SSC Bari, il punto dopo il mercato. Polito: «Presi elementi forti per aiutare la squadra». De Laurentiis: «Tifosi, ci mancate»

Il diesse: «Galano? In attacco il mister lascia massima libertà. Mallamo non si ponga limiti». Il presidente: «Quest’anno un treno che non possiamo mancare»

sabato 5 febbraio 2022 16.05
A cura di Riccardo Resta
Mercato chiuso, in casa SSC Bari ci si proietta verso il finale di stagione per inseguire l'obiettivo della promozione in serie B. Dopo un ottimo girone d'andata e un buon inizio di girone di ritorno, con un vantaggio di +9 sul secondo posto, a fare il punto della situazione sono stati il presidente Luigi De Laurentiis e il direttore sportivo Ciro Polito.

«Siamo a metà dell'opera, ma io e Polito ci siamo trovati su un codice etico per costruire un gruppo di persone pronte fino alla morte per raggiungere il risultato - ha detto LdL. Il resto ce l'avevo già in casa: un buon gruppo a cui si è unita una direzione sportiva di ottimo livello e grande umanità. Questo contribuisce a creare il gruppo e l'unità che ti porta a portare a casa dei risultati; ci vuole un talento che cerchi e trovi il talento. A oggi la macchina ha tutti gli ingranaggi giustizi. Il direttore ha fatto un ottimo lavoro, lui è un aziendalista fino in fondo; lo ha dimostrato con l'abnegazione con cui ha gestito degli esuberi difficili. Col duro lavoro è riuscito a piazzare un po' tutti; gli ho fatto i complimenti al telefono. Ci siamo trovati dal punto di vista dell'onestà intellettuale, quello che ci ha guidati è stata una vicinanza totale. Polito ha lavorato con indipendenza e fiducia».

Polito fa eco: «Nel presidente riconosco un rispetto assoluto. Lo tengo a conoscenza di tutto, è una persona molto intelligente e ha tante conoscenze in molti campi. Anche se non è di questo mondo, vuole sempre sapere tutto. Io lavoro in massima tranquillità, il rapporto umano va sempre al di là del lavoro. Spero di riuscire a stare con lui il più a lungo possibile. Teniamocelo stretto».

Parlando del mercato appena concluso, Polito ha spiegato: «A Maiello pensavo da un po'. In silenzio, senza espormi, sono riuscito a dare un giocatore in più nel mezzo al mister, che mi aveva chiesto da un po' un play per alzare Maita da mezzala. Galano? Sono andato sui sentimenti di un ragazzo che ha lasciato il cuore qui. È un giocatore forte che potrà dare un grande contributo alla nostra squadra. Oggi il calcio è cambiato, non si possono avere giocatori che non si adeguano ai moduli tattici. Il 4-3-1-2 del mister lascia libertà in fase offensiva, quindi Galano può partire dalla sua zona di comfort. Ha 31 anni, e nel calcio moderno nel 4-3-3 c'è da pedalare e si perde lucidità; lui ha forza nelle gambe e ha un grande calcio, più sta vicino alla porta e più può rendere. Nel modulo del mister può essere un'arma in più, a me piace di dare la possibilità ai tecnici di variare».

Ancora Polito: «I complimenti li vorrò a fine campionato, ora c'è tanto da fare ancora. Ho preso dei giocatori esperti, innanzitutto perché a gennaio non puoi prendere tutto quello che vuoi. Poi, il Bari in serie C esige giocatori di una certa esperienza, soprattutto in un girone di ritorno con partite difficili che sarebbe rischioso far affrontare a un giovanotto. Ho sempre amato prendere i giovani, ma dipende dai momenti. Se non puoi, devi andare sull'usato sicuro; per ora dobbiamo venire fuori da questa categoria infame, non dobbiamo scoprire la luna. Prendere tanto per prendere non ha senso, ho preferito portare calciatori forti che possano essere utili alla squadra. Non si può ottenere tutto nella vita, stavolta non potevamo fare plusvalenze. Avevamo tanti esuberi, ci ho sempre messo la faccia anche con i colleghi. Lasciare fuori lista Andreoni sarebbe stato un problema per lui e per la società, e ho cercato di fare di tutto per lo scambio con Misuraca. In futuro, magari, faremo anche delle plusvalenze. Mi piace guardare le partite, scovare i giovani anche nelle categorie inferiori. Bisogna crederci ed andare sempre per gradi. Stavo per prendere Tascone, ho fatto di tutto perché è un buon giovane; ho offerto soldi, ma non me l'hanno dato. I giovani mi piacciono, ma a volte sei vincolato dalle situazioni».

Da De Laurentiis, invece, arriva un appello accorato ai tifosi: «In questo mese sono arrivati decreti di continuo e abbiamo deciso di tutelare il tifoso fermando la campagna abbonamenti. Se dovessimo vedere una riapertura del Paese, come mi auguro, sicuramente prevederemo dei mini abbonamenti per agevolare l'arrivo dei tifosi. Il mercato è stato chiuso con tre giocatori, il mister e il direttore hanno fatto bene; a oggi quello che ci manca è il pubblico. Questo mi dispiace perché è un anno non facile e la squadra ha bisogno del tifo e dell'energia in più che solo questa piazza può dare. Mi dispiace non poter mostrare questo lato, la reggiana ha fatto 11mila spettatori, ma Bari è molto di più. Il tifo riempie il cuore, per Bari-Foggia ci siamo dimostrati già forti di Juventus-Roma. Il nostro pubblico è unico, lo racconto ovunque e mi dispiace non potere avere continuità. Ci sono stare le restrizioni, ma ora stiamo riaprendo. Con quei 20mila spettatori è stato come risentirsi vivi, mi sono immedesimato in qualcosa che non c'era più da due anni; per questo mi auguro di vedere molta gente, perché tutti abbiamo bisogno di tornare a vivere. Anche i calciatori in campo ne hanno bisogno».

Sul nodo multiproprietà, sul Covid e sull'inizio del 2022 dal punto di vista sportivo, LdL aggiunge: «Multiproprietà? C'è un ricorso in atto, dobbiamo aspettare le date ma non ci sono novità. Noi favoriti dagli arbitri? Il calcio vive di azioni e reazioni, io non rispondo alle provocazioni, voglio portare solo il risultato a casa. Abbiamo passato tre anni d'inferno dal punto di vista economico, ogni anno abbiamo riconfermato investimenti da 10 milioni di euro. Il Covid ha falciato una parte degli introiti che riusciva a coprire alcuni investimenti; i tre anni della C sono stati a fondo perduto, è difficile ma non abbiamo lasciato nulla indietro dal punto di vista degli investimenti per creare valore alla squadra. Centro sportivo? Ci sono tanti progetti, messi in pausa a causa di questi due anni tragici. Ne riparleremo quando l'economia tornerà a girare. Ritardare l'inizio del campionato ci ha permesso di fare quel ritiro che non avevamo fatto a luglio, anche se abbiamo avuto infortuni e casi Covid. Avevamo paura di non avere l'assetto di fine dicembre, e così è stato. La squadra ha subito variazioni, il mercato ha portato giocatori che ci garantiscono di non avere problemi; a oggi, con tutte le difficoltà del caso, ci siamo difesi. Sono contento dei punti portati a casa, poi avremo Monopoli e Turris. Ma ogni partita, già da domani, sarà importante; non si molla nulla e mi aspetto il massimo. Un passo alla volta, pensiamo partita dopo partita. Ci stiamo confrontando su quali potrebbero essere gli asset migliori, ma per ora siamo solo a metà dell'opera. Non possiamo perdere questo treno».

Tornando a parlare di mercato, Polito si sofferma su quello che non è stato possibile realizzare e sulla situazione di Simeri nello scacchiere tattico di Mignani. «Falcinelli? Questa squadra è molto fornita, ma nel mercato a volte capitano possibilità di alzare il livello. In quel momento c'è stata la possibilità di liberare Citro e metterne un altro dentro; lo avrei preso con piacere, ma ormai è passata. Quando e se arriveremo all'obiettivo della B, non è detto che Falcinelli non faccia al caso del Bari. Dezi? Non ho mai parlato di lui né ci ho mai pensato. Dovevamo prendere un play, poi per via degli infortuni mi sono cautelato con lo scambio Andreoni-Misuraca. Di Gennaro? Lo ringrazio per il suo comportamento, anche se tecnicamente non ci ha dato molto. Ha grandi valori umani, è un grande professionista. Aveva un altro anno di contratto con noi ma non ha esitato a lasciare, senza atti di forza. Non c'era più con la testa per altri motivi ed è stato giusto farsi da parte. La volontà di Simeri è sempre stata di rimanere. Va sostenuto caratterialmente, ma gli ho spiegato che in in questa squadra capita di stare cinque partite in panchina. L'obiettivo è arrivare in serie B, a noi interessa poco chi gioca di più e chi di meno. Lui, a differenza degli altri, è molto legato alla piazza, non ha mai pensato di andare via veramente. Non ho mai fatto mercato su di lui, c'era la possibilità che mi chiamasse l'Avellino, ma non potevo darlo proprio a loro. È tranquillo, fa parte del gruppo ed è il primo tifoso del Bari».

Ga fatto discutere il caso Marras, su cui Polito interviene con estrema chiarezza: «Vorrei che i giocatori ragionassero come me. Lui aveva una parola da uomo fino al 15 gennaio, e c'era un accordo col procuratore. Il mister lo ha fatto giocare, gli ha dimostrato stima, ma se lui ha pensato a tutto tranne che a questa maglia allora è giusto che vada via. Ognuno si prenda le sue responsabilità».

Uno dei colpi migliori del mercato estivo è stato l'arrivo di Alessandro Mallamo, un fedelissimo di Polito: «È un tuttocampista, in B con me ha giocato da trequartista ma può fare tutto. L'ho convinto con poco, nel bene e nel male sono legato ai miei calciatori. Li tratto come figli, da qui nascono i gruppi. Con il rapporto che abbiamo avuto, ha creduto nel progetto ed è contento. Non deve porsi limiti, credo molto in lui. Polverino? È un '97, lo conoscevo come ragazzo e come portiere. Con quattro o cinque centimetri in più poteva essere davvero un portiere importante, come lo è per me. Col Monterosi non ha fatto miracoli, ma il portiere si nota da quelle piccole cose in cui ha trasmesso tanta tranquillità e sicurezza», conclude il diesse biancorosso.