«Un goal di tutti», Cianci trascina il Bari sulla strada per ripartire

I biancorossi vincono il derby col Monopoli grazie al goal del “figliol prodigo”, ma per Carrera il lavoro è ancora molto lungo

giovedì 18 febbraio 2021 0.31
A cura di Riccardo Resta
«Questo goal lo hanno fatto tutti i tifosi del Bari». Le parole di Pietro Cianci nel post di Bari-Monopoli sono di una genuinità quasi disarmante. Una bella storia, la sua: barese di Bari vecchia, a 25 anni gode della fama di attaccante di "categoria", che gli ha permesso di indossare la maglia della sua squadra del cuore, della sua città. E, ovviamente, nessuna storia sarebbe bella se non ci fosse un lieto fine: nel primo allenamento dopo il suo arrivo dal Potenza si fa male al piede, recupera in tempo record, entra e fa goal all'esordio per decidere il derby, nel momento in assoluto più delicato della stagione per il Bari.

Un barese purosangue che prende per mano il Bari e lo trascina sul sentiero per ridare un senso compiuto al sul campionato: sembrerebbe il copione di un film, magari anche uno di quelli un po' noiosi e banali, ma per fortuna dei biancorossi è tutto tremendamente vero. Il nuovo corso del Bari targato Massimo Carrera inizia con un sorriso. O, meglio, con un sospiro di sollievo. Finisce 1-0 al San Nicola, ed è la prima vittoria del Bari nella storia di questo strano e suggestivo confronto con il Monopoli (tre pareggi in altrettanti precedenti ufficiali). Cianci è un falco in area, e capitalizza al massimo con un tuffo di testa la "papera" clamorosa del portiere Satalino, che fino a quel momento era stato impeccabile come tutta la difesa del "gabbiano".

Dura 83' lunghi minuti la resistenza del Monopoli, al cospetto di un Bari che – comunque – non ha cancellato con un colpo di spugna le incertezze e le lacune viste al crepuscolo dell'era Auteri. L'aurora dell'esperienza di Carrera, segnata da un mare di assenze pesanti, è connotata dagli stessi singhiozzi "apprezzati" con il precedente allenatore, anche se qualcosa (oltre al risultato, ovviamente) di buono su cui lavorare si è vista. A partire dallo spirito di squadra lodato dallo stesso mister nel post gara.

Fa riflettere, però, che quello con cui Cianci realizza il goal-vittoria sia il primo (e unico) tiro nello specchio dei "galletti" in tutta la partita. E, addirittura, il Bari deve ringraziare la fortuna e l'imprecisione del terzino monopolitano Tazzer, che al 12' spara sul palo un pallone che chiedeva solo di essere appoggiato alle spalle di Frattali. L'unica risposta organizzata della squadra di casa arriva al 35': Marras (a folate, ma quando si accende sa far male) si libera a sinistra e mette in mezzo un pallone basso e teso, che D'Ursi spara alle stelle da posizione invitante.

Carrera, comunque, il segnale di discontinuità l'ha dato rispetto alla gestione di Auteri, che prometteva un calcio frizzante e che invece ha finito nell'anonimato la sua avventura al San Nicola. L'ex "allievo" di Antonio Conte mescola subito le carte con la difesa a 4 che il suo predecessore utilizzava solo in casi di estrema necessità. Minelli e Perrotta sull'unica accelerazione del Monopoli (il palo di Tazzer) lasciano un buco clamoroso al centro, ma per il resto fanno la loro parte. Ciofani a destra e, soprattutto, Sarzi Puttini a sinistra si propongono, dialogano con Marras e D'Ursi, fanno vedere un po' di vita.

È, però, ancora la via mediana a lasciare perplessi. Nel 4-2-3-1 Carrera schiera Maita nella posizione di trequartista, privando il centrocampo dell'unico elemento di qualità disponibile in rosa, e costringendo l'ex Catanzaro a barcamenarsi in un ruolo che evidentemente gli va stretto. L'evanescenza totale di Lollo, poi, lascia il solo Bianco a dirigere il traffico davanti alla difesa, e il risultato è modesto: il Bari fa possesso senza trovare mai l'affondo. Quando entra De Risio la musica cambia, ma lo spartito resta perfettibile.

In avanti, poi, fino all'ingresso di Cianci è notte fonda. Candellone finisce per perdersi nell'arcigna marcatura di Bizzotto e Mercadante, Marras e D'Ursi non riescono a trovare spazi per buttarsi in area.

Insomma, buona la prima ma c'è da lavorare ancora tantissimo. Le assenze contemporanee di Andreoni, Antenucci, Di Cesare, Rolando e Citro per infortunio, oltre a Sabbione (squalificato) e Celiento (solo in panchina) confermano che molte riserve non sono all'altezza dei titolari, e che il mercato ha indebolito la rosa più che rinforzarla. Bravo Carrera a lanciare il 17enne Mercurio nel secondo tempo, ma il recupero dei pezzi da 90 deve essere accelerato, pena l'eterna difficoltà. C'è un secondo posto da riguadagnare (l'Avellino è un avversario tosto) e da difendere, e il prossimo impegno – a Catania – diventa davvero la prima di 13 finali, come lo stesso Carrera ha rimarcato.