SSC Bari, il giovane portiere Claudio Turi: «Che bello vestire la maglia azzurra»
L'estremo difensore della giovanile biancorossa: «Incredibile l'esperienza con l'under 15. Sogno l'esordio in prima squadra»
martedì 31 dicembre 2019
«Ricordo che era un giovedì pomeriggio; la società mi aveva chiesto di passare dalla sede dopo l'allenamento perché c'era una comunicazione per me. Mio padre è passato a prendermi dal centro sportivo per andare allo stadio, ammetto che un pò d'ansia c'era». Claudio Turi, portiere della sorprendente Under 15 biancorossa guidata da mister Diaw Doudou, ancora non lo sa ma un lampo azzurro sta per illuminare la sua giornata e i pensieri dell'intera famiglia: «Un raduno di due giorni a Roma e poi in Portogallo per partecipare a un torneo Uefa con la nazionale Under 15 - ricorda Turi. Una notizia assurda. Io, unico tesserato per una squadra della Serie C; impensabile, con tutti i ragazzi di A e B che avrebbero potuto chiamare, non me lo sarei davvero mai aspettato, né io, né la mia famiglia. La sera, a cena, stentavamo ancora a crederci; dopo tutti i sacrifici fatti, gli allenamenti, la grande pazienza dei miei genitori, il riuscire a conciliare sempre campo e studio (frequenta il Liceo Linguistico), è stato davvero un momento emozionante. In ritiro pensavo mi sarei sentito "diverso" tra compagni provenienti da squadre importanti. E invece è stato come se fossimo un gruppo da tempo, ci siamo divertiti, è stato molto bello, un'esperienza indimenticabile».
Ad Algarve gli azzurrini si rivelano devastanti, tre gare, tre vittorie, un solo gol subito: 4-1 al Portogallo, 1-0 alla Spagna e 3-0 alla Finlandia: «Se ripenso alla gara con la Finlandia ho ancora i brividi: cantare l'inno abbracciato ai tuoi compagni, ascoltare quello di un'altra Nazione, indossare quella maglia, emozioni uniche - continua il giovane portiere. Anche se in quel momento non ero davvero consapevole neanche del dove mi trovassi. Dopo la partita ho scritto subito a mio padre, volevo condividere con la mia famiglia quelle sensazioni. Un bel gruppo, unito, con valori e sicuramente qualità; abbiamo svolto un gran lavoro. La ct Patrizia Panico mi ha colpito per la tranquillità con cui è riuscita a farci sentire consapevoli delle nostre forze; ci ripeteva sempre che eravamo forti e nel contempo ci metteva in guardia dal montarci la testa, voleva restassimo umili».
Al ritorno a Bari, medaglia al collo e sorriso stampato in volto, ha ritrovato i compagni di spogliatoio, quei compagni con cui sta scrivendo pagine sempre più importanti, affacciato alla finestra dei sogni: «Con mister Doudou e mister Roca, preparatore dei portieri, stiamo facendo un lavoro straordinario - spiega Turi. Ogni giorno è come essere in famiglia, ridiamo, scherziamo, ma soprattuto lavoriamo sodo. Un campionato inaspettato, quasi perfetto, che gran soddisfazione. Il Mister ci ricorda sempre di tenere i piedi per terra e di affrontare ogni gara come se fosse la finale di Champions. Jan Oblak dell'Atletico è il modello di portiere che mi ispiro, mi piace la sua tecnica, il suo stile, la sicurezza che riesce a trasmettere ai compagni. Come mi vedo tra dieci anni? Certo che vorrei fare il calciatore, ma senza smettere di studiare. Il sogno? Io ho sempre tifato Bari e tiferò sempre Bari. E poi il San Nicola: credo sia il sogno di tutti quello di poter esordire nel proprio stadio, che frequento da quando avevo 4 anni, indossando la maglia della propria squadra del cuore. So che devo continuare a lavorare duro, ma ci tengo a ringraziare tutti per dove sono adesso, dalla Società ai mister, dai compagni ai fisioterapisti, ai magazzinieri, grazie davvero».
Ad Algarve gli azzurrini si rivelano devastanti, tre gare, tre vittorie, un solo gol subito: 4-1 al Portogallo, 1-0 alla Spagna e 3-0 alla Finlandia: «Se ripenso alla gara con la Finlandia ho ancora i brividi: cantare l'inno abbracciato ai tuoi compagni, ascoltare quello di un'altra Nazione, indossare quella maglia, emozioni uniche - continua il giovane portiere. Anche se in quel momento non ero davvero consapevole neanche del dove mi trovassi. Dopo la partita ho scritto subito a mio padre, volevo condividere con la mia famiglia quelle sensazioni. Un bel gruppo, unito, con valori e sicuramente qualità; abbiamo svolto un gran lavoro. La ct Patrizia Panico mi ha colpito per la tranquillità con cui è riuscita a farci sentire consapevoli delle nostre forze; ci ripeteva sempre che eravamo forti e nel contempo ci metteva in guardia dal montarci la testa, voleva restassimo umili».
Al ritorno a Bari, medaglia al collo e sorriso stampato in volto, ha ritrovato i compagni di spogliatoio, quei compagni con cui sta scrivendo pagine sempre più importanti, affacciato alla finestra dei sogni: «Con mister Doudou e mister Roca, preparatore dei portieri, stiamo facendo un lavoro straordinario - spiega Turi. Ogni giorno è come essere in famiglia, ridiamo, scherziamo, ma soprattuto lavoriamo sodo. Un campionato inaspettato, quasi perfetto, che gran soddisfazione. Il Mister ci ricorda sempre di tenere i piedi per terra e di affrontare ogni gara come se fosse la finale di Champions. Jan Oblak dell'Atletico è il modello di portiere che mi ispiro, mi piace la sua tecnica, il suo stile, la sicurezza che riesce a trasmettere ai compagni. Come mi vedo tra dieci anni? Certo che vorrei fare il calciatore, ma senza smettere di studiare. Il sogno? Io ho sempre tifato Bari e tiferò sempre Bari. E poi il San Nicola: credo sia il sogno di tutti quello di poter esordire nel proprio stadio, che frequento da quando avevo 4 anni, indossando la maglia della propria squadra del cuore. So che devo continuare a lavorare duro, ma ci tengo a ringraziare tutti per dove sono adesso, dalla Società ai mister, dai compagni ai fisioterapisti, ai magazzinieri, grazie davvero».