Verso Bari-Sancataldese, Cornacchini: «Rosa di categoria superiore. Sfida è tenerla sul pezzo»

Il mister alla prima conferenza stampa ufficiale: «Grande occasione per tutti. Mi aspetto avversario rognoso»

sabato 22 settembre 2018 12.39
A cura di Riccardo Resta
È ufficialmente partito il conto alla rovescia per l'esordio della SSC Bari al San Nicola nel campionato di Serie D. Alle 15 di domani l'impianto barese ospiterà la Sancataldese, prossimo avversario dei biancorossi dopo il sonoro 0-3 di Messina.

A presentare la gara è stato il mister Giovanni Cornacchini, alla prima conferenza stampa ufficiale da allenatore del Bari. «Da un mese si lavora insieme e la squadra è ancora tutta da scoprire, soprattutto nei momenti di difficoltà - esordisce il tecnico. Voglio vedere le reazioni lì dove ci sono aspettative enormi. Non mi nascondo: a disposizione ho calciatori di categoria superiore e la difficoltà sarà tenerli sempre sul pezzo. Questo girone non lo conoscevo e l'insidia più grande saranno i campi dove non ci sono le dimensioni giuste. Devo essere bravo a motivare sempre la squadra e a non far calare la tensione. Ci saranno anche momenti di sofferenza».

Domani sarà una prima volta per tutti. Uno stadio che ha ospitato mondiale e Coppa Campioni emoziona, ma non spaventa: «Oggi per la prima volta ci siamo allenati al San Nicola. In questo posto cambia tutto; una cosa molto bella e stimolante - prosegue Cornacchini. Nell'anno del primo Milan di Capello ero stato in questo stadio da calciatore. Domani mi aspetto uno stadio pieno e caldo». A tenere a battesimo il nuovo Bari fra le mura amiche ci sarà la Sancataldese, formazione siciliana che, come gran parte delle compagini del Girone I, sarà una realtà tutta da scoprire come il suo allenatore, l'ex Catania Giuseppe Mascara. «Mi aspetto una squadra rognosa con calciatori di qualità importanti. Va affrontata come se fosse una finale», avverte Cornacchini che, però, rimane abbottonato sulla formazione e su un eventuale turn-over in vista della sfida infrasettimanale di Coppa Italia col Bitonto: «La squadra titolare si può toccare anche se vince; magari non questa settimana ma succederà. Per ora pensiamo partita dopo partita. Ho una rosa ampia di calciatori che possono fare molto bene. Il mio pensiero ora è la partita di domenica».

Il battesimo del fuoco al San Filippo di Messina ha fatto schizzare gli entusiasmi alle stelle. Occhio, però, alle clamorose bucce di banana: «Nel momento in cui abbiamo affrontato il Messina ero contento, perché ha una storia, un campo grande e sa giocare. I miei calciatori, però, devono capire che il calcio in questa categoria non sarà come a Messina. Chi ci vuole male dice che a Natale sarà finito il campionato, ma non è vero. Abbiamo la fortuna di militare in questa società e non possiamo sbagliare; già domani troveremo insidie pericolose e se non hai la giusta concentrazione si possono fare errori e correre rischi».

Fra i tanti calciatori esperti e di categoria superiore in questo Bari c'è spazio anche per un buon numero di giovani di belle promesse, da catechizzare e da far calare nella realtà. A Messina il nervosismo di D'Ignazio è stato un piccolo campanello d'allarme a cui Cornacchini vuole trovare subito rimedio: «Ci vuole concentrazione per evitare errori, soprattutto da parte dei giovani. È una fortuna avere 5 cambi: questi ragazzi hanno la fortuna di lavorare con calciatori più esperti e tutti insieme si può arrivare all'obiettivo. La curiosità c'è ancora, soprattutto prima della gara in casa. Bisogna aspettare un po' di più i ragazzi giovani, che non hanno mai giocato».

Determinato e sanguigno, Cornacchini dà l'impressione di essere una persona dalle idee molto chiare, sia per quel che riguarda l'aspetto tecnico sia per la sfera psicologica dei suoi: «Penso solo a questo campionato; sono molto deciso e convinto - dice il mister. Questa responsabilità mi carica in maniera incredibile; ai ragazzi dico che mi piacerebbe finire l'annata qui. So quali sono i pensieri dei calciatori e cerco di prevenire le difficoltà, come ad esempio il sentirsi sempre i più forti e non calarsi nella categoria. Sono felicissimo di questa rosa; non manca niente nei vari reparti».

«Sono molto istintivo, la mia caratteristica da calciatore - conclude l'allenatore biancorosso. Una cosa che ho trasferito anche in panchina, dove però mi tocca comunque essere più razionale, anche non mi piace essere sereno. Ogni calciatore va trattato per quello che è, anche se nello spogliatoio c'è qualcuno che mi assomiglia. A me non hanno mai detto di tirare fuori il meglio; ai miei ragazzi voglio far capire che allenandosi meglio si può tirar fuori qualcosa in più».







».