SSC Bari, si chiude il ritiro più difficile di sempre. Ora spazio agli interrogativi di agosto
Mignani: «Una lotta contro i fantasmi, ma ho creato buon rapporto con il gruppo». Polito al lavoro per sistemare in fretta la rosa
lunedì 2 agosto 2021
Ritiro finito, si torna a casa. Il 31 luglio si è chiusa per la SSC Bari la parentesi pre-stagione a Lodrone di Storo, per quella che si può senza tema di smentita definire la preparazione più difficile della storia biancorossa. I 13 giorni di ritiro nella Valle delle Chiese sono stati caratterizzati dal focolaio Covid che ha interessato dieci elementi presenti a Lodrone, e che ha costretto mister Mignani e il suo staff a rivedere completamente la tabella di marcia.
La notizia della riduzione del focolaio a soli quattro casi è arrivata nella giornata di venerdì, il che ha permesso praticamente solo un ultimo allenamento collettivo, con partitella e sedute tattiche. Inutile nasconderselo, Mignani ha potuto fare poco quanto nulla. I dati diramati dalla società e relativi al monitoraggio Gps parlano di «Una distanza totale percorsa di quasi 70.000 km (somma gruppo), una velocità media per allenamento di 8,3 km/h e un picco di velocità massima fissato a 32,4 km/h (velocità massima media di 28,95 km/h)».
Insomma, rilevamenti atletici positivi: i 13 giorni in Trentino hanno almeno messo un po' di forza nelle gambe dei calciatori. Dal 3 agosto, di nuovo a Bari, bisognerà iniziare tutto da capo, con l'organico (quasi) al completo, in vista dell'inizio del campionato e del 21 agosto, data del primo turno di coppa Italia serie C.
Fantasmi
«Una situazione inaspettata, che nessuno voleva, ma la devi gestire e lo devi fare nel migliore dei modi. Teniamo il morale alto e cerchiamo di lavorare al massimo per quel che si può fare, sperando che il prima possibile il virus vada via». Così mister Michele Mignani, che ha raccontato le questo ritiro difficile ai canali ufficiali del club biancorosso.
«Sembra di combattere contro i fantasmi – l'analisi di Mignani. Cerchi di tenere alta l'attenzione, di guardarti le spalle, ma il nemico è davvero vigliacco: può attaccarti da un momento all'altro, e tu non hai grossa difesa».
Gruppo
Al netto dei disastri creati dal virus, il gruppo partito per Lodrone di Storo si presentava particolarmente nutrito. È legittimo aspettarsi (ma il mercato ancora stenta a decollare) che molti dei calciatori tornati a Bari siano destinati a partire nuovamente, ma questo non toglie che le difficoltà incontrate in Trentino possano aver aiutato il mister a creare lo spogliatoio. Uno dei fattori che è mancato nella scorsa stagione.
[YOUTUBE]
Sembra questa l'impressione di Mignani: «Siamo un punto di riferimento per i calciatori, dobbiamo essere i primi a non cedere, a mantenere l'equilibrio e immettere nel gruppo tanta positività. Non è semplice, perché il ritiro è il periodo più sereno della stagione, in cui si forma il gruppo anche attraverso l'amicizia fra i compagni di squadra. C'è la possibilità di essere un po' più leggeri, ma sempre lavorando. Anche quelli che non sono stati contagiati hanno comunque subito il trauma dei loro compagni, hanno percepito la difficoltà e ci sono state giornate complesse da gestire. Però sapere che i positivi stavano comunque bene ci ha permesso di dare continuità con questo piccolo lavoro che abbiamo fatto. Cerchi di andare a lavorare sulla testa, oltre che sul fisico a livello individuale, e instauri un rapporto più velocemente solido rispetto a quello che faresti se ne avessi tanti. Sei obbligato ad avere fantasia, con il distanziamento bisogna cercare di iniziare a lavorare su dei concetti».
Uno degli aspetti che più hanno colpito i tifosi del Bari è la grande umiltà di mister Mignani. Il nuovo tecnico, come lui stesso ha ricordato presentandosi, arriva a Bari con un curriculum non particolarmente lungo; motivo per il quale sa che questa può essere una grande occasione per la sua carriera.
«Sento la responsabilità, nei confronti della società, di una piazza ambiziosissima e del lavoro – ha continuato Mignani. Allo stesso tempo, c'è anche l'orgoglio e la voglia di dimostrarsi all'altezza. Già da giocatore cercavo di aiutare i compagni in difficoltà, sotto l'aspetto tecnico-tattico ma anche dell'atteggiamento. È una dote che si ha naturalmente, è difficile costruirla».
Mercato e interrogativi
Con agosto inizia anche il momento più delicato della pre-season biancorossa, pieno di incertezze e interrogativi; da sistemare c'è un mercato che non decolla. Il diesse Polito, d'altra parte, era stato chiaro: l'arrivo di D'Errico prima del ritiro è un'eccezione, non la regola. Prima bisogna sfoltire una rosa appesantita dal rientro di tanti calciatori dai vari prestiti, e soprattutto da ingaggi che sono insostenibili per moltissime squadre di C, di B, e anche per lo stesso Bari.
L'arrivo in prestito di Cheddira e il recupero di Citro (uno degli "acquisti" più importanti della stagione) mettono al sicuro l'attacco: con Simeri, Antenucci, Marras e il giovane Mercurio il reparto appare completo e con buone alternative per il 4-3-1-2 di Mignani.
Il resto è, invece, da decifrare, e dipende da quante uscite Polito riuscirà a portare a termine: a centrocampo Bolzoni, Bianco, Lollo, Terrani e De Risio (vicino al Pescara del "maestro" Auteri) devono trovare una nuova sistemazione, come i difensori Sabbione, Perrotta, Semenzato, Nannini e Corsinelli. Quanti, effettivamente, riusciranno a chiudere la valigia e a trovare un'altra squadra è difficile da prevedere. Di certo c'è che molti degli obiettivi fissati da Polito sono legati alla "cassa" che la società riuscirà a fare con gli esuberi.
Arrivato il terzino destro Belli (Berra ceduto al Pisa, Andreoni e Celiento tutti da scoprire dopo operazioni e percorsi di recupero dagli infortuni), a ore si attende l'ufficialità per Mazzotta, terzino sinistro svincolatosi dal Crotone. Sull'agenda di Polito, poi, ci sono almeno un paio di difensori per rinforzare il reparto più traballante, un regista e un'alternativa nel ruolo di mezzala. Qualcosa potrebbe muoversi entro Ferragosto, per costruire in tempi ragionevoli l'ossatura della rosa, ma è lecito aspettarsi che la società attenda gli ultimi giorni di mercato per qualche colpo dell'ultima ora, a prezzi "contenuti".
La notizia della riduzione del focolaio a soli quattro casi è arrivata nella giornata di venerdì, il che ha permesso praticamente solo un ultimo allenamento collettivo, con partitella e sedute tattiche. Inutile nasconderselo, Mignani ha potuto fare poco quanto nulla. I dati diramati dalla società e relativi al monitoraggio Gps parlano di «Una distanza totale percorsa di quasi 70.000 km (somma gruppo), una velocità media per allenamento di 8,3 km/h e un picco di velocità massima fissato a 32,4 km/h (velocità massima media di 28,95 km/h)».
Insomma, rilevamenti atletici positivi: i 13 giorni in Trentino hanno almeno messo un po' di forza nelle gambe dei calciatori. Dal 3 agosto, di nuovo a Bari, bisognerà iniziare tutto da capo, con l'organico (quasi) al completo, in vista dell'inizio del campionato e del 21 agosto, data del primo turno di coppa Italia serie C.
Fantasmi
«Una situazione inaspettata, che nessuno voleva, ma la devi gestire e lo devi fare nel migliore dei modi. Teniamo il morale alto e cerchiamo di lavorare al massimo per quel che si può fare, sperando che il prima possibile il virus vada via». Così mister Michele Mignani, che ha raccontato le questo ritiro difficile ai canali ufficiali del club biancorosso.
«Sembra di combattere contro i fantasmi – l'analisi di Mignani. Cerchi di tenere alta l'attenzione, di guardarti le spalle, ma il nemico è davvero vigliacco: può attaccarti da un momento all'altro, e tu non hai grossa difesa».
Gruppo
Al netto dei disastri creati dal virus, il gruppo partito per Lodrone di Storo si presentava particolarmente nutrito. È legittimo aspettarsi (ma il mercato ancora stenta a decollare) che molti dei calciatori tornati a Bari siano destinati a partire nuovamente, ma questo non toglie che le difficoltà incontrate in Trentino possano aver aiutato il mister a creare lo spogliatoio. Uno dei fattori che è mancato nella scorsa stagione.
[YOUTUBE]
Sembra questa l'impressione di Mignani: «Siamo un punto di riferimento per i calciatori, dobbiamo essere i primi a non cedere, a mantenere l'equilibrio e immettere nel gruppo tanta positività. Non è semplice, perché il ritiro è il periodo più sereno della stagione, in cui si forma il gruppo anche attraverso l'amicizia fra i compagni di squadra. C'è la possibilità di essere un po' più leggeri, ma sempre lavorando. Anche quelli che non sono stati contagiati hanno comunque subito il trauma dei loro compagni, hanno percepito la difficoltà e ci sono state giornate complesse da gestire. Però sapere che i positivi stavano comunque bene ci ha permesso di dare continuità con questo piccolo lavoro che abbiamo fatto. Cerchi di andare a lavorare sulla testa, oltre che sul fisico a livello individuale, e instauri un rapporto più velocemente solido rispetto a quello che faresti se ne avessi tanti. Sei obbligato ad avere fantasia, con il distanziamento bisogna cercare di iniziare a lavorare su dei concetti».
Responsabilità
Uno degli aspetti che più hanno colpito i tifosi del Bari è la grande umiltà di mister Mignani. Il nuovo tecnico, come lui stesso ha ricordato presentandosi, arriva a Bari con un curriculum non particolarmente lungo; motivo per il quale sa che questa può essere una grande occasione per la sua carriera.
«Sento la responsabilità, nei confronti della società, di una piazza ambiziosissima e del lavoro – ha continuato Mignani. Allo stesso tempo, c'è anche l'orgoglio e la voglia di dimostrarsi all'altezza. Già da giocatore cercavo di aiutare i compagni in difficoltà, sotto l'aspetto tecnico-tattico ma anche dell'atteggiamento. È una dote che si ha naturalmente, è difficile costruirla».
Mercato e interrogativi
Con agosto inizia anche il momento più delicato della pre-season biancorossa, pieno di incertezze e interrogativi; da sistemare c'è un mercato che non decolla. Il diesse Polito, d'altra parte, era stato chiaro: l'arrivo di D'Errico prima del ritiro è un'eccezione, non la regola. Prima bisogna sfoltire una rosa appesantita dal rientro di tanti calciatori dai vari prestiti, e soprattutto da ingaggi che sono insostenibili per moltissime squadre di C, di B, e anche per lo stesso Bari.
L'arrivo in prestito di Cheddira e il recupero di Citro (uno degli "acquisti" più importanti della stagione) mettono al sicuro l'attacco: con Simeri, Antenucci, Marras e il giovane Mercurio il reparto appare completo e con buone alternative per il 4-3-1-2 di Mignani.
Il resto è, invece, da decifrare, e dipende da quante uscite Polito riuscirà a portare a termine: a centrocampo Bolzoni, Bianco, Lollo, Terrani e De Risio (vicino al Pescara del "maestro" Auteri) devono trovare una nuova sistemazione, come i difensori Sabbione, Perrotta, Semenzato, Nannini e Corsinelli. Quanti, effettivamente, riusciranno a chiudere la valigia e a trovare un'altra squadra è difficile da prevedere. Di certo c'è che molti degli obiettivi fissati da Polito sono legati alla "cassa" che la società riuscirà a fare con gli esuberi.
Arrivato il terzino destro Belli (Berra ceduto al Pisa, Andreoni e Celiento tutti da scoprire dopo operazioni e percorsi di recupero dagli infortuni), a ore si attende l'ufficialità per Mazzotta, terzino sinistro svincolatosi dal Crotone. Sull'agenda di Polito, poi, ci sono almeno un paio di difensori per rinforzare il reparto più traballante, un regista e un'alternativa nel ruolo di mezzala. Qualcosa potrebbe muoversi entro Ferragosto, per costruire in tempi ragionevoli l'ossatura della rosa, ma è lecito aspettarsi che la società attenda gli ultimi giorni di mercato per qualche colpo dell'ultima ora, a prezzi "contenuti".