Superiorità tecnica, forza mentale e profondità di rosa. Il Bari vola e non si ferma più
Anche a Gela premiate con la vittoria le intuizioni di Cornacchini. Ora caccia alla spallata al campionato
lunedì 26 novembre 2018
1.21
Nove vittorie e tre pareggi in dodici gare, venticinque goal fatti e quattro subiti, miglior attacco e miglior difesa del campionato, trenta punti in classifica, a più sei dalla seconda (la Turris). Basterebbero i freddi numeri a inquadrare il ruolo da protagonista di questo Bari nel Girone I di Serie D, ma si finirebbe per fare un torto al grande lavoro di dettaglio della squadra e di mister Cornacchini. Un percorso di crescita tracciato fin dalla prima giornata e scandito di vittoria e vittoria, in un crescendo rossiniano che finora ha avuto solo qualche piccola battuta d'arresto, sempre però mitigata con nuove vittorie.
Anche a Gela uno 0-2 che convince e lascia poco spazio alle discussioni: Simeri e Langella nel secondo tempo abbattono le velleità dei siciliani guidati da Karel Zeman con due goal di pregevolissima fattura e di importanza capitale, dopo una prestazione di cuore e carattere. Sarebbe riduttivo e ridondante soffermarsi a sottolineare la superiorità tecnica del Bari anche nei confronti di una squadra come quella biancazzurra, che fa (in puro stile zemaniano) del calcio offensivo il proprio credo. Più interessante potrebbe risultare soffermarsi sui risvolti psicologici di una vittoria così importante, iniziando dall'antefatto. «Una settimana difficile, in cui si è parlato molto di altro e poco della partita», ha detto Cornacchini a fine gara in relazione ai tanti dubbi sullo stadio in cui si sarebbe disputata la gara, visti gli atti vandalici che hanno interessato il Vincenzo Presti di Gela, già chiuso a chiave per via dell'inagibilità degli spalti. Eppure la squadra fin dal 1' ha saputo mettere da parte le tensioni della settimana e il disagio di giocare nel clima surreale creato dall'assenza di pubblico, collezionando già nei primi 5' due palle goal chiare come il sole (con Simeri e Neglia).
In un primo tempo tutto sommato equilibrato, in cui i biancorossi si sono fatti preferire nelle prime fasi mancando un paio di ottime occasioni, a tenere botta è stata soprattutto la difesa, con Marfella che si esalta su Schisciano e Alma nel finale di frazione. L'ennesima dimostrazione di forza da parte di un reparto solido e che sa muoversi con ordine, comandando con autorevolezza tutta la fase di non possesso della squadra, fin dal primo pressing portato dagli attaccanti. Il Bari, in assenza di spunti decisivi in avanti, è stato bravo a tenere blindato il caveau al cospetto di un attacco pericoloso (il migliore insieme a quello biancorosso prima di ieri), per poi colpire a freddo nella ripresa con Simeri, imbeccato alla perfezione da un Floriano sempre più decisivo nei meccanismi di Cornacchini. La rete di Langella poco dopo l'ora di gioco, poi, è un capolavoro di rara bellezza e precisione. Il resto lo fa anche un pizzico di fortuna: nel finale Sowe si divora un goal su una palla (bucata da Cacioli) che era più facile da buttare dentro che da sparare alle stelle, dalla distanza praticamente di zero metri.
Ancora una volta, però, c'è da sottolineare la bravura tattica di Cornacchini, che sa sfruttare la profondità della sua rosa applicando un turn-over ragionato. Strappa applausi la scelta di schierare l'arcigno Mattera in posizione di terzino sinistro per tenere bloccato il temibile Alma (nove centri in campionato per lui). Il mister lascia spazio a centrocampo al classe 2000 Langella (fra i migliori in campo non solo per la rete da antologia) e la indovina alla grande, perché in un colpo solo risparmia il prezioso Hamlili (che aveva bisogno di tirate il fiato e di preservarsi per la sfida alla Nocerina in quanto diffidato) e dà al ragazzo la possibilità di mettere minuti preziosi nelle gambe e di acquisire sempre più fiducia, insieme al coetaneo Piovanello. Cornacchini pesca il jolly anche lasciando in panchina dal 1' Brienza per far spazio a un Neglia rivitalizzato dall'aver ritrovato continuità di gioco e bravo a disimpegnarsi sia sulla fascia che in posizione di trequartista centrale. Unica tegola l'infortunio rimediato da Brienza al 94', con la partita ormai finita: sembra una distorsione, da valutare però l'entità del danno.
Restano, però, tre punti di grande peso, perché permettono al Bari di arrivare all'impegno-verità di domenica prossima contro la Nocerina al San Nicola mantenendo il vantaggio di sei lunghezze sulla Turris seconda. I biancorossi vanno a caccia di altri punti importanti per dare un'ulteriore spallata a un campionato che, dopo un terzo di stagione, sembra non poter opporre rivali concreti alla banda di Cornacchini.
Anche a Gela uno 0-2 che convince e lascia poco spazio alle discussioni: Simeri e Langella nel secondo tempo abbattono le velleità dei siciliani guidati da Karel Zeman con due goal di pregevolissima fattura e di importanza capitale, dopo una prestazione di cuore e carattere. Sarebbe riduttivo e ridondante soffermarsi a sottolineare la superiorità tecnica del Bari anche nei confronti di una squadra come quella biancazzurra, che fa (in puro stile zemaniano) del calcio offensivo il proprio credo. Più interessante potrebbe risultare soffermarsi sui risvolti psicologici di una vittoria così importante, iniziando dall'antefatto. «Una settimana difficile, in cui si è parlato molto di altro e poco della partita», ha detto Cornacchini a fine gara in relazione ai tanti dubbi sullo stadio in cui si sarebbe disputata la gara, visti gli atti vandalici che hanno interessato il Vincenzo Presti di Gela, già chiuso a chiave per via dell'inagibilità degli spalti. Eppure la squadra fin dal 1' ha saputo mettere da parte le tensioni della settimana e il disagio di giocare nel clima surreale creato dall'assenza di pubblico, collezionando già nei primi 5' due palle goal chiare come il sole (con Simeri e Neglia).
In un primo tempo tutto sommato equilibrato, in cui i biancorossi si sono fatti preferire nelle prime fasi mancando un paio di ottime occasioni, a tenere botta è stata soprattutto la difesa, con Marfella che si esalta su Schisciano e Alma nel finale di frazione. L'ennesima dimostrazione di forza da parte di un reparto solido e che sa muoversi con ordine, comandando con autorevolezza tutta la fase di non possesso della squadra, fin dal primo pressing portato dagli attaccanti. Il Bari, in assenza di spunti decisivi in avanti, è stato bravo a tenere blindato il caveau al cospetto di un attacco pericoloso (il migliore insieme a quello biancorosso prima di ieri), per poi colpire a freddo nella ripresa con Simeri, imbeccato alla perfezione da un Floriano sempre più decisivo nei meccanismi di Cornacchini. La rete di Langella poco dopo l'ora di gioco, poi, è un capolavoro di rara bellezza e precisione. Il resto lo fa anche un pizzico di fortuna: nel finale Sowe si divora un goal su una palla (bucata da Cacioli) che era più facile da buttare dentro che da sparare alle stelle, dalla distanza praticamente di zero metri.
Ancora una volta, però, c'è da sottolineare la bravura tattica di Cornacchini, che sa sfruttare la profondità della sua rosa applicando un turn-over ragionato. Strappa applausi la scelta di schierare l'arcigno Mattera in posizione di terzino sinistro per tenere bloccato il temibile Alma (nove centri in campionato per lui). Il mister lascia spazio a centrocampo al classe 2000 Langella (fra i migliori in campo non solo per la rete da antologia) e la indovina alla grande, perché in un colpo solo risparmia il prezioso Hamlili (che aveva bisogno di tirate il fiato e di preservarsi per la sfida alla Nocerina in quanto diffidato) e dà al ragazzo la possibilità di mettere minuti preziosi nelle gambe e di acquisire sempre più fiducia, insieme al coetaneo Piovanello. Cornacchini pesca il jolly anche lasciando in panchina dal 1' Brienza per far spazio a un Neglia rivitalizzato dall'aver ritrovato continuità di gioco e bravo a disimpegnarsi sia sulla fascia che in posizione di trequartista centrale. Unica tegola l'infortunio rimediato da Brienza al 94', con la partita ormai finita: sembra una distorsione, da valutare però l'entità del danno.
Restano, però, tre punti di grande peso, perché permettono al Bari di arrivare all'impegno-verità di domenica prossima contro la Nocerina al San Nicola mantenendo il vantaggio di sei lunghezze sulla Turris seconda. I biancorossi vanno a caccia di altri punti importanti per dare un'ulteriore spallata a un campionato che, dopo un terzo di stagione, sembra non poter opporre rivali concreti alla banda di Cornacchini.