Un derby per trovare nuove certezze, il Bari formato playoff (finalmente) convince
I biancorossi battono il Foggia sfruttando qualità e uomini decisivi. I galletti si candidano a protagonisti degli spareggi promozione
giovedì 20 maggio 2021
8.30
Se un momento giusto esiste per tirare fuori la parte migliore di te, allora questo è certamente l'esordio in una competizione dura e tortuosa come i playoff promozione. E il Bari la sua opportunità l'ha colta, soprattutto in considerazione dell'avversario e della portata della gara. Il derby con il Foggia al San Nicola finisce 3-1 per i galletti, che si portano a casa non solo il passaggio (da testa di serie) alla fase nazionale, ma anche un bel bagaglio pieno di certezze che durante il campionato non c'erano. Il primo Bari dei playoff convince, come mai aveva fatto quello del campionato, tanto con Auteri quanto con Carrera, e poi di nuovo con Auteri.
Era complicata, perché i derby sono sempre derby. Al di là del valore tecnico del Foggia (comunque andato ben oltre le aspettative), la posta in palio era alta soprattutto dal punto di vista emotivo, una delle tante pecche contestate al Bari della "regular season". «Abbiamo ritrovato la nostra identità», ha commentato mister Auteri nel post. Un'affermazione giusta, ma fino a un certo punto. Si potrebbe dire, piuttosto, che il Bari abbia in questi venti giorni prima dei playoff trovato una versione di se stesso che in precedenza semplicemente non c'era. E l'ha fatto innanzitutto con una prova d'orgoglio e tenacia, attributi quasi sempre latitanti durante l'ondivago campionato concluso al quarto posto.
E poi l'ha fatto sfruttando le sue qualità migliori, quelle che i galletti sapevano di avere ma non riuscivano a tirare fuori. Innanzitutto, la prova maiuscola del centrocampo guidato da Maita, una piovra nel catturare palloni vaganti e nel ribaltare l'azione. E poi con quella che dovrebbe essere la peculiarità del 3-4-3 di Auteri: il gioco sulle fasce. Nel duello stravinto da Rolando su Kalombo per il primo goal barese c'è l'apoteosi di un calcio fin qui solo promesso, fatto di folate, accelerazioni improvvise, scatti fulminei. Il travolgente impeto dell'ex Reggina, il taglio di Marras, il dribbling e il tiro nell'angolo lontano del 10 sono la fenomenologia di una qualità inespressa, che adesso è (forse) pronta a emergere con quella continuità che è sempre mancata. Il recupero di Andreoni, inoltre, potrebbe offrire nuove soluzioni anche sulla fascia destra, fin qui quasi un oggetto misterioso.
E poi c'è la splendida azione del raddoppio: lancio millimetrico di De Risio (in crescita), sponda al volo di Antenucci (sontuoso nel ruolo di regista offensivo, si prende i giusti complimenti di Auteri), destro di prima di D'Ursi, palla in buca d'angolo. Semplicità ed efficacia, tecnica e visione.
Certo, qualcosa il Bari la concede, ma per quello che abbiamo imparato di questa squadra sembra quasi un male necessario. Sabbione (che risponde bene alle critiche) è attento nel soffocare la verve del rapido Balde, limitandone i danni potenziali. Il fratello del sampdoriano Keita si libera in sole due occasioni, e mette a nudo tutti i limiti difensivi dei biancorossi: prima riceve da Kalombo, resiste a Ciofani e serve a Di Jenno il pallone del 2-1, poi sfonda centralmente e da pochi metri spara in curva. Poco male, verrebbe da dire, viste le ansie che il veloce fantasista dei satanelli aveva creato alla vigilia.
Fortuna, però, che questi playoff abbiano confermato quello che si era visto già nella fase finale del campionato: Gegè D'Ursi è "on fire", il goal che marca la sua doppietta è degno del miglior Del Piero. Se questo ragazzo avesse un po' più di continuità… Per il momento, ce lo si gode così. Può davvero essere un fattore quando la posta in palio si farà più succulenta.
Insomma, Bari bravo a portarla sui suoi binari preferiti e a rischiare lo stretto indispensabile. Dal punto di vista tecnico, il Foggia era un'avversaria probante fino a un certo punto, ma le indicazioni che lascia questo sentitissimo derby sono comunque molto positive. Il Bari mette un mattoncino importante per ricostruire la casetta delle sue certezze smarrite, con l'obbligo – però – di dover rinforzare le fondamenta se non vuole vedere la struttura crollare al primo soffio di vento. I precedenti stagionali stanno lì a ricordarci che questa squadra spesso per ogni passo avanti ne ha fatti due indietro. Per adesso, comunque, un fatto appare chiaro: il Bari avanza la sua seria candidatura a protagonista dei playoff. Con questa determinazione e un po' di fortuna, chissà, magari potrebbe anche sorprendere.
Era complicata, perché i derby sono sempre derby. Al di là del valore tecnico del Foggia (comunque andato ben oltre le aspettative), la posta in palio era alta soprattutto dal punto di vista emotivo, una delle tante pecche contestate al Bari della "regular season". «Abbiamo ritrovato la nostra identità», ha commentato mister Auteri nel post. Un'affermazione giusta, ma fino a un certo punto. Si potrebbe dire, piuttosto, che il Bari abbia in questi venti giorni prima dei playoff trovato una versione di se stesso che in precedenza semplicemente non c'era. E l'ha fatto innanzitutto con una prova d'orgoglio e tenacia, attributi quasi sempre latitanti durante l'ondivago campionato concluso al quarto posto.
E poi l'ha fatto sfruttando le sue qualità migliori, quelle che i galletti sapevano di avere ma non riuscivano a tirare fuori. Innanzitutto, la prova maiuscola del centrocampo guidato da Maita, una piovra nel catturare palloni vaganti e nel ribaltare l'azione. E poi con quella che dovrebbe essere la peculiarità del 3-4-3 di Auteri: il gioco sulle fasce. Nel duello stravinto da Rolando su Kalombo per il primo goal barese c'è l'apoteosi di un calcio fin qui solo promesso, fatto di folate, accelerazioni improvvise, scatti fulminei. Il travolgente impeto dell'ex Reggina, il taglio di Marras, il dribbling e il tiro nell'angolo lontano del 10 sono la fenomenologia di una qualità inespressa, che adesso è (forse) pronta a emergere con quella continuità che è sempre mancata. Il recupero di Andreoni, inoltre, potrebbe offrire nuove soluzioni anche sulla fascia destra, fin qui quasi un oggetto misterioso.
E poi c'è la splendida azione del raddoppio: lancio millimetrico di De Risio (in crescita), sponda al volo di Antenucci (sontuoso nel ruolo di regista offensivo, si prende i giusti complimenti di Auteri), destro di prima di D'Ursi, palla in buca d'angolo. Semplicità ed efficacia, tecnica e visione.
Certo, qualcosa il Bari la concede, ma per quello che abbiamo imparato di questa squadra sembra quasi un male necessario. Sabbione (che risponde bene alle critiche) è attento nel soffocare la verve del rapido Balde, limitandone i danni potenziali. Il fratello del sampdoriano Keita si libera in sole due occasioni, e mette a nudo tutti i limiti difensivi dei biancorossi: prima riceve da Kalombo, resiste a Ciofani e serve a Di Jenno il pallone del 2-1, poi sfonda centralmente e da pochi metri spara in curva. Poco male, verrebbe da dire, viste le ansie che il veloce fantasista dei satanelli aveva creato alla vigilia.
Fortuna, però, che questi playoff abbiano confermato quello che si era visto già nella fase finale del campionato: Gegè D'Ursi è "on fire", il goal che marca la sua doppietta è degno del miglior Del Piero. Se questo ragazzo avesse un po' più di continuità… Per il momento, ce lo si gode così. Può davvero essere un fattore quando la posta in palio si farà più succulenta.
Insomma, Bari bravo a portarla sui suoi binari preferiti e a rischiare lo stretto indispensabile. Dal punto di vista tecnico, il Foggia era un'avversaria probante fino a un certo punto, ma le indicazioni che lascia questo sentitissimo derby sono comunque molto positive. Il Bari mette un mattoncino importante per ricostruire la casetta delle sue certezze smarrite, con l'obbligo – però – di dover rinforzare le fondamenta se non vuole vedere la struttura crollare al primo soffio di vento. I precedenti stagionali stanno lì a ricordarci che questa squadra spesso per ogni passo avanti ne ha fatti due indietro. Per adesso, comunque, un fatto appare chiaro: il Bari avanza la sua seria candidatura a protagonista dei playoff. Con questa determinazione e un po' di fortuna, chissà, magari potrebbe anche sorprendere.