Verso Bari-Parma, Mignani: «Coefficiente di difficoltà alto. Noi ancora incompleti»

Il mister: «Obiettivi? Aspettiamo fine mercato. Ho la fiducia della società, riparto con lo stesso entusiasmo»

venerdì 11 agosto 2023 16.17
A cura di Riccardo Resta
Si ricomincia, dopo la caustica delusione dello scorso 11 giugno. Il Bari riparte dalla finale playoff persa all'ultimo minuto contro il Cagliari, e domani farà il suo esordio stagionale ospitando (ore 18) il Parma al San Nicola per il primo turno della coppa Italia 2023/2024.

Mister Michele Mignani presenta così la partita: «L'anno scorso nella prima di coppa Italia abbiamo trovato una squadra di C, quest'anno ne troviamo una della nostra categoria, e anche tra le più forti. Sono arrivati a un passo dalla finale playoff, hanno mantenuto lo stesso allenatore e quasi tutto l'organico. Il coefficiente di difficoltà è molto alto, soprattutto perché noi non siamo completissimi. Il Parma non ha solo Partipilo, ma ha grande qualità sugli esterni e bisogna stare attenti. Sperando che Partipilo non ci faccia goal».

Non si può, però, guardare avanti se prima non si è guardato indietro. La mente corre a due mesi fa e a quella finale perduta così amaramente contro il Cagliari; da lì bisogna ripartire, senza più dubbi. «Quella partita ha lasciato uno strascico, non lo possiamo nascondere - ammette Mignani. Immediatamente dopo ci siamo presi dei giorni, che ci servivano per ammortizzare una delusione gigantesca. Ho sempre sentito la fiducia del direttore e della società. Polito mi ha detto: "Non ho contattato nessun allenatore, se te la senti andiamo avanti". Passati i primi dieci giorni non avevo bisogno di sentire nient'altro; perché non avrei dovuto sentirmela? Ho lo stesso entusiasmo del primo giorno a Bari, per me allenare questa squadra è un privilegio. Un privilegio è lavorare in questo modo, con un presidente e un direttore sportivo che ti mettono nelle condizioni di fare bene il tuo mestiere. Non ho mai avuto nessun altro pensiero, non mi sono mai sentito in difficoltà perché ho sempre seduto la fiducia di società e direttore. Che il mio nome non vada bene a qualcuno è pura normalità; io non sono nessuno. Leggo che anche Allegri e Inzaghi non vanno bene, figuriamoci Mignani. Io però sono sereno, quando il direttore mi ha parlato ho solo pensato al Bari».

A tenere banco in città è il tema mercato, che ancora non decolla: «Io non ho chiesto nulla. Io alleno la squadra che mi viene data. Devo cercare di trarre il massimo dalla squadra che ho, spero che anche quest'anno sia competitiva. Alla fine del mercato mancano ancora tanti giorni: abbiamo giocatori in uscita e caselle in entrata da riempire. Vediamo che sarà, poi con il più grande entusiasmo mi metterà ad allenare come ho fatto dal primo giorno di ritiro. Cercherò di ottenere il meglio dai giocatori che ho, non mi metto di certo a chiedere perché non me ne occupo e non è mio costume farlo».

Sugli ultimi due arrivi (ancora da ufficializzare), Mignani aggiunge: «Brenno e Sibilli? Non li ho ancora visti. Ne riparliamo tra una settimana. Il portiere è un profilo a cui siamo stati dietro per molto tempo, possiamo possa dare un contributo. Sbilli è un esterno offensivo che ha le caratteristiche per inserirsi nel nostro modulo. Siamo molto contenti che sia qui con noi».

Ancora il mister: «Io alleno la squadra che ho, il mio compito è tirare fuori il meglio dalla squadra che ho. Credo di esserci riuscito nei primi due anni a Bari, ma ogni anno è diverso all'altro. L'anno scorso nessuno poteva considerarci la terza forza del campionato, poi se è andata così vuol dire che noi abbiamo fatto molto bene e altri meno delle aspettative. Questo è un altro campionato, ci sono squadre con grandi aspettative: le retrocesse dalla A, quelle che l'hanno scorso hanno fallito l'obiettivo, quelle che hanno investito ancora di più per organici importanti. Noi faremo il massimo delle nostre possibilità. Il presidente ha parlato di obiettivo playoff, ma io faccio fatica a stabilire degli obiettivi: fare meglio dell'anno scorso significa arrivare o primi o secondi, oppure vincere i playoff. Ma ora è difficile dirlo: la squadra è incompleta, gli avversari non si conoscono. Faremo il massimo, io devo dimostrare di essere all'altezza della categoria».

Entrando nello specifico dei singoli e dell'assetto tattico, Mignani dice: «Cheddira finché è qui è un giocatore come gli altri del Bari. Se sta bene, non vedo perché non possa giocare. Se poi stanotte cambiano le cose, non lo posso sapere ora. Menez? Ha ancora piccoli fastidi, vediamo se schierarlo dall'inizio. Nasti sta bene, poi ci sono Scheidler e Morachioli: questo è il nostro reparto offensivo ora. Maita l'avevo spostato a sinistra nell'ultima parte dello scorso campionato perché mi serviva andare a fare certi lavori di catena da quella parte e più inserimento dall'altra; avevamo invertito le mezze ali, possiamo ripetere questo esperimento, ma sia Maita sia Bellomo possono giocare indifferentemente a destra e a sinistra. Frattali? Un grande professionista, ora sta bene anche se a inizio ritiro aveva un problema al piede. È un portiere affidabile, domani giocherà lui. Siamo tranquilli di avere un portiere forte in porta».

Il tecnico prosegue: «Credo che si debba aspettare il completamento della rosa per capire le alternative al nostro modulo. Menez è simile a Botta o a Esposito per caratteristiche: può giocare accanto o dietro all'attaccante o agli attaccanti. Sono giocatori che puoi disciplinare e che ti danno imprevedibilità e qualità se li lasci liberi di muoversi, ma anche lui avrà compiti difensivi. Nasti è una punta moderna, che può giocare da prima punta ma anche l'esterno che si accentra. Morachioli predilige una zona di campo, deve crescere e migliorare ma per ottenere il meglio da lui bisogna metterlo dove si sente a suo agio. È molto giovane, deve alzare i giri e migliorare presenza sul campo e personalità. Deve volere la palla più spesso, perché può crearti superiorità; stiamo lavorando anche individualmente su di lui, ma deve esserci predisposizione da parte sua. Si possono fare tante cose, ma ci deve essere del lavoro. L'anno scorso abbiamo cambiato in considerazione degli avversari, e spesso ci siamo riusciti; ci sono, però, anche gli altri e devi difenderti, con dei giocatori che aiutino la fase difensiva della squadra».

Tra sogni di grandi ritorni e cessioni illustri già annunciate, il Bari è ancora un cantiere aperto. Mignani conclude: «Esposito e Benedetti? Di queste cose se ne occupa il direttore, non ho parlato con lui di questi giocatori perché credo sia difficile riaverli. Non escludo nulla, ma non sono nei nostri pensieri in questi momenti. Cheddira? Non decido io, lo considero disponibile se la società mi dice che è disponibile io posso farlo giocare; se il direttore mi dice che non può giocare io non lo faccio giocare».