SSC Bari, parla Caprile: «Consapevole dei miei mezzi. Io portiere grazie a Buffon»
Il giovane estremo difensore: «Non è stato difficile accettare questa sfida. La parata più bella a Verona, una rivincita personale»
martedì 16 agosto 2022
16.52
Ha stupito tutti, per la personalità dimostrata tra i pali e per le straordinarie parate compiute nelle sue prime tre partite in biancorosso. Elia Caprile, 21enne portiere arrivato in estate al Bari, si è preso il ruolo di titolare, mandando in panchina un senatore come Pierluigi Frattali, e ora vuole continuare a dimostrare di essere un predestinato: «Non sono sorpreso, mi ha ha fatto piacere iniziare così - dice in conferenza stampa. Sono consapevole dei miei mezzi, so da dove sono partito, quali difficoltà ho avuto e cosa ho dovuto superare. Non ho mai avuto paura di confrontarmi con stadi importanti, però non mi aspettavo di giocare da subito e non è detto che io giochi sempre. Devo continuare a lavorare sodo, tutti i giorni, per mettere in difficoltà il mister».
Per lui hanno speso parole importanti due insigni portieri del passato, come Luca Marchegiani e Walter Zenga: «Ho 20 anni, non voglio che mi si dia del "lei" - ironizza Caprile. Ho fatto tre partite, e tre partite non contano niente; i complimenti fanno piacere, ringrazio, ma nella mia testa sono solo concentrato solo sul lavoro perché è l'unica cosa che paga. I complimenti fanno piacere, però te ne fai poco».
Il suo mito, però, è un signore che ha vinto molto in carriera, e che a 44 anni gioca ancora in serie B, proprio nella squadra che il Bari ha affrontato venerdì scorso nella prima di campionato. «Ho cominciato a giocare per Buffon - rivela Caprile. Era il 2006, l'anno della vittoria del mondiali, avevo 5 anni e quell'estate ho sempre giocato in porta, con la maglietta numero 1 di Buffon, color oro dell'Italia. Crescendo ho visto tanti portieri a cui mi sono ispirato, ce ne sono tanti anche oggi; ma tutto è iniziato per Buffon. A Parma non l'ho incrociato, spero di farlo al ritorno».
Il Bari lo ha prelevato in estate dagli inglesi del Leeds United, da cui Caprile dice di aver imparato molto: «Al Leeds è stata un'esperienza difficile e formativa. Ho firmato con loro nel gennaio 2020, poi è partito il Covid e non sono riuscito a tornare in Italia; per un anno e mezzo ho vissuto da solo. Mi sono formato in campo, perché ho conosciuto una persona come Bielsa, ma anche fuori dal campo perché è stata la sfida più difficile che ho dovuto affrontare finora. Il mio procuratore non mi aveva detto che il Bari era sulle mie tracce, sapevo solo di altre squadre. Fino a due giorni prima, io pensavo di andare in un'altra squadra, poi ho parlato con il direttore e mi sono convinto a venire qui. Non che avessi dei dubbi: quando mi ha chiamato il Bari mi sono immaginato lo stadio, mi sono ricordato del Bari di Barreto e Gillet, è stato facile accettare. Ho, poi, apprezzato che il direttore si sia esposto. Battistini ha lavorato sodo per portarmi qui, mo confronto sempre con lui e con la mia famiglia».
Ora, al Bari, il giovane Caprile vuole mettersi in mostra anche - chissà - per guadagnarsi l'azzurro. Le qualità non mancano, e in queste prime partite stagionali lo ha fatto vedere. «Non sono io a dire se sono pronto o meno per l'Under 21 - dice il portiere. C'è un Ct che fa le sue scelte, io sono a Bari per lavorare sodo. Giocando per il Bari posso raggiungere l'obiettivo dell'Under 21, a cui aspiro già dall'anno scorso. La nazionale è il sogno di tutti i bambini, ma se arriverà per me sarà solo un punto di partenza per fare meglio».
Sono già molte le parate belle, difficili e importanti fatte da Caprile contro Padova, Verona e Parma. Quale la più bella? «Scelgo la parata su Faraoni a Veroni, non tanto per il gesto tecnico ma per quello che c'è dietro: io sono di Verona, ho giocato nel Chievo e ho fatto tante panchine in quello stadio, senza mai aver avuto la possibilità di giocare. Per come è finita tra me e Chievo, credo che quella sia la parata più importante per adesso», spiega il numero 18 biancorosso.
Però quello del portiere non è un ruolo facile: a ogni eventuale errore non c'è rimedio, e allora le critiche sono proprio lì, dietro l'angolo: «La crudeltà del ruolo del portiere credo che sia anche la sua bellezza - la convinzione di Caprile. Per fare questo ruolo devi essere un po' "menefreghista"; noi portieri saremo sempre giudicati solo per gli errori, perché ci si ricorda solamente di quelli, quindi per fare il portiere ad alti livelli devi essere pronto ad andare avanti indipendentemente da tutto. Solo così puoi zittire che potenziali critiche; oggi è tutto bellissimo, domani può essere tutto bruttissimo. Oggi sei il più forte, domani il più scarso; se trovi un equilibrio, qualsiasi cosa ti scivola addosso. Io carismatico e di personalità? Sono caratteristiche che deve avere un portiere, perché tutti i compagni ripongono fiducia in te durante la partita. Serve personalità anche per gestire le critiche».
Quanto al suo rapporto con i colleghi Frattali e Polverino, e con l'allenatore dei portieri Maurantonio, il giovane estremo difensore biancorosso spiega: «Si è instaurato un ottimo rapporto, sono qui per mettermi in gioco e imparare. Nessuno può parlar male del mio atteggiamento e di come mi pongo con i compagni; con l'allenatore dei portieri mi sono trovato bene fin da subito, con Frattali mi trovo bene perché abbiamo età differenti e questo ci ha aiutati. Io sono curioso, gli faccio domande e mi confronto con lui; la stessa cosa sto facendo con Polverino. Si è instaurato un'ottimo rapporto, questa è la cosa più importante».
Parlando, invece, più in generale del Bari in questo avvio di stagione, Carpile dice: «Per giocare a certi livelli, devi avere personalità individuale e di squadra. Avere gente esperta come Di Cesare, Terranova, Antenucci, Maiello e Maita aiuta la squadra a non perdersi se prendi goal dopo 3' col Parma, o dopo 10' col Verona».
E venerdì sera, contro il Palermo, sarà la prima al San Nicola: «Non so se giocherò, sceglie il mister e quindi è presto per parlare di esordio al San Nicola. Si saprà venerdì. Sarà comunque la prima volta nel San Nicola, la aspetto con un'ansia positiva perché non vedo l'ora di vedere lo stadio ammodernato. Spero che siano in tanti a sostenerci in questa partita fondamentale per noi», conclude Caprile.
Per lui hanno speso parole importanti due insigni portieri del passato, come Luca Marchegiani e Walter Zenga: «Ho 20 anni, non voglio che mi si dia del "lei" - ironizza Caprile. Ho fatto tre partite, e tre partite non contano niente; i complimenti fanno piacere, ringrazio, ma nella mia testa sono solo concentrato solo sul lavoro perché è l'unica cosa che paga. I complimenti fanno piacere, però te ne fai poco».
Il suo mito, però, è un signore che ha vinto molto in carriera, e che a 44 anni gioca ancora in serie B, proprio nella squadra che il Bari ha affrontato venerdì scorso nella prima di campionato. «Ho cominciato a giocare per Buffon - rivela Caprile. Era il 2006, l'anno della vittoria del mondiali, avevo 5 anni e quell'estate ho sempre giocato in porta, con la maglietta numero 1 di Buffon, color oro dell'Italia. Crescendo ho visto tanti portieri a cui mi sono ispirato, ce ne sono tanti anche oggi; ma tutto è iniziato per Buffon. A Parma non l'ho incrociato, spero di farlo al ritorno».
Il Bari lo ha prelevato in estate dagli inglesi del Leeds United, da cui Caprile dice di aver imparato molto: «Al Leeds è stata un'esperienza difficile e formativa. Ho firmato con loro nel gennaio 2020, poi è partito il Covid e non sono riuscito a tornare in Italia; per un anno e mezzo ho vissuto da solo. Mi sono formato in campo, perché ho conosciuto una persona come Bielsa, ma anche fuori dal campo perché è stata la sfida più difficile che ho dovuto affrontare finora. Il mio procuratore non mi aveva detto che il Bari era sulle mie tracce, sapevo solo di altre squadre. Fino a due giorni prima, io pensavo di andare in un'altra squadra, poi ho parlato con il direttore e mi sono convinto a venire qui. Non che avessi dei dubbi: quando mi ha chiamato il Bari mi sono immaginato lo stadio, mi sono ricordato del Bari di Barreto e Gillet, è stato facile accettare. Ho, poi, apprezzato che il direttore si sia esposto. Battistini ha lavorato sodo per portarmi qui, mo confronto sempre con lui e con la mia famiglia».
Ora, al Bari, il giovane Caprile vuole mettersi in mostra anche - chissà - per guadagnarsi l'azzurro. Le qualità non mancano, e in queste prime partite stagionali lo ha fatto vedere. «Non sono io a dire se sono pronto o meno per l'Under 21 - dice il portiere. C'è un Ct che fa le sue scelte, io sono a Bari per lavorare sodo. Giocando per il Bari posso raggiungere l'obiettivo dell'Under 21, a cui aspiro già dall'anno scorso. La nazionale è il sogno di tutti i bambini, ma se arriverà per me sarà solo un punto di partenza per fare meglio».
Sono già molte le parate belle, difficili e importanti fatte da Caprile contro Padova, Verona e Parma. Quale la più bella? «Scelgo la parata su Faraoni a Veroni, non tanto per il gesto tecnico ma per quello che c'è dietro: io sono di Verona, ho giocato nel Chievo e ho fatto tante panchine in quello stadio, senza mai aver avuto la possibilità di giocare. Per come è finita tra me e Chievo, credo che quella sia la parata più importante per adesso», spiega il numero 18 biancorosso.
Però quello del portiere non è un ruolo facile: a ogni eventuale errore non c'è rimedio, e allora le critiche sono proprio lì, dietro l'angolo: «La crudeltà del ruolo del portiere credo che sia anche la sua bellezza - la convinzione di Caprile. Per fare questo ruolo devi essere un po' "menefreghista"; noi portieri saremo sempre giudicati solo per gli errori, perché ci si ricorda solamente di quelli, quindi per fare il portiere ad alti livelli devi essere pronto ad andare avanti indipendentemente da tutto. Solo così puoi zittire che potenziali critiche; oggi è tutto bellissimo, domani può essere tutto bruttissimo. Oggi sei il più forte, domani il più scarso; se trovi un equilibrio, qualsiasi cosa ti scivola addosso. Io carismatico e di personalità? Sono caratteristiche che deve avere un portiere, perché tutti i compagni ripongono fiducia in te durante la partita. Serve personalità anche per gestire le critiche».
Quanto al suo rapporto con i colleghi Frattali e Polverino, e con l'allenatore dei portieri Maurantonio, il giovane estremo difensore biancorosso spiega: «Si è instaurato un ottimo rapporto, sono qui per mettermi in gioco e imparare. Nessuno può parlar male del mio atteggiamento e di come mi pongo con i compagni; con l'allenatore dei portieri mi sono trovato bene fin da subito, con Frattali mi trovo bene perché abbiamo età differenti e questo ci ha aiutati. Io sono curioso, gli faccio domande e mi confronto con lui; la stessa cosa sto facendo con Polverino. Si è instaurato un'ottimo rapporto, questa è la cosa più importante».
Parlando, invece, più in generale del Bari in questo avvio di stagione, Carpile dice: «Per giocare a certi livelli, devi avere personalità individuale e di squadra. Avere gente esperta come Di Cesare, Terranova, Antenucci, Maiello e Maita aiuta la squadra a non perdersi se prendi goal dopo 3' col Parma, o dopo 10' col Verona».
E venerdì sera, contro il Palermo, sarà la prima al San Nicola: «Non so se giocherò, sceglie il mister e quindi è presto per parlare di esordio al San Nicola. Si saprà venerdì. Sarà comunque la prima volta nel San Nicola, la aspetto con un'ansia positiva perché non vedo l'ora di vedere lo stadio ammodernato. Spero che siano in tanti a sostenerci in questa partita fondamentale per noi», conclude Caprile.