SSC Bari, parla Frattali: «Vivarini grande allenatore. Morosini sempre nel mio cuore»

Il portiere biancorosso fa il punto: «Siamo diventati squadra nell'ultimo periodo, a Pagani abbiamo vinto una guerra»

martedì 19 novembre 2019 13.55
A cura di Riccardo Resta
Esperienza, sicurezza fra i pali e leadership. Il portiere biancorosso Pierluigi "Gigi" Frattali è uno dei volti di questo Bari che sta provando a risalire la china in vetta al girone C di serie C sotto la guida di mister Vivarini. «Fortunatamente siamo una squadra di vertice e il portiere non è molto sollecitato - dice in conferenza stampa. L'importante è farsi trovare pronti quando si viene chiamati in causa. Sono passato in una società gloriosa, faremo di tutto per arrivare davanti a tutti. La Reggina sta facendo benissimo ma siamo solo a novembre e il campionato è lungo. Dobbiamo vincere più partite possibili per rosicchiare qualche punto alla Reggina, poi nel girone di ritorno sarà un campionato diverso».

Per lui una lunga carriera, fatta di incidenti di percorso e soddisfazioni, ma anche di episodi dolorosi come la morte di un collega e grande amico: «Qualche anno fa ero rimasto senza squadra e ho dovuto ricominciare dalla C2 ad Aosta - ricorda Frattali. La mia forza è stata credere in me, ho fatto la scalata e a 33 anno sono arrivato in serie A. Quella è stata la mia soddisfazione più grande. La morte di Piermario Morosini è la cosa che cancellerei, era il mio migliore amico. Mi piace ricordarlo, e in ogni partita indosso la sua maglia. Era una persona speciale».

Parole al miele anche per mister Vincenzo Vivarini, che con la sua cura ha ridato smalto al Bari: «Il mister ha portato idee nuove e ci ha dato equilibrio in entrambe le fasi - l'endorsement del numero 1 biancorosso. Avevo affrontato Vivarini da avversario e le sue squadre mi avevano fatto una bella impressione; dice sempre a tutti cosa fare, ci dà dei dettami tattici. Quando riusciamo ad applicarli i risultati si vedono, è un allenatore di altre categorie».

Domenica scorsa una vittoria fondamentale in quel di Pagani, su un campo al limite e contro un avversario che non aveva mai perso in casa: «Con la Paganese era un esame importante, venivamo da una vittoria abbastanza agevole a Bisceglie - ricorda Frattali. Era un bel banco di prova, come lo era quello di Avellino che avevamo fallito. Il campo era pessimo, per una squadra tecnica come la nostra non è facile giocare in quelle condizioni. Abbiamo dato una dimostrazione di forza, non disdegnando il goal palla a terra, vincendo la guerra in campo. È stata una partita fondamentale, ma dobbiamo sempre pensare alla prossima. Finché non accorceremo sulla Reggina non avremo una partita più importante delle altre. Abbiamo la possibilità di vincere ogni partita, quello deve essere il nostro obiettivo».

Il prossimo impegno si chiama Teramo: la squadra abruzzese è in ripresa dopo un inizio stentato, e alla guida ha un tecnico esperto come Bruno Tedino, che Frattali ha conosciuta da avversario ai tempi del Parma. «Contro il Pordenone di Tedino in semifinale playoff parai anche due rigori, ma le squadre di Tedino mettono sempre in difficoltà - l'avvertimento di Frattali. Anche a Palermo in B fu difficile, ottenemmo una vittoria che ci diede slancio per vincere il campionato. È importante vincere, a prescindere dall'avversario. Anche contro la Vibonese eravamo favoriti ma siamo andati in difficoltà, sbagliando qualcosa. Il Teramo è un'ottima squadra, sta facendo un buon filotto. Hanno buoni giocatori e un allenatore preparato; qui noi abbiamo un'arma in più che è il nostro stadio».

Dalla porta Frattali ha la possibilità di guardare la squadra in posizione privilegiata, potendone apprezzare la crescita e i miglioramenti. Pur se poco impegnato grazie a una buona fase difensiva, il portiere del Bari sa che il livello dell'attenzione deve sempre essere al massimo. Alle sue spalle anche colleghi che in biancorosso hanno fatto la storia: «Quando non si parla del portiere vuol dire che non sta facendo danni - scherza Frattali. Il mio obiettivo è solo che il Bari vinca; in campo devo dimostrare tanto anche dando sicurezza a tutti. Ad Avellino sono stato sfortunato, ero in posizione giusta, ma potevo fare meglio. Prendere goal così nell'arco di un campionato può capitare. Fosse capitata adesso una partita del genere l'avremmo portata a casa; all'epoca eravamo meno squadra. A Parma abbiamo vinto la C perché eravamo la migliore difesa; vince sempre chi subisce di meno, soprattutto perché con la nostra qualità un goal lo facciamo sempre. Essere portiere di una grande squadra significa farsi trovare pronti anche quando si subiscono uno o due tiri nei 90'. Ci vuole sempre una concentrazione altissima. Non posso paragonarmi a Gillet o Mancini, il mio auspicio è raggiungere risultati come i loro. Mi piacerebbe fare anche solo la metà di quello che ha fatto Gillet».