Una prova di forza nella settimana delle polemiche. Il Bari vola verso la C
Il successo in rimonta contro il Gela è il simbolo del carattere ritrovato dopo Torre del Greco. La vittoria di Cornacchini
lunedì 1 aprile 2019
1.54
Bella no, intensa sì. La partita fra Bari e Gela è il finale più logico per una settimana contraddistinta da polemiche, veleni, misteri. I siciliani alla fine scendono in campo al San Nicola, ma è il Bari a portare a casa un 2-1 che sa di trionfo. Già: dopo il vantaggio gelese firmato da Ragosta su rigore costato l'espulsione ad Aloisi le cose si erano messe maledettamente male. E non perché il Bari non avesse anche in 10 contro 11 le qualità per superare un Gela poco più che modesto, ma perché per la squadra di Cornacchini il compito di tenere a bada un avversario fin troppo agonistico sembrava insormontabile. Dopo 35' di giri a vuoto, con la palla-goal golosa fallita da Neglia, il vantaggio a sorpresa del Gela, con relativo handicap dell'inferiorità numerica per oltre un'ora, sembrava una punizione troppo severa per un Bari a corto d'idee.
Il quartetto offensivo dei piccoletti, con Neglia centravanti supportato da Piovanello-Brienza-Floriano, convince poco. Vuoi perché il capitano incappa in una giornata storta, vuoi perché il numero 11 tende ad andarsi a cercare la posizione lontano dai colossi difensivi gelesi, il primo tempo si chiude con tanti rimpianti e un punteggio che non lascia sperare nulla di buono.
Ma poi si accende la lampadina, innescata anche da una buona dose di sana fortuna: l'autogoal di La Vardera è goffo, ma è anche la scintilla che permette al Bari di ritrovare quel pizzico di serenità in più persa nel mare magno delle provocazioni mosse dagli avversari, che nel dopo gara hanno addirittura parlato di presunti comportamenti antisportivi dei baresi.
E poi ci pensa lui, l'uomo della provvidenza. Iadaresta è in un momento in cui trasforma in oro ogni cosa che tocca. Tre goal consecutivi al San Nicola (due decisivi) per il pennellone che Cornacchini ha reinventato come arma a partita in corso per spaccare gli equilibri, ruolo che il dottor Iadaresta ha accettato con una straordinaria umiltà e grande intelligenza. Cross di Floriano che mette l'ex Latina nelle condizioni di muoversi nel suo habitat naturale: il gioco aereo. La capocciata è fredda e precisa, Castaldo la raccoglie in fondo al sacco e noi parliamo di un'ennesima vittoria, forse quella più importante: la promozione in C è quasi cosa fatta.
Insomma, tutto è bene quel che finisce bene, nonostante agli sgoccioli il Bari perda anche Mattera in una gara che termina 9 contro 10 (espulso Scicolone per gli ospiti). Questo Bari-Gela è la fotografia del campionato, della squadra tracciata da Cornacchini. Che resti o no è ancora tutto da capire, ma al tecnico marchigiano va ascritto il merito di aver dato al gruppo la sua mentalità. Il gioco non sarà stato scintillante, ma era forse troppo chiedere anche lo spettacolo a uno che si è trovato a fare la preparazione a due settimane dall'inizio del campionato, però rabbia, cuore, voglia di chiudere in fretta i conti sono sempre stati i tratti distintivi di questo Bari versione D.
A cavallo del giro di boa si era andata perdendo un po' la verve guerriera della squadra, e Cornacchini in sede pubblica dopo l'inopinata sconfitta di Torre del Greco ha fatto sì che tornassero quegli «Attributi da categoria», come ebbe egli stesso a definirli, che hanno poi permesso ai biancorossi di sfangarla fino ormai a vedere il traguardo. Il mister a un certo punto ha vestito i panni di Virgilio, conducendo il Bari fuori dal Purgatorio con la forza di chi sa di essere superiore ma non smette di dimostrarlo.
Merito al tecnico: questo campionato l'ha vinto lui, facendo rendere al meglio un gruppo di calciatori nettamente sopra la media del dilettantismo, trasformati in squadra quasi con la bacchetta magica. E ora che festa sia: potrebbe essere promozione già contro la Nocerina, più probabile contro il Portici al San Nicola. Il viaggio della purificazione sta per concludersi.
Il quartetto offensivo dei piccoletti, con Neglia centravanti supportato da Piovanello-Brienza-Floriano, convince poco. Vuoi perché il capitano incappa in una giornata storta, vuoi perché il numero 11 tende ad andarsi a cercare la posizione lontano dai colossi difensivi gelesi, il primo tempo si chiude con tanti rimpianti e un punteggio che non lascia sperare nulla di buono.
Ma poi si accende la lampadina, innescata anche da una buona dose di sana fortuna: l'autogoal di La Vardera è goffo, ma è anche la scintilla che permette al Bari di ritrovare quel pizzico di serenità in più persa nel mare magno delle provocazioni mosse dagli avversari, che nel dopo gara hanno addirittura parlato di presunti comportamenti antisportivi dei baresi.
E poi ci pensa lui, l'uomo della provvidenza. Iadaresta è in un momento in cui trasforma in oro ogni cosa che tocca. Tre goal consecutivi al San Nicola (due decisivi) per il pennellone che Cornacchini ha reinventato come arma a partita in corso per spaccare gli equilibri, ruolo che il dottor Iadaresta ha accettato con una straordinaria umiltà e grande intelligenza. Cross di Floriano che mette l'ex Latina nelle condizioni di muoversi nel suo habitat naturale: il gioco aereo. La capocciata è fredda e precisa, Castaldo la raccoglie in fondo al sacco e noi parliamo di un'ennesima vittoria, forse quella più importante: la promozione in C è quasi cosa fatta.
Insomma, tutto è bene quel che finisce bene, nonostante agli sgoccioli il Bari perda anche Mattera in una gara che termina 9 contro 10 (espulso Scicolone per gli ospiti). Questo Bari-Gela è la fotografia del campionato, della squadra tracciata da Cornacchini. Che resti o no è ancora tutto da capire, ma al tecnico marchigiano va ascritto il merito di aver dato al gruppo la sua mentalità. Il gioco non sarà stato scintillante, ma era forse troppo chiedere anche lo spettacolo a uno che si è trovato a fare la preparazione a due settimane dall'inizio del campionato, però rabbia, cuore, voglia di chiudere in fretta i conti sono sempre stati i tratti distintivi di questo Bari versione D.
A cavallo del giro di boa si era andata perdendo un po' la verve guerriera della squadra, e Cornacchini in sede pubblica dopo l'inopinata sconfitta di Torre del Greco ha fatto sì che tornassero quegli «Attributi da categoria», come ebbe egli stesso a definirli, che hanno poi permesso ai biancorossi di sfangarla fino ormai a vedere il traguardo. Il mister a un certo punto ha vestito i panni di Virgilio, conducendo il Bari fuori dal Purgatorio con la forza di chi sa di essere superiore ma non smette di dimostrarlo.
Merito al tecnico: questo campionato l'ha vinto lui, facendo rendere al meglio un gruppo di calciatori nettamente sopra la media del dilettantismo, trasformati in squadra quasi con la bacchetta magica. E ora che festa sia: potrebbe essere promozione già contro la Nocerina, più probabile contro il Portici al San Nicola. Il viaggio della purificazione sta per concludersi.