SSC Bari, la carica di Bellomo: «Emozioni indescrivibili. Questa città merita la serie A»
Il centrocampista torna sul diverbio con Bisoli: «La migliore risposta è stata mandarli a casa»
lunedì 5 giugno 2023
19.38
Entusiasmo alle stelle in casa SSC Bari, tra calciatori, società e soprattutto tifoseria. Dopo l'impresa in semifinale con il Sudtirol, i biancorossi si preparano ad affrontare la doppia sfida con il Cagliari, da cui verrà fuori il nome della vincitrice dei playoff e - quindi - terza promossa in serie A. Un'attesa spasmodica quella che si respira in città: dopo i 51.600 di venerdì per la semifinale, in poche ore i biglietti per la finale di ritorno sono stati polverizzati, tant'è che si preannuncia un San Nicola esaurito in ogni ordine di posto per la sfida di domenica 11 giugno.
Sull'impresa in semifinale è tornato Nicola Bellomo, protagonista della partita e barese doc che sogna la promozione in serie A: «Emozioni che non si possono spiegare. Non abbiamo dormito quando siamo stati sconfitti dal Sudtirol, e continuiamo a non dormire adesso. Ma meglio non dormire, così rimaniamo svegli fino alla sfida con il Cagliari».
Bellomo spiega le sue sensazioni davanti al San Nicola gremito: «Già al nostro arrivo in pullman lo stadio era strapieno, è la prima volta che lo vedo così. Mi ha fatto una bella sensazione, non capita tutte le volte. Eravamo carichissimi, volevamo riscattarci dalla sconfitta all'andata; è stata la serata perfetta. Era giusto che passassimo noi».
Storie tese, nella doppia sfida, tra in centrocampista biancorosso e mister Bisoli, tecnico del Sudtirol: «Con Bisoli è successo qualcosa che può capitare, fa parte del gioco e non vado troppo a pensarci. A volte bisogna avere i modi giusti: l'ho avuto come allenatore a Vicenza e tra noi non era successo niente. Non so che problemi avesse, ma l'importante era dargli una risposta sul campo: mandarli a casa, e così è stato», la frecciata caustica di Bellomo.
E sul prossimo avversario, invece, il centrocampista spiega: «Sappiamo di affrontare una squadra partita con l'obiettivo di vincere il campionato. Poi hanno avuto il cambio di allenatore, Ranieri gli ha dato un'impronta. Noi dobbiamo affrontare il Cagliari come abbiamo fatto con il Sudtirol e le altre squadre: andremo lì per giocarcela. Non pensiamo al pareggio, affrontiamo partita dopo partita».
Riguardando il campionato con il rewind, Bellomo analizza: «A inizio stagione siamo partiti per salvarci, senza aspettative. Società, direttore, mister e calciatori hanno costruito una bella squadra; siamo un grande gruppo e l'abbiamo dimostrato. Vincendo e convincendo contro del corazzate abbiamo iniziato a prendere più consapevolezza dei nostri mezzi. In pubblico abbiamo sempre parlato di salvezza, ma nello spogliatoio fin dal primo giorno avevamo un obiettivo. È facile dirlo adesso, però lo sapevamo. Oggi siamo lì e dobbiamo portare a termine la missione, altrimenti sarà stato tutto bello, ma ci si ricorda solo dei vincitori».
Cosa migliorare ancora in vista della finale? Ecco la ricetta di Bellomo: «Abbiamo fatto pochi goal su palla inattiva, capita anche se prepariamo queste situazioni in settimana. In queste partite tese ed equilibrate le azioni da fermo possono fare la differenza, quindi dobbiamo starci ancora più attenti, sia in attacco che in difesa. In campionato abbiamo dimostrato di essere equilibrati e aggressivi, nelle due finali dobbiamo mettere lo stesso spirito avuto con il Sudtirol al ritorno. Se siamo quelli, che si aiutano tra compagni, potremmo portare a casa l'obiettivo. Nelle finali gli stimoli vengono da soli; al di là del fatto che io sia di Bari, anche i miei amici in squadra la sentono come me, esattamente come sentivano la partita precedente. Eravamo consapevoli di poterli battere, e così è stato».
Era giovanissimo nel 2009, ma Bellomo figurava nella rosa della promozione in serie A del Bari di Antonio Conte: «In serie A ci sono arrivato, ma ci sono rimasto per poco. Non ho rimpianti, vuol dire che ci meritavamo quello. Oggi sono a un passo dal riprenderla, me la godo tranquillamente cercando di dare il massimo. Io sono cambiato, all'epoca ero un ragazzino che ragionava di istinto. Ora siamo qui, aspettiamo la serie A. Quello che mi fa più effetto è che girando in città si sente l'entusiasmo. La domanda di tutti è: "La prendiamo questa serie A?". È bello vedere tanti bambini tifosi, e anche loro chiedono questo; stiamo vivendo una bella cosa. Ci sono delle similitudini con la stagione di Conte. Io non ero sempre con loro, ero un ragazzino, quindi non mi ricordo molto bene lo spogliatoio. Però anche quest'anno abbiamo fatto molte vittorie fuori casa; le similitudini ci sono, anche se io quell'anno non l'ho vissuto da protagonista».
Nel finale della conferenza stampa, Bellomo smette di parlare da calciatore e inizia a parlare da barese purosangue: «Vincere a Bari sarebbe il massimo, cosa potrei chiedere di più? Poi è una città bella, si mangia bene, si vive bene. Si sta bene, in tutti i sensi, quindi Bari merita di stare tanti anni in A e ambire anche a qualcosa in più. Quando ho messo piede qui non ho pensato a eventuali polemiche. Volevo a tutti i costi venire a casa, ma fa piacere per come è andata perché qualcuno era un po' titubante, ma oggi si dice altro. Di questo sono contento».
Sull'impresa in semifinale è tornato Nicola Bellomo, protagonista della partita e barese doc che sogna la promozione in serie A: «Emozioni che non si possono spiegare. Non abbiamo dormito quando siamo stati sconfitti dal Sudtirol, e continuiamo a non dormire adesso. Ma meglio non dormire, così rimaniamo svegli fino alla sfida con il Cagliari».
Bellomo spiega le sue sensazioni davanti al San Nicola gremito: «Già al nostro arrivo in pullman lo stadio era strapieno, è la prima volta che lo vedo così. Mi ha fatto una bella sensazione, non capita tutte le volte. Eravamo carichissimi, volevamo riscattarci dalla sconfitta all'andata; è stata la serata perfetta. Era giusto che passassimo noi».
Storie tese, nella doppia sfida, tra in centrocampista biancorosso e mister Bisoli, tecnico del Sudtirol: «Con Bisoli è successo qualcosa che può capitare, fa parte del gioco e non vado troppo a pensarci. A volte bisogna avere i modi giusti: l'ho avuto come allenatore a Vicenza e tra noi non era successo niente. Non so che problemi avesse, ma l'importante era dargli una risposta sul campo: mandarli a casa, e così è stato», la frecciata caustica di Bellomo.
E sul prossimo avversario, invece, il centrocampista spiega: «Sappiamo di affrontare una squadra partita con l'obiettivo di vincere il campionato. Poi hanno avuto il cambio di allenatore, Ranieri gli ha dato un'impronta. Noi dobbiamo affrontare il Cagliari come abbiamo fatto con il Sudtirol e le altre squadre: andremo lì per giocarcela. Non pensiamo al pareggio, affrontiamo partita dopo partita».
Riguardando il campionato con il rewind, Bellomo analizza: «A inizio stagione siamo partiti per salvarci, senza aspettative. Società, direttore, mister e calciatori hanno costruito una bella squadra; siamo un grande gruppo e l'abbiamo dimostrato. Vincendo e convincendo contro del corazzate abbiamo iniziato a prendere più consapevolezza dei nostri mezzi. In pubblico abbiamo sempre parlato di salvezza, ma nello spogliatoio fin dal primo giorno avevamo un obiettivo. È facile dirlo adesso, però lo sapevamo. Oggi siamo lì e dobbiamo portare a termine la missione, altrimenti sarà stato tutto bello, ma ci si ricorda solo dei vincitori».
Cosa migliorare ancora in vista della finale? Ecco la ricetta di Bellomo: «Abbiamo fatto pochi goal su palla inattiva, capita anche se prepariamo queste situazioni in settimana. In queste partite tese ed equilibrate le azioni da fermo possono fare la differenza, quindi dobbiamo starci ancora più attenti, sia in attacco che in difesa. In campionato abbiamo dimostrato di essere equilibrati e aggressivi, nelle due finali dobbiamo mettere lo stesso spirito avuto con il Sudtirol al ritorno. Se siamo quelli, che si aiutano tra compagni, potremmo portare a casa l'obiettivo. Nelle finali gli stimoli vengono da soli; al di là del fatto che io sia di Bari, anche i miei amici in squadra la sentono come me, esattamente come sentivano la partita precedente. Eravamo consapevoli di poterli battere, e così è stato».
Era giovanissimo nel 2009, ma Bellomo figurava nella rosa della promozione in serie A del Bari di Antonio Conte: «In serie A ci sono arrivato, ma ci sono rimasto per poco. Non ho rimpianti, vuol dire che ci meritavamo quello. Oggi sono a un passo dal riprenderla, me la godo tranquillamente cercando di dare il massimo. Io sono cambiato, all'epoca ero un ragazzino che ragionava di istinto. Ora siamo qui, aspettiamo la serie A. Quello che mi fa più effetto è che girando in città si sente l'entusiasmo. La domanda di tutti è: "La prendiamo questa serie A?". È bello vedere tanti bambini tifosi, e anche loro chiedono questo; stiamo vivendo una bella cosa. Ci sono delle similitudini con la stagione di Conte. Io non ero sempre con loro, ero un ragazzino, quindi non mi ricordo molto bene lo spogliatoio. Però anche quest'anno abbiamo fatto molte vittorie fuori casa; le similitudini ci sono, anche se io quell'anno non l'ho vissuto da protagonista».
Nel finale della conferenza stampa, Bellomo smette di parlare da calciatore e inizia a parlare da barese purosangue: «Vincere a Bari sarebbe il massimo, cosa potrei chiedere di più? Poi è una città bella, si mangia bene, si vive bene. Si sta bene, in tutti i sensi, quindi Bari merita di stare tanti anni in A e ambire anche a qualcosa in più. Quando ho messo piede qui non ho pensato a eventuali polemiche. Volevo a tutti i costi venire a casa, ma fa piacere per come è andata perché qualcuno era un po' titubante, ma oggi si dice altro. Di questo sono contento».