Verso Catanzaro-Bari, Maita: «Sfida importante ma non decisiva. Vorrei più tifosi allo stadio»
L’ex della partita: «Un periodo difficile, mia figlia è nata con il Covid. Lotto per raggiungere la B, ma devo fare più goal»
martedì 8 marzo 2022
14.55
Una sfida spartiacque: domenica il Bari, primo in classifica, se la giocherà in casa del Catanzaro secondo per tentare l'allungo (potenzialmente decisivo) a +10 e mettere in cassaforte la promozione diretta.
Ma guai a parlare di partita decisiva, almeno a sentire Mattia Maita, centrocampista biancorosso, grande protagonista di questa stagione e ex della partita che si giocherà il 13 marzo al Ceravolo. «Dopo tanti anni a Catanzaro avevo bisogno di cambiare - ricorda Maita. Lì mi hanno fatto diventare uomo, è una seconda casa; per me sarà una partita speciale. Sarà importante, ma la vittoria del campionato non si decide domenica. Conosco bene l'ambiente, il loro tifo e so che sarà dura. Proveremo a vincere la partita, vedremo come andrà. Sarò concentrato, verso l'obiettivo della società e della piazza. Ci sarà un po' di emozione, anche se nel Catanzaro non ci sono quasi più miei ex compagni di squadra. Ma, comunque, è uno stadio che mi ha dato tanto, una piazza importante; sarà bello per me giocare questa partita».
Maita continua: «Mancano ancora otto partite, domenica ne mancheranno sette, ci vuole ancora un po' per dire che una sfida sarà determinante. In questo momento tutte le partite valgono doppio, anche quella di domenica scorsa: vincere al 92', contro una diretta concorrente, è stato bellissimo. È il momento più difficile del campionato, tutti hanno qualcosa per cui giocare; con Foggia e Messina, per esempio, meritavamo di vincere ma non ci siamo riusciti».
Dopo un febbraio complicato, le ultime tre partite ci hanno restituito un Bari Vincent e convincente. Maita analizza così il momento della squadra: «È arrivata gente nuova a gennaio, è normale un periodo di conoscenza. Chi era qui da prima ha dato qualcosa in più, poi siamo stati anche un po' sfortunati. In tutte le categorie ci sono periodi del genere, ma siamo molto felici di questo momento. Siamo concentrati, come sempre cercheremo di vincere la partita».
Il Bari, si diceva, viene dalla fondamentale vittoria interna contro la Virtus Francavilla, con un goal al 29' di Citro su assist proprio di Maita. Ma dalla società brindisina si sono lamentati per una presunta gomitata rifilata da Maita a un avversario proprio nell'azione del goal vittoria: «Stavo portando palla e mi sono sentito tirare da dietro, ho perso l'equilibrio e non mi sembra di aver fatto un fallo eclatante - ricostruisce il 4 del Bari. Io non l'ho neanche sfiorato, il mio è stato il movimento naturale di chi viene tirato da dietro. Bravo l'arbitro a far proseguire l'azione; lui era a un metro, se mi avesse visto prenderlo in faccia mi avrebbe buttato fuori».
Maita grande protagonista della stagione biancorossa, dicevamo. Sembra, infatti, passato anche il momento di difficoltà avvertito a inizio 2022, quando mister Mignani ha riportato Maita nel suo ruolo naturale di mezzala destra, dopo le ottime cose fatte vedere in posizione di regista. Ma, spiega Maita, all'origine di quel periodo di calo ci sono ti motivi non solo di ordine calcistico, ma anche personale: «Fra gennaio e febbraio è stato bellissimo per me perché è nata mia figlia, ma fare avanti e indietro da Messina è stato massacrante - racconta Maita. In più la bimba appena nata è risultata positiva al Covid; non è stato facile. Ma per fortuna ora è tutto ok. Non viglio trovare alibi, gli alti e i bassi ce li hanno tutti. Non è una questione di ruolo, ci sono componenti anche fisiche e mentali. Adesso mentalmente sono un po' più libero. Il mio obiettivo è sempre stato dare il massimo, l'unica mia pecca personale è il goal; faccio una fatica incredibile però mi fa piacere fare assist e aiutare gli altri a segnare. È più importante il noi dell'io».
Arrivato in biancorosso nel gennaio del 2020, Maita ha vissuto con il Bari la delusione della finale playoff persa contro la Reggiana e la disastrosa esperienza della stagione 2020/2021. Ma, adesso, ha voglia di riscatto e fa un appello alla piazza: «L'anno scorso non è stato facile, ma quest'anno siamo in una bella situazione e vorrei trasmettere fuori l'entusiasmo che abbiamo noi. Vorrei più gente allo stadio, più trasporto emotivo. Ho visto dei video della piazza di Bari davvero clamorosi; non chiedo 50mila persone, ma anche i 20mila con il Foggia sono stati bellissimi. In questo finale di stagione ci servirebbe anche questo».
Maita parla ancora dalla stagione passata e spiega: «L'anno scorso, dopo il rinnovo, è stato un momento particolare. La squadra non era male, ma non siamo stati in grado di esprimere il nostro valore; avevamo un avversario che andava al doppio della velocità, questo ci ha tolto qualcosa. Noi non dobbiamo pensare a quello che dicono gli altri, pensiamo solo a noi stessi, ai nostri errori. Siamo una grande squadra, anche a livello di gioco espresso. Per essere a Bari devi avere dei colpi in più rispetto agli altri. Pensiamo a lavorare, a seguire le indicazioni del mister; i frutti si stanno vedendo».
A 27 anni, Maita si è costruito un'ottima carriera in serie C, ma gli manca ancora il salto in cadetteria: «Ognuno ha quel che si merita. Qualche anno fa sbagliavo il modo di iniziare le stagioni, poi il mio procuratore mi ha aiutato a preparare il pre-ritiro e a sistemare la mia vita giornaliera. Dal quando sono arrivato a Bari ho sempre detto che questa squadra non può essere rifiutata in nessuna categoria; spero di arrivare il prima possibile in serie B con il Bari, ma se ho sempre fatto serie C evidentemente è perché me lo sono meritato. Sono ancora un po' giovane, non credo di essere finito», conclude Maita.
Ma guai a parlare di partita decisiva, almeno a sentire Mattia Maita, centrocampista biancorosso, grande protagonista di questa stagione e ex della partita che si giocherà il 13 marzo al Ceravolo. «Dopo tanti anni a Catanzaro avevo bisogno di cambiare - ricorda Maita. Lì mi hanno fatto diventare uomo, è una seconda casa; per me sarà una partita speciale. Sarà importante, ma la vittoria del campionato non si decide domenica. Conosco bene l'ambiente, il loro tifo e so che sarà dura. Proveremo a vincere la partita, vedremo come andrà. Sarò concentrato, verso l'obiettivo della società e della piazza. Ci sarà un po' di emozione, anche se nel Catanzaro non ci sono quasi più miei ex compagni di squadra. Ma, comunque, è uno stadio che mi ha dato tanto, una piazza importante; sarà bello per me giocare questa partita».
Maita continua: «Mancano ancora otto partite, domenica ne mancheranno sette, ci vuole ancora un po' per dire che una sfida sarà determinante. In questo momento tutte le partite valgono doppio, anche quella di domenica scorsa: vincere al 92', contro una diretta concorrente, è stato bellissimo. È il momento più difficile del campionato, tutti hanno qualcosa per cui giocare; con Foggia e Messina, per esempio, meritavamo di vincere ma non ci siamo riusciti».
Dopo un febbraio complicato, le ultime tre partite ci hanno restituito un Bari Vincent e convincente. Maita analizza così il momento della squadra: «È arrivata gente nuova a gennaio, è normale un periodo di conoscenza. Chi era qui da prima ha dato qualcosa in più, poi siamo stati anche un po' sfortunati. In tutte le categorie ci sono periodi del genere, ma siamo molto felici di questo momento. Siamo concentrati, come sempre cercheremo di vincere la partita».
Il Bari, si diceva, viene dalla fondamentale vittoria interna contro la Virtus Francavilla, con un goal al 29' di Citro su assist proprio di Maita. Ma dalla società brindisina si sono lamentati per una presunta gomitata rifilata da Maita a un avversario proprio nell'azione del goal vittoria: «Stavo portando palla e mi sono sentito tirare da dietro, ho perso l'equilibrio e non mi sembra di aver fatto un fallo eclatante - ricostruisce il 4 del Bari. Io non l'ho neanche sfiorato, il mio è stato il movimento naturale di chi viene tirato da dietro. Bravo l'arbitro a far proseguire l'azione; lui era a un metro, se mi avesse visto prenderlo in faccia mi avrebbe buttato fuori».
Maita grande protagonista della stagione biancorossa, dicevamo. Sembra, infatti, passato anche il momento di difficoltà avvertito a inizio 2022, quando mister Mignani ha riportato Maita nel suo ruolo naturale di mezzala destra, dopo le ottime cose fatte vedere in posizione di regista. Ma, spiega Maita, all'origine di quel periodo di calo ci sono ti motivi non solo di ordine calcistico, ma anche personale: «Fra gennaio e febbraio è stato bellissimo per me perché è nata mia figlia, ma fare avanti e indietro da Messina è stato massacrante - racconta Maita. In più la bimba appena nata è risultata positiva al Covid; non è stato facile. Ma per fortuna ora è tutto ok. Non viglio trovare alibi, gli alti e i bassi ce li hanno tutti. Non è una questione di ruolo, ci sono componenti anche fisiche e mentali. Adesso mentalmente sono un po' più libero. Il mio obiettivo è sempre stato dare il massimo, l'unica mia pecca personale è il goal; faccio una fatica incredibile però mi fa piacere fare assist e aiutare gli altri a segnare. È più importante il noi dell'io».
Arrivato in biancorosso nel gennaio del 2020, Maita ha vissuto con il Bari la delusione della finale playoff persa contro la Reggiana e la disastrosa esperienza della stagione 2020/2021. Ma, adesso, ha voglia di riscatto e fa un appello alla piazza: «L'anno scorso non è stato facile, ma quest'anno siamo in una bella situazione e vorrei trasmettere fuori l'entusiasmo che abbiamo noi. Vorrei più gente allo stadio, più trasporto emotivo. Ho visto dei video della piazza di Bari davvero clamorosi; non chiedo 50mila persone, ma anche i 20mila con il Foggia sono stati bellissimi. In questo finale di stagione ci servirebbe anche questo».
Maita parla ancora dalla stagione passata e spiega: «L'anno scorso, dopo il rinnovo, è stato un momento particolare. La squadra non era male, ma non siamo stati in grado di esprimere il nostro valore; avevamo un avversario che andava al doppio della velocità, questo ci ha tolto qualcosa. Noi non dobbiamo pensare a quello che dicono gli altri, pensiamo solo a noi stessi, ai nostri errori. Siamo una grande squadra, anche a livello di gioco espresso. Per essere a Bari devi avere dei colpi in più rispetto agli altri. Pensiamo a lavorare, a seguire le indicazioni del mister; i frutti si stanno vedendo».
A 27 anni, Maita si è costruito un'ottima carriera in serie C, ma gli manca ancora il salto in cadetteria: «Ognuno ha quel che si merita. Qualche anno fa sbagliavo il modo di iniziare le stagioni, poi il mio procuratore mi ha aiutato a preparare il pre-ritiro e a sistemare la mia vita giornaliera. Dal quando sono arrivato a Bari ho sempre detto che questa squadra non può essere rifiutata in nessuna categoria; spero di arrivare il prima possibile in serie B con il Bari, ma se ho sempre fatto serie C evidentemente è perché me lo sono meritato. Sono ancora un po' giovane, non credo di essere finito», conclude Maita.