Tre punti fondamentali, ma il “vecchio” Bari ancora non c’è

I biancorossi colgono un successo d’oro con la Vibonese, mostrando ancora incertezze nel gioco e nella condizione

lunedì 15 novembre 2021 0.45
A cura di Riccardo Resta
Vittoria doveva essere, e vittoria è stata. Per la classifica, per ritrovare morale dopo il ko di Castellammare, per spegnere sul nascere le velleità degli avversari. Il Bari batte 2-0 la Vibonese al San Nicola, con il goal di Botta nel primo tempo e il rigore di Antenucci all'ultimo secondo di recupero. Ma i biancorossi di Mignani ancora non convincono. Del successo sui calabresi si salvano i tre punti (e non è un fatto secondario) e pochissimo altro, che coincide soprattutto con alcune prove maiuscole dei singoli.

Sta di fatto, però, che quando batti in casa l'ultima in classifica con un contropiede e un rigore a tempo ormai scaduto, e quando l'arbitro annulla il goal del pari degli avversari a 5' dalla fine per un fuorigioco molto dubbio, vuol dire che c'è qualcosa che ancora non funziona come dovrebbe.

Di fatto, la vittoria sulla Vibonese restituisce tre punti dal peso d'oro, ma non il "vecchio" Bari che fino a un mese fa vinceva, convinceva e incantava. Mignani ha parlato di «Testa appesantita da tanti pensieri» e da un po' di paure che si sono presentate dopo la parata miracolosa di Frattali su Golfo. E l'analisi un po' di ragione ce l'ha: le sconfitte di Francavilla e Castellammare qualche scoria l'hanno prodotta e lasciata, e il Bari lo fa vedere.

Con Bianco appiedato da un virus influenzale e D'Errico che si accomoda per 90' in panchina (fatto strano, ma il tecnico non vuole sentir parlare di "caso"), Mignani gioca la carta Di Gennaro, e l'esperimento paga fino a un certo punto. L'ex Cagliari è un catalizzatore, tutti i palloni passano dai suoi piedi, ma la condizione fisica precaria gli fa perdere un po' di lucidità nel possesso, lo fa decentrare dal gioco. Il Bari, d'altra parte, in questo avvio di stagione ha dovuto fare a meno di lui, individuando in Botta (e in D'Errico, quando era al top) le sue fonti di gioco. L'argentino torna sui suoi livelli, e anche se la convivenza con Di Gennaro sembra più tortuosa del previsto, si riprende il ruolo di "sole" della manovra biancorossa. Al 29' è suo l'unico tiro in porta del Bari nel primo tempo, che coincide anche con il vantaggio: tocco sotto mancino a battere Mengoni, dopo un contropiede magistralmente condotto da un Antenucci semplicemente sontuoso.

Sì, il contropiede del vantaggio. Al Bari di Mignani va riconosciuto il merito di affidarsi - nel momento in cui tutto il resto non gira - all'arma del vecchio calcio all'italiana per aver ragione di una Vibonese organizzatissima, aggressiva e capace in più occasioni di far leva sulle crescenti incertezze in casa biancorossa. D'altra parte, un goal è sempre un goal: se dopo un possesso lungo e sterile riesci a sbloccarla con la vecchia arma della ripartenza, il tuo è solo un merito.

Nella ripresa, però, la musica non cambia. Il Bari prova a far gioco, ma dall'altra parte c'è una squadra che, sì, sarà pure ultima in classifica, ma dimostra di potersela giocare alla pari con la prima. Quando Frattali salva su Golf, e quando a Ngom viene annullato un goal che ai più pare regolare, si materializzano tutti insieme i fantasmi di un Bari che non riesce ancora a essere il "vecchio" Bari, quello di inizio stagione che era la miglior versione di se stesso.

Stavolta l'arbitraggio favorisce i biancorossi, che la chiudono solo in pieno recupero col rigore di Antenucci, procurato dal fallo di mano di Vergara su Paponi. Troppo poco, per esserci in campo l'ultima in casa della prima. Eppure, è così. L'importante era vincere, e lo sarà da qui fino alla fine. Quindi, se non si riesce a essere belli, tanto vale essere concreti, sporchi, ma cattivi.

E domenica prossima ci sarà un altro appuntamento (il derby in casa della Fidelis Andria) di questo novembre "morbido", che morbido non è neanche per niente. Insomma, tutto training in vista di un periodo pre natalizio con solo scontri diretti (Avellino, Taranto, Palermo, più il Potenza per la prima di ritorno); se tanto dà tanto, meglio abituarsi a soffrire già da adesso.