Un derby nel fango per ritrovare gioco e identità. Un pareggio che sta stretto al Bari
Il 2-2 con il Foggia restituisce la migliore versione dei galletti, che peccano solo di precisione negli ultimi metri di un campo impraticabile
domenica 27 febbraio 2022
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Ritrovare gioco, grinta e carattere. Per passare indenne da un derby difficile e delicato il Bari aveva bisogno di una presentazione da squadra, e tanto restituisce la lotta nel fango sul campo dello Zafcheria. Finisce 2-2 tra il Foggia di Zeman e i biancorossi di Mignani, quasi eroici a ritrovarsi nella palude del campo rossonero.
A fine partita il faccione della gara è quello sorridente, un po' scanzonato di Alessandro Mallamo, l'uomo che risolve un derby inzuppato di pioggia con un goal semplicemente da antologia. Ma, prodezza a parte, i biancorossi escono da Foggia con un punto che sta stretto, però vale tanto perché ci restituisce una squadra al top del suo gioco e della sua capacità di restare attaccata a una partita oltremodo complicata.
Nel primo tempo l'equilibrio tra le due formazioni si spacca a causa di quegli errori "rompi scatole", come li ha definiti lo stesso Mignani. Terranova si perde completamente Curcio in occasione del vantaggio rossonero, Merola fa 1-2 sfruttando l'incertezza di un Frattali, parola di Mignani, prossimo all'assideramenro e sostituito all'intervallo. Nel mezzo, comunque, un Bari sempre sul pezzo riesce a trovare il momentaneo pareggio con Cheddira, bravo a farsi trovare pronto a ribadire in rete il tiro respinto dalla traversa di Mignani. Sotto di un goal, e su un campo più simile a un pantano che a un terreno erboso, lo stesso italo-marocchino centra un palo sfruttando tutta la sua forza fisica, punito solo da un po' di sfortuna.
Ma è la ripresa a lasciare in eredità le impressioni migliori del Bari. La squadra di Mignani fin da subito riesce a imporre il suo gioco, veloce e con trame interessanti nonostante le grosse difficoltà incontrate nel far girare il pallone sulle acque dello Zaccheria. A centrocampo Maita e Maiello vincono tutti i duelli individuali, D'Errico distribuisce gioco e invenzioni per mettere in azione la mobilità di Cheddira e l'inventiva di Antenucci. Non sfigura anche Galano, che in posizione di trequartista spesso si apre a destra e a sinistra per trovare il suo spazio di manovra, pur dovendo lottare nelle pozzanghere sulle fasce.
Unica pecca, le difficoltà nel trasformare in goal le tante occasioni create. Il portiere foggiano Dalmasso chiude la porta in faccia a Maiello prima e Cheddira poi, Ricci e Galano non trovano la misura per fare male. Paradossalmente, il Bari ha bisogno della giocata di grande classe per arrivare a un pareggio che, a fine gara, sta fin troppo stretto ai galletti. Merito, comunque, a Mignani di aver azzeccato i cambi: l'ingresso di Mallamo nel finale spacca la partita, e il suo destro al volo è il giusto premio per uno scampolo di partita fatto di tanta, grande, qualità.
Il Catanzaro si riporta a -4, ma dopo questo derby la squadra di Vivarini fa un po' meno paura. Poco importa che dallo Zaccheria non arrivi la posta piena in palio, perché i galletti ritrovano la migliore versione di loro stesso, la loro identità di squadra qualitativa e quadrata allo stesso tempo, e in vista dello sprint finale va più che bene così. Ora sotto con Virtus Francavilla e proprio Catanzaro: 180' da cui passerà il destino della stagione.