là dei numeri, dobbiamo creare una filosofia di gioco all'interno della quale muoverci - spiega Auteri. Dovremo essere bravi a cambiare pelle senza perdere il nostro filo conduttore. Antenucci è un calciatore straordinario, giocheremo sempre con tre attaccanti: questo è certo. Non giocheremo sui binari esterni, con ali classiche; il nostro gioco offensivo sarà fatto di mobilità, e Antenucci ha i requisiti perfetti. Sono qui per valorizzare le risorse. D'Ursi? Un ragazzo di grande spessore, ha valori veri. Mi auguro che abbia risolto i suoi problemi, come Antenucci può giocare in tutti i ruoli davanti. Dobbiamo essere bravi a non dare riferimenti, e D'Ursi ha esplosività e tecnica; potrà essere di grande aiuto. Il mio modo divedere il calcio è sempre adeguato alle risorse, da valorizzare nella traccia del gioco. Non mi piace molto il mercato: dobbiamo recuperare Simeri, che ne avrà per un po' ancora, valuteremo anche Terrani, Neglia e gli altri. In questo reparto bisognerà intervenire. Dietro giocheremo con tre centrali, ne abbiamo di forti e importanti; dobbiamo metterci dentro caratteristiche diverse da quelle che abbiamo. In quasi tutti i reparti bisognerà intervenire per consolidare la rosa. Frattali in porta è affidabilissimo, siamo coperti. Maita sa cosa penso di lui; se riesce a fare un salto di qualità mentale ci potrà dare una grande mano. Tutti quelli dello staff, tranne quelli legati a Vivarini, sono rimasti: sono arrivati i miei collaboratori, con cui abbiamo condiviso tante esperienze. Potremo lavorare bene».

La parola d'ordine di Auteri? Il gruppo: «C'è unità di intenti, sono sicuro che costruiremo un gruppo forte e motivato - la carica del mister. Questo gruppo ha dimostrato di valere tanto, ci sono giocatori di assoluto spessore. Faremo ciò che va fatto, tante scelte sono state prese in passato. Non ho preclusioni nei confronti di nessuno; voglio vedere motivazione e convinzione, senso di appartenenza da parte di tutti. Non faremo stravolgimenti, l'unico handicap è il ritardo ma stiamo recuperando e abbiamo tempo. Dimenticare gli obiettivi personali per creare una squadra coesa, questo gruppo ha già dimostrato consistenza».

Auteri finalmente arriva a Bari, dopo qualche tentativo andato a vuoto: «Mi è capitato di essere vicino al Bari, nell'anno del fallimento e in precedenza con Angelozzi - racconta il mister. Io cerco di tirare fuori il meglio da quello che ho. È un campionato difficile, in cui non occorre solo essere belli ma anche coesi e battaglieri. Serve l'atteggiamento giusto, giocheremo allo stesso modo in casa e fuori, senza presunzione. Questo campionato si vince rimanendo tutti insieme; dopo una delusione ci sono più spunti di riflessione. Non sono un sergente di ferro; quando si lavora in campo ognuno deve essere coinvolto al massimo. A volte mi è capitato qualche scontro con i giocatori, ma sempre con grande lealtà e alla fine tutto è rientrato. Non impongo nulla, voglio creare entusiasmo e interesse. Il gioco è la parte dominante; ci saranno sacrifici, si farà fatica. Una seduta di allenamento è come andare a scuola, c'è sempre da apprendere. I calciatori di maggiore esperienza possono dare tanto, non ci sarà nessun tipo di problema».

Carattere serio e austero, Auteri non ama parlare molto di sé: «Non mi pongo domande, nella mia lucida follia penso di poter arrivare in A. Mi piace insegnare calcio, creare un contesto di gruppo e un modello di gioco importante. Abbiamo qualità e la andremo a migliorare, giocheremo da squadra sempre. Questa piazza giustamente pretende, ed è uno stimolo forte. Con il nostro lavoro possiamo fare felici tante persone: questo è il primo obiettivo. Mi imbarazzano gli elogi, sono in prima linea quando ci sono risultati da ottenere e momenti difficili da superare. Alleno da tanti anni, ho fatto tutte le categorie; difficilmente parlo con i procuratori. Io voglio essere me stesso, tengo davanti a tutti una grande rettitudine morale. Ho sempre voglia di sapere di più; il poco che ho fatto l'ho ottenuto attraverso questo atteggiamento. In un'epoca in cui bisogna più apparire che essere, io preferisco essere un uomo libero. Ovunque ho allenato mi sono sentito un dipendente della società», conclude il neo tecnico dei galletti.