SSC Bari, rebus mercato. De Laurentiis: «Ci siamo permessi più di quel che potevamo. Serve sfoltire»
Il presidente biancorosso fa il punto sulle trattative: «Contento per chi ha sposato il progetto a condizioni giuste. I tifosi devono sostenerci»
venerdì 6 agosto 2021
Il mercato estivo della SSC Bari ancora non decolla. L'arrivo a parametro zero del terzino sinistro Antonio Mazzotta è l'ultima operazione ufficializzata in ordine di tempo, ma la rosa dei biancorossi a disposizione di mister Michele Mignani sembra ancora lontana dal definirsi completa.
Sono tanti i calciatori con contratti lunghi e onerosi a cui il diesse Ciro Polito sta cercando una nuova destinazione; le uscite, infatti, sono la condizione necessaria (ma non purtroppo sufficiente) per movimentare una campagna acquisti ancora poco scoppiettante.
«Finora sono arrivati alcuni elementi altri sono partiti – ha detto il presidente Luigi De Laurentiis presentando le nuove maglie del Bari. La rosa è larga, Polito ha fatto un lavoro di ottimizzazione».
Finora i "colpi" più importanti sono stati i rinnovi dei big Antenucci, Frattali, Scavone e Di Cesare: «Sono contento che molti abbiano creduto nel Bari, restando a condizioni giuste – ha proseguito DeLa. Stiamo pensando ad altri colpi, cercando di piazzare gli esuberi. In questo mercato è facile acquistare e difficile vendere, veniamo da un anno difficile ma il Bari ha fatto le prime mosse, orientandosi su giocatori fondamentali per il mister. Fin qui ci siamo permessi anche più di quello che potevamo; il futuro dipenderà dai calciatori che riusciremo a piazzare».
La novità principale di questo Bari, però, riguarda l'assetto societario, completato in alcuni quadri fondamentali: «Abbiamo preso un diesse nei tempi giusti, ed è stato importante costruire una mentalità ripartendo dai senatori e dalle certezze – ha continuato De Laurentiis. L'anno scorso la base è stata solida nella prima parte del campionato, poi una costruzione dirigenziale che non ha tenuto tutti insieme ha creato incertezze. Quest'anno i calciatori hanno capito che esiste un programma, una forza di volontà e un grande impegno, oltre a un diesse motivato e a un allenatore da cui i ragazzi hanno percepito equilibrio. Nei calciatori più importanti si è accesa una grande voglia di crederci».
Insomma, per LdL ci sono le premesse affinché i tifosi continuino a credere in questa squadra: «Io da tifoso vedo una società presente, che investe, personalmente non la lascerei per strada. Il Bari non è da 10 anni in serie C, negli ultimi due campionati abbiamo avuto tante difficoltà, in pieno Covid e il primo anno abbiamo raggiunto la finale. Per me il Bari è come la Ferrari, che resta una certezza per tutti anche se non vince da molto tempo. Da tifoso del Bari dico che c'è bisogno di supportare la squadra. Per me il Bari è come un figlio: lo sosterrò e così devono fare i tifosi».
Una chiosa, infine, sul progetto del museo del Bari: «Il museo lo avrei aperto anche un anno fa, ma oggi la priorità è l'obiettivo sportivo. Per tutto il resto ripartiremo, ma a oggi non sappiamo ancora neanche quale sarà la capienza vera dello stadio. L'idea del museo prenderà piede una volta sanate le falle», ha concluso De Laurentiis.
Sono tanti i calciatori con contratti lunghi e onerosi a cui il diesse Ciro Polito sta cercando una nuova destinazione; le uscite, infatti, sono la condizione necessaria (ma non purtroppo sufficiente) per movimentare una campagna acquisti ancora poco scoppiettante.
«Finora sono arrivati alcuni elementi altri sono partiti – ha detto il presidente Luigi De Laurentiis presentando le nuove maglie del Bari. La rosa è larga, Polito ha fatto un lavoro di ottimizzazione».
Finora i "colpi" più importanti sono stati i rinnovi dei big Antenucci, Frattali, Scavone e Di Cesare: «Sono contento che molti abbiano creduto nel Bari, restando a condizioni giuste – ha proseguito DeLa. Stiamo pensando ad altri colpi, cercando di piazzare gli esuberi. In questo mercato è facile acquistare e difficile vendere, veniamo da un anno difficile ma il Bari ha fatto le prime mosse, orientandosi su giocatori fondamentali per il mister. Fin qui ci siamo permessi anche più di quello che potevamo; il futuro dipenderà dai calciatori che riusciremo a piazzare».
La novità principale di questo Bari, però, riguarda l'assetto societario, completato in alcuni quadri fondamentali: «Abbiamo preso un diesse nei tempi giusti, ed è stato importante costruire una mentalità ripartendo dai senatori e dalle certezze – ha continuato De Laurentiis. L'anno scorso la base è stata solida nella prima parte del campionato, poi una costruzione dirigenziale che non ha tenuto tutti insieme ha creato incertezze. Quest'anno i calciatori hanno capito che esiste un programma, una forza di volontà e un grande impegno, oltre a un diesse motivato e a un allenatore da cui i ragazzi hanno percepito equilibrio. Nei calciatori più importanti si è accesa una grande voglia di crederci».
Insomma, per LdL ci sono le premesse affinché i tifosi continuino a credere in questa squadra: «Io da tifoso vedo una società presente, che investe, personalmente non la lascerei per strada. Il Bari non è da 10 anni in serie C, negli ultimi due campionati abbiamo avuto tante difficoltà, in pieno Covid e il primo anno abbiamo raggiunto la finale. Per me il Bari è come la Ferrari, che resta una certezza per tutti anche se non vince da molto tempo. Da tifoso del Bari dico che c'è bisogno di supportare la squadra. Per me il Bari è come un figlio: lo sosterrò e così devono fare i tifosi».
Una chiosa, infine, sul progetto del museo del Bari: «Il museo lo avrei aperto anche un anno fa, ma oggi la priorità è l'obiettivo sportivo. Per tutto il resto ripartiremo, ma a oggi non sappiamo ancora neanche quale sarà la capienza vera dello stadio. L'idea del museo prenderà piede una volta sanate le falle», ha concluso De Laurentiis.