SSC Bari, si presenta Vivarini: «Voglio fare spettacolo ed essere subito competitivo»

Il nuovo allenatore: «La sfida giusta per me. Modulo? Contano più le idee». De Laurentiis: «Ringrazio Cornacchini, ma è la legge del calcio»

giovedì 26 settembre 2019 10.31
A cura di Riccardo Resta
«Sono arrivato da due giorni, la prima cosa da fare è conoscere tutto quello che mi gira intorno. Penso che in una squadra di calcio siano importanti i particolari e tutte le componenti che ti possono aiutare». Sono queste le prime parole pronunciate da Vincenzo Vivarini da nuovo allenatore del Bari, durante la presentazione alla stampa di questa mattina. «La prima cosa è conoscere. Ieri ho potuto vedere e valutare i calciatori, la maggior parte li conoscevo. Ho preso atto dei valori e delle difficoltà che hanno. Ora c'è tantissimo da lavorare: poche chiacchiere e testa bassa. Alla base di tutto ci sono i risultati, rimanere in una posizione di classifica giusta. Vietato perdere punti, servirà del tempo per avere una squadra che abbia equilibrio, sia bella da vedere e faccia risultato».

Arriva in corsa Vivarini, dopo aver fatto molta esperienza in carriera: «Ho fatto tanta gavetta, negli ultimi 4 anni mi è stato tolto tanto - continua. Lo stesso programma del Bari ce l'ho anche io, nessuna piazza sarebbe migliore per me in questo momento. Spero che insieme si riesca a raggiungere gli obiettivi. Saluto Cornacchini, quando si subentra è difficile trovare tutto a posto. Le difficoltà le avevo messe in conto, devo essere bravo a risolverle. In questo momento la squadra non è contenta di quello che esprime perché i ragazzi sanno di poter dare di più. Bisogna essere intelligenti e cercare le soluzioni. Ieri ho visto che la squadra ha valori, Bari deve stare tranquilla perché questi ragazzi riusciranno a esprimersi al meglio».

Appena 24 ore e subito in panchina: ieri il primo Bari di Vivarini ha fatto 1-1 contro il Monopoli nel derby al San Nicola. «Mi interessa affrettare il tutto per essere subito competitivi - la ricetta di Vivarini. Questo dipende da disponibilità e apprendimento della squadra e dell'ambiente. Ieri ho visto una squadra che ha voglia di crescere e apprendere, in breve possiamo diventare una squadra giusta. Ho solo detto alcuni concetti basilari e semplici, all'inizio ho visto un atteggiamento giusto. Fino al goal ho visto una squadra che voleva avere in mano il gioco, col baricentro alto. In fase di non possesso siamo stati disordinati, ma c'era voglia di fare quello che avevamo detto. Ho visto un palleggio discreto, ma c'è da migliorare. Bisogna far crescere la mentalità vincente della squadra, dobbiamo andare a dominare ovunque. Non mi è piaciuto aver smesso di dare attenzione ai particolari dopo il goal, abbiamo preferito lavorare in maniera individuale, senza lavoro di reparto. Stravolgere tutto non aveva senso; ora c'è da fare un'analisi attenta, essere bravi ad avere una logica. Dobbiamo sfruttare al massimo le caratteristiche individuali e di squadra. Abbiamo tanti esterni e in questo modulo li sfruttiamo poco, ma abbiamo lacune altrove. Dovrò essere bravo a razionalizzare il tutto».

Il bel gioco e il dominio su ogni campo i mantra del calcio di Vivarini: «Ho in mente concetti definiti, ma non il modulo che lo fanno le caratteristiche dei giocatori. I concetti sono non far giocare gli avversari, tenere il pallino per fare transizioni cattive, tenere sempre palla. Su questo non transigo. Dobbiamo avere capacità di fare spettacolo, con possesso palla e idee chiare, velocità di gioco alta. A me piace giocare la palla e non mi è mai piaciuto essere approssimativo, i ragazzi vanno aiutati, gli vanno date idee e temi da svolgere in campo. Per fare questo devi essere preparato, io sarò dalle 8 della mattina alle 8 della sera qui allo stadio per curare tutti i particolari. Nel calcio c'è sempre l'imponderabile, ma se studi puoi avere dei vantaggi. La mentalità per me è la cosa più importante. Anche quando ho affrontato il Bari da avversario mi sono giocato la partita, cercando di dominare. Nello sport vince chi è più forte, i valori vanno tirati fuori e non speculare. Ieri ho visto una squadra impaurita; questo non esiste. Il lavoro sulle seconde palle il Bari non deve lasciarlo agli altri».

Primo ingresso in corsa per Vivarini da tecnico: «Sono 13 anni che parto sempre per i ritiri e sono in prima linea - ricorda. È difficile capire i tempi per ottenere il mio calcio perché è il mio primo subentro. Non avere la squadra tua da gestire e aiutare è stato un po' strano. Già da oggi cercherò di entrare nelle teste dei ragazzi e farmi apprezzare».

E sui singoli aggiunge: «Antenucci è partito con me, l'ho allenato nel settore giovanile del Giuglianova, lo conosco molto bene. Ha bisogno di un compagno che gli apra gli spazi e dialoghi con lui, ma può giocare in qualsiasi situazione, anche con due esterni o una prima punta. Ieri l'ho visto un po' fermo, deve muoversi in sincronia con il compagno. Sul lavoro degli attaccanti sono maniacale. A centrocampo abbiamo Schiavone e Bianco come play. Ieri Bianco ha fatto bene, poi fisicamente l'ho visto in difficoltà. La possibilità di giocare con due mediani è da valutare. Kupisz? L'ho avuto fino a gennaio ad Ascoli, eravamo partiti col progetto di 3-5-2, lui può fare tutta fascia. Poi è stato penalizzato dal 4-3-1-2 e ha preferito andare via. Lo vedo condizionato mentalmente, deve ritrovare le sue sicurezze. La difesa ieri è partita bene perché hanno ricevuto un lavoro giusto davanti. Quando la squadra si è allargata e allungata sono andati in difficoltà. Tutti devono lavorare per non sollecitare troppo la linea difensiva. Mi piace poco mettere in evidenza ora, c'è da essere propositivi. Se uno ha le idee chiare sulle giocate la palla viaggia velocemente, ieri anche avendo il pallino del gioco eravamo lenti. Ogni allenatore ha bisogno di certi valori, io ho bisogno di intensità. Dobbiamo lavorare in spazi più ristretti ma ho bisogno di più aggressività e accelerazioni. Perrotta a Teramo era regista difensivo, aveva le idee chiare. Nel momento in cui tutti conoscono i movimenti diventa più facile. Ieri dopo il vantaggio ci siamo nascosti, invece ci dovevamo divertire di più».

Presente in conferenza anche il presidente De Laurentiis, che presenta il nuovo mister e saluta quello vecchio: «Ringrazio pubblicamente Cornacchini, insieme abbiamo conquistato un altro campionato non semplice. È stata la mia prima esperienza di cambio allenatore e fa un certo effetto. È stato come cambiare moglie. Fa parte della legge del calcio. La scelta del cambio di panchina è arrivata last minute, valutavamo dei nomi da una settimana. Abbiamo avuto pochissimo tempo per conoscerci e parlarci, e lui per vedere la squadra. Dopo 24 ore era impensabile cambiare un corso che aveva avuto difficoltà. Il mister sarà pronto a studiare i movimenti della squadra. Dopo l'ultima sconfitta abbiamo voluto dare un segnale alla squadra, perché la piazza non ci fa cambiare idea sulle scelte aziendali. Abbiamo tanti professionisti, non abbiamo iniziato ieri. Abbiamo scelto Vivarini perché è un grande tattico ed è molto apprezzato. L'uomo giusto per il Bari, per fare esplodere il gioco. Come società valutiamo gli aspetti umani e caratteriali, e Vivarini aveva tutte queste qualità. Questo gruppo di lavoro ha grande onestà intellettuale, l'unica delusione è personale per non essere riuscito a trovare la quadra. La serie C è difficile, è bene aver trovato difficoltà all'inizio per trovare correttivi. Vivo con ancora più passione ogni partita e ogni settimana, giornalmente mi sentirò con il mister».