SSC Bari, riecco Galano: «Sogno la A con questa maglia. Ruolo? Sono a disposizione del mister»
L’attaccante biancorosso: «Nel 2018 non sono scappato, rispetto a quattro anni fa sono cresciuto. Pescara? Con Auteri non mi sono trovato»
martedì 8 febbraio 2022
17.45
Il ritorno del figliol prodigo. Cristian Galano domenica scorsa, contro il Messina, ha fatto il suo terzo esordio in carriera con la maglia del Bari. Un ritorno, concretizzatosi nelle ultime ore del mercato invernale, che ha un solo scopo: «Sogno tutto quello che sognano i tifosi, ovvero raggiungere la B e poi, chissà, quella serie A che mi è sempre sfuggita - ha detto il fantasista ripresentandosi in conferenza stampa. Spero che sia la volta buona. Io sono particolarmente legato a questa piazza, è un onore indossare questa maglia che ho nel cuore. Quando si è presentata l'opportunità non ci ho pensato due volte, voglio coronare il mio sogno con questa piazza».
Una carriera che prometteva tanto, quella di Galano, ma che non ha visto concretizzarsi tutti i suoi sogni: «Mi dispiace tantissimo non essere arrivato in A, ma non voglio parlare di sfortuna - ammette il 19 biancorosso. Sono stato anche seguito da persone che non mi hanno fatto fare il salto di qualità. Ma ora sono qui e voglio cercare di arrivarci con il Bari, prima o poi voglio raggiungere questo obiettivo».
Un esterno puro, Galano. In tanti si chiedono: che ruolo potrà avere nel 4-3-1-2 di Mignani? «Io sono a disposizione di mister e squadra - spiega Galano. Sono arrivato in un gruppo molto forte, che sta facendo grandi cose; darò il mio contributo, dove serve. Sono consapevole di essere arrivato in una squadra che gioca un calcio diverso dal mio, ma anche in passato ho fatto la seconda punta o il trequartista. Se il mister mi dovesse chiamare in causa darò il 100% come tutti gli altri. Devo trovarmi bene con i meccanismi, sono arrivato da una settimana e devo capire bene cosa chiede il mister. Condizione fisica? Sto bene, anche se non gioco da tanto e mi manca il ritmo partita. Per rendere al meglio ho bisogno di giocare, ma non mi ci vuole molto per entrare in condizione. Col Messina sono entrato in un momento complicato di una partita difficile, contro una squadra tutta chiusa e che non dava spazi per lo spunto. Io, però, pensavo di sentirmi peggio; lavoro quotidianamente per riprendere la mia condizione».
Parlando della trattativa che lo ha riportato a Bari dal Pescara, il fantasista rivela: «Negli ultimi giorni di mercato il procuratore mi ha detto che mi cercava il Bari. Avevo qualcosa in serie B, ma Bari per me vale più della serie A; appena l'ho saputo, ho detto sì. Sapevo di venire in un contesto importante, spero che sia l'anno buono per tutti. La mia compagna è di Bari, è un motivo in più per fare bene; soprattutto ora che sono diventato papà. Ora sono un uomo più maturo, penso solo a me stesso. Rispetto a quattro anni fa sono cresciuto, calcisticamente e umanamente».
L'ultima volta in biancorosso era stata nel 2018, quando Galano aveva salutato un Bari prossimo al fallimento e alla retrocessione fra i dilettanti: «Nel 2018 non sono scappato, è normale che un ragazzo di 26 anni voglia ambire a qualcosa di importante - la spiegazione dell'attaccante. Il Bari era in serie D, la maggior parte della gente lo sa e mi capisce. Avevo tutta una carriera davanti, in quell'anno avevo fatto benissimo e speravo in qualcosa di bello che, purtroppo, non è avvenuto. Pescara? Sono stati due anni pesanti. Con Auteri molte cose non sono andate bene, io volevo andare via ma loro mi hanno bloccato e sono rimasto. A Pescara ultimamente hanno parlato molto di me, ma io sono stato sempre zitto e ho cercato di lavorare. Non mi abbasso ai loro livelli. Ora sono qui e cercherò di dare il meglio».
Nel 2014, sempre il maglia biancorossa, è sfuggito per un soffio, in semifinale contro il Latina, il sogno della finale playoff e della promozione in serie A. Di quella "meravigliosa stagione fallimentare" Galano ricorda: «In quel periodo stavo male, andavo in campo con le infiltrazioni perché volevo esserci a tutti i costi. Dispiace per come è andata, meritavamo la finale. Ho sempre voluto portare questa squadra in alto, anche se non ci sono mai riuscito. Non segno dalla gara di coppa Italia, mi manca il goal anche perché non ho giocato molto. Un goal mi potrebbe dare quel pizzico di fiducia in più che ora mi manca».
Tornando a oggi, fanno discutere le parole che Braglia, tecnico dell'Avellino, ha pronunciato nelle ultime ore, relative a un «Bari in difficoltà». Per Galano, però, si tratta di pura tattica: «Devono guardare più in casa loro che in casa nostra. Il Bari sta facendo un campionato bellissimo, non dobbiamo avere paura di nessuno. Loro, forse, hanno paura di noi e vogliono metterci il pepe sulla coda. Noi non possiamo pensare all'Avellino, dobbiamo solo raggiungere il nostro obiettivo».
Infine, un appello ai tifosi affinché tornino quanto prima sugli spalti del San Nicola per sostenere i galletti nella loro corsa verso la promozione: «Contro il Messina mi sono accorto che non c'era molta gente. So quanto la tifoseria può dare alla squadra; se ci fossero stati molti tifosi, anche con il Messina avremmo avuto una spinta in più. Questo ci dispiace, loro per noi sono troppo importanti. La squadra è prima in classifica, spero che in tanti possano presto tornare allo stadio», conclude Galano.
Una carriera che prometteva tanto, quella di Galano, ma che non ha visto concretizzarsi tutti i suoi sogni: «Mi dispiace tantissimo non essere arrivato in A, ma non voglio parlare di sfortuna - ammette il 19 biancorosso. Sono stato anche seguito da persone che non mi hanno fatto fare il salto di qualità. Ma ora sono qui e voglio cercare di arrivarci con il Bari, prima o poi voglio raggiungere questo obiettivo».
Un esterno puro, Galano. In tanti si chiedono: che ruolo potrà avere nel 4-3-1-2 di Mignani? «Io sono a disposizione di mister e squadra - spiega Galano. Sono arrivato in un gruppo molto forte, che sta facendo grandi cose; darò il mio contributo, dove serve. Sono consapevole di essere arrivato in una squadra che gioca un calcio diverso dal mio, ma anche in passato ho fatto la seconda punta o il trequartista. Se il mister mi dovesse chiamare in causa darò il 100% come tutti gli altri. Devo trovarmi bene con i meccanismi, sono arrivato da una settimana e devo capire bene cosa chiede il mister. Condizione fisica? Sto bene, anche se non gioco da tanto e mi manca il ritmo partita. Per rendere al meglio ho bisogno di giocare, ma non mi ci vuole molto per entrare in condizione. Col Messina sono entrato in un momento complicato di una partita difficile, contro una squadra tutta chiusa e che non dava spazi per lo spunto. Io, però, pensavo di sentirmi peggio; lavoro quotidianamente per riprendere la mia condizione».
Parlando della trattativa che lo ha riportato a Bari dal Pescara, il fantasista rivela: «Negli ultimi giorni di mercato il procuratore mi ha detto che mi cercava il Bari. Avevo qualcosa in serie B, ma Bari per me vale più della serie A; appena l'ho saputo, ho detto sì. Sapevo di venire in un contesto importante, spero che sia l'anno buono per tutti. La mia compagna è di Bari, è un motivo in più per fare bene; soprattutto ora che sono diventato papà. Ora sono un uomo più maturo, penso solo a me stesso. Rispetto a quattro anni fa sono cresciuto, calcisticamente e umanamente».
L'ultima volta in biancorosso era stata nel 2018, quando Galano aveva salutato un Bari prossimo al fallimento e alla retrocessione fra i dilettanti: «Nel 2018 non sono scappato, è normale che un ragazzo di 26 anni voglia ambire a qualcosa di importante - la spiegazione dell'attaccante. Il Bari era in serie D, la maggior parte della gente lo sa e mi capisce. Avevo tutta una carriera davanti, in quell'anno avevo fatto benissimo e speravo in qualcosa di bello che, purtroppo, non è avvenuto. Pescara? Sono stati due anni pesanti. Con Auteri molte cose non sono andate bene, io volevo andare via ma loro mi hanno bloccato e sono rimasto. A Pescara ultimamente hanno parlato molto di me, ma io sono stato sempre zitto e ho cercato di lavorare. Non mi abbasso ai loro livelli. Ora sono qui e cercherò di dare il meglio».
Nel 2014, sempre il maglia biancorossa, è sfuggito per un soffio, in semifinale contro il Latina, il sogno della finale playoff e della promozione in serie A. Di quella "meravigliosa stagione fallimentare" Galano ricorda: «In quel periodo stavo male, andavo in campo con le infiltrazioni perché volevo esserci a tutti i costi. Dispiace per come è andata, meritavamo la finale. Ho sempre voluto portare questa squadra in alto, anche se non ci sono mai riuscito. Non segno dalla gara di coppa Italia, mi manca il goal anche perché non ho giocato molto. Un goal mi potrebbe dare quel pizzico di fiducia in più che ora mi manca».
Tornando a oggi, fanno discutere le parole che Braglia, tecnico dell'Avellino, ha pronunciato nelle ultime ore, relative a un «Bari in difficoltà». Per Galano, però, si tratta di pura tattica: «Devono guardare più in casa loro che in casa nostra. Il Bari sta facendo un campionato bellissimo, non dobbiamo avere paura di nessuno. Loro, forse, hanno paura di noi e vogliono metterci il pepe sulla coda. Noi non possiamo pensare all'Avellino, dobbiamo solo raggiungere il nostro obiettivo».
Infine, un appello ai tifosi affinché tornino quanto prima sugli spalti del San Nicola per sostenere i galletti nella loro corsa verso la promozione: «Contro il Messina mi sono accorto che non c'era molta gente. So quanto la tifoseria può dare alla squadra; se ci fossero stati molti tifosi, anche con il Messina avremmo avuto una spinta in più. Questo ci dispiace, loro per noi sono troppo importanti. La squadra è prima in classifica, spero che in tanti possano presto tornare allo stadio», conclude Galano.