SSC Bari, si ripresenta Bellomo: «Avevo lasciato le cose a metà. Volevo tornare»
Il trequartista biancorosso: «Ora sono più maturo, ho capito che le colpe non vanno date agli altri ma solo a noi stessi»
mercoledì 31 agosto 2022
14.57
«Volevo tornare a tutti i costi, appena ho saputo ho spinto tanto perché ci tenevo veramente. Avevo lasciato le cose a metà, non vedevo l'ora di tornare». Parole e musica di Nicola Bellomo, trequartista barese doc, in estate tornato a Bari per la sua quarta avventura in biancorosso della carriera.
«Ogni anno c'è stata la voglia di tornare, ma le cose si fanno in due e ci sono state difficoltà - spiega Bellomo, reduce dall'ottima prestazione e dalla vittoria 1-3 di Perugia. Quest'anno si è aperta questa possibilità e ho spinto. Da Taibi alla Reggina a polito qui a Bari, molti colleghi mi hanno dato una mano. Ora devo solo giocare a calcio; non sono un ragazzino, non devo dimostrare, ma voglio fare meglio delle altre volte».
A Bari ritrova Galano, amico e compagno fin dal settore giovanile, anche lui di recente tornato a Bari per la quarta volta: «Con Galano giochiamo insieme da piccoli, ci siamo trovati insieme anche a Vicenza e poi di nuovo qui. È un amico stretto, ha qualità e farà bene. Dimostrerà quello che merita».
Bellomo, barese purosangue, sa bene quanto sia difficile per i calciatori locali entrare fino in fondo nel cuore della tifoseria biancorossa. Eppure, l'esperto trequartista classe '91, sembrerebbe aver imparato che questo non è solo un problema di Bari: «Girando un po' di piazze, anche del sud, mi sono ricreduto. In tutte le piazze calde è così, ho cambiato idea; vedi quello che è successo a Napoli con Insigne. Il fatto di essere barese vuol dire che quando vai in campo senti di più la maglia, ma io ho giocato anche in altre piazze e ho capito che ci vuole carattere. Però qui, nella mia città, la senti di più, devo dare qualcosa in più del 100%. Rispetto all'ultima esperienza, molte cose sono cambiate. Prima la società aveva problemi finanziari, ora c'è una società sana; ci sono tutti i presupposti per fare bene».
Sul suo ruolo, Bellomo ha aggiunto: «Io mi metto a disposizione del mister, del direttore e della società. Ho fatto tanti ruoli, anche se nasco come trequartista; all'occorrenza, gioco dove serve. Ho dato la mia disponibilità al mister, anche in allenamento mi prova un po' dappertutto; poi è lui che decide. L'obiettivo è fare bene e portare il Bari più in alto possibile. Ora sono più maturo, e questo fa tanto. Gli altri obiettivi li tengo per me».
A Bari, dopo l'esperienza alla Reggina, ritrova Michale Folorunsho, tra gli elementi più decisivi in questo avvio di campionato: «L'ho conosciuto per due stagioni a Reggio, ha qualità che vanno oltre la giovane età. È completo, mi aspettavo che facesse bene già da subito; a Reggio ha conquistato tutti e ha fatto la differenza».
Guardando indietro alla sua carriera, Bellomo dice: «Il meglio deve ancora arrivare, tutto può succedere. Oggi sono più maturo, ho capito che la colpa non è degli altri ma è nostra. La carriera di un calciatore è fatta di episodi, quello che recrimino sono gli infortuni che mi hanno colpito all'apice della carriera. Ho fatto pochi goal rispetto alle mie qualità, ma quando ne ho fatti 6/7 ho giocato più avanti. Con Torrente era una falsa mezzala, a Vicenza e Spezia giocavo davanti alla porta. Ho sempre dato la mia disponibilità, quando ho fatto pochi goal è perché ho giocato più arretrato e in fase offensiva ero penalizzato».
Bellomo torna, infine, sulla sua nuova esperienza a Bari e conclude: «Qui ho trovato un gruppo sano, affiatato. I calciatori si sono messi subito a disposizione, quello è fondamentale. Direttore, allenatore e società hanno fatto bene: mantenere l'ossatura della C anche in B fa tanto, ci vogliono degli accorgimenti ma lasciare lo zoccolo duro fa sempre bene».
«Ogni anno c'è stata la voglia di tornare, ma le cose si fanno in due e ci sono state difficoltà - spiega Bellomo, reduce dall'ottima prestazione e dalla vittoria 1-3 di Perugia. Quest'anno si è aperta questa possibilità e ho spinto. Da Taibi alla Reggina a polito qui a Bari, molti colleghi mi hanno dato una mano. Ora devo solo giocare a calcio; non sono un ragazzino, non devo dimostrare, ma voglio fare meglio delle altre volte».
A Bari ritrova Galano, amico e compagno fin dal settore giovanile, anche lui di recente tornato a Bari per la quarta volta: «Con Galano giochiamo insieme da piccoli, ci siamo trovati insieme anche a Vicenza e poi di nuovo qui. È un amico stretto, ha qualità e farà bene. Dimostrerà quello che merita».
Bellomo, barese purosangue, sa bene quanto sia difficile per i calciatori locali entrare fino in fondo nel cuore della tifoseria biancorossa. Eppure, l'esperto trequartista classe '91, sembrerebbe aver imparato che questo non è solo un problema di Bari: «Girando un po' di piazze, anche del sud, mi sono ricreduto. In tutte le piazze calde è così, ho cambiato idea; vedi quello che è successo a Napoli con Insigne. Il fatto di essere barese vuol dire che quando vai in campo senti di più la maglia, ma io ho giocato anche in altre piazze e ho capito che ci vuole carattere. Però qui, nella mia città, la senti di più, devo dare qualcosa in più del 100%. Rispetto all'ultima esperienza, molte cose sono cambiate. Prima la società aveva problemi finanziari, ora c'è una società sana; ci sono tutti i presupposti per fare bene».
Sul suo ruolo, Bellomo ha aggiunto: «Io mi metto a disposizione del mister, del direttore e della società. Ho fatto tanti ruoli, anche se nasco come trequartista; all'occorrenza, gioco dove serve. Ho dato la mia disponibilità al mister, anche in allenamento mi prova un po' dappertutto; poi è lui che decide. L'obiettivo è fare bene e portare il Bari più in alto possibile. Ora sono più maturo, e questo fa tanto. Gli altri obiettivi li tengo per me».
A Bari, dopo l'esperienza alla Reggina, ritrova Michale Folorunsho, tra gli elementi più decisivi in questo avvio di campionato: «L'ho conosciuto per due stagioni a Reggio, ha qualità che vanno oltre la giovane età. È completo, mi aspettavo che facesse bene già da subito; a Reggio ha conquistato tutti e ha fatto la differenza».
Guardando indietro alla sua carriera, Bellomo dice: «Il meglio deve ancora arrivare, tutto può succedere. Oggi sono più maturo, ho capito che la colpa non è degli altri ma è nostra. La carriera di un calciatore è fatta di episodi, quello che recrimino sono gli infortuni che mi hanno colpito all'apice della carriera. Ho fatto pochi goal rispetto alle mie qualità, ma quando ne ho fatti 6/7 ho giocato più avanti. Con Torrente era una falsa mezzala, a Vicenza e Spezia giocavo davanti alla porta. Ho sempre dato la mia disponibilità, quando ho fatto pochi goal è perché ho giocato più arretrato e in fase offensiva ero penalizzato».
Bellomo torna, infine, sulla sua nuova esperienza a Bari e conclude: «Qui ho trovato un gruppo sano, affiatato. I calciatori si sono messi subito a disposizione, quello è fondamentale. Direttore, allenatore e società hanno fatto bene: mantenere l'ossatura della C anche in B fa tanto, ci vogliono degli accorgimenti ma lasciare lo zoccolo duro fa sempre bene».