Verso Perugia-Bari, Mignani: «Sarà partita durissima. Quello che conta sono i punti»
Il mister: «Dobbiamo mantenere equilibrio, senza rinunciare a offendere. Zuzek? Ragazzo in gamba. D’Errico? Avrà la sua occasione»
sabato 27 agosto 2022
12.43
Vigilia di campionato per mister Michele Mignani, che domani sera sarà impegnato sul campo del Perugia di Fabrizio Castori per la terza giornata della serie B 2022/2023.
Presentando la ostica trasferta del Renato Curi, mister Mignani ha detto: «Parma e Palermo sono stati test molto attendibili, e così sarà il Perugia. A ogni partita si affrontano dei test, li abbiamo sempre considerati tali; in serie B non ci sono test non attendibili. Affrontiamo una squadra molto solida, concreta, allenata da un tecnico che ha vinto e sa quello che vuole. Sarà durissima dal punto di vista fisico, ma credo che queste due partite di campionato e quelle di coppa Italia abbiano dimostrato che il Bari è in salute; andiamo a giocarcela come sempre».
Un Bari che, dopo i pareggi contro Parma e Palermo, ha forse raccolto meno di quanto avrebbe meritato: «I complimenti fanno piacere, soprattutto se arrivano dagli addetti ai lavori, però contano i punti - la ricetta di Mignani. Non non andiamo in campo per ricevere complimenti, ma per fare punti; non ci siamo riusciti, ma già Perugia scenderemo in campo per fare bottino pieno. Questo è sempre il nostro pensiero. Molte volte si dice una frase scontata: quando non puoi vincere, allora non devi perdere. Alla fine anche un punto, messo nel momento giusto della stagione, fa classifica. La nostra mentalità è quella di una squadra che ha provato a vincere, non ci siamo riusciti ma proveremo a farlo nelle prossime partite. Il Perugia è partito male nel senso che nella prima partita a Palermo, dopo il rigore subito, ha dovuto fare tutta la partita in 10. Con il Parma hanno fatto una buona partita, se la sono giocata contro una squadra con qualità. Come noi, anche il Perugia avrà tanta voglia di vincere; sarà il campo a dire chi lo ha meritato di più. A volte giochi bene ma non vinci, a volte giochi male e vinci; alla fine contano i punti».
Parlando ancora della partita, Mignani aggiunge: «Due anni fa Castori ha portato la Salernitana in A, il Perugia è una squadra tosta, che si difende molto bene e quando conquista palla ribalta immediatamente l'azione. Ci saranno momenti in cui la partita sarà aperta e momenti in cui sarà chiusa; gli episodi possono determinare gli eventi in corso. Se una squadra va sotto dopo pochi minuti ha un atteggiamento diverso rispetto alla squadra che va in vantaggio dopo pochi minuti; sono convinto che nell'arco di 95' ci sono tante partite nella partita».
In settimana è arrivato il difensore sloveno Zan Zuzek, che il tecnico ha già visionato nei primi allenamenti con i nuovi compagni: «Zuzek è un ragazzo molto in gamba - racconta Mignani. Ha iniziato ad allenarsi con noi da mercoledì, ci vuole un periodo di adattamento al lavoro e ai meccanismi con i compagni di squadra, ma si vede che è un ragazzo sveglio e con voglia di apprendere; cerca già di parlare in italiano, di capire quali sono le richieste del tecnico. È a disposizione, vediamo se partirà dall'inizio; è in forma, ha già fatto diverse partite, anche dei preliminari europei, quindi sotto questo aspetto non ho pensieri. Devo solo ragionare sul fatto che avrà bisogno di un po' di tempo per affiatarsi con i compagni».
Sulle possibili soluzioni tattiche, Mignani spiega: «A Verona, in coppa Italia, abbiamo giocato con una punta centrale e due più esterne, e l'abbiamo ripetuto anche in campionato. Come sempre, in campo ci sono tre attaccanti che in base all'avversario e ai nostri pensieri si possono mettere più dentro, più aperti o più alti. Rimango convinto che una squadra debba avere equilibrio, senza rinunciare a offendere bisogna fare un'ottima fase difensiva. L'anno scorso abbiamo preso pochi goal, questo è alla base di una squadra che vuole fare tanti punti. Però è anche vero che in serie B le squadre se la giocano, soprattutto nella prima parte di stagione, e si mettono anche a rischio di ripartenze. All'inizio è più facile che le partite siano meno tattiche, poi più si va avanti più i punti sono pesanti e si vedrà forse più equilibrio. Il Bari deve essere una squadra equilibrata: si difende in 11, poi si attacca con quanti più uomini possibili».
Soffermandosi su alcuni singoli, il tecnico aggiunge: «Non vedo Antenucci molto lontano dalla sua condizione ottimale. I dati ci dicono che sta bene, non salta un minuto in allenamento e raggiunge picchi di velocità e di distanza in partita come se fosse un ragazzo di 22 anni. Ci sono dei momenti della partita in cui gli attaccanti possono sembrare meno lucidi o meno dentro la partita, ma anche con il Palermo Antenucci è cresciuto con l'andare avanti della partita. Abbiamo soluzioni alternative nel reparto offensivo, ho la più ampia libertà di scegliere quelli più adatti alla partita di domenica. Cangiano? Tutti partono con le stesse probabilità di giocare. Cerco di capire chi sta meglio e chi sta meno bene, sono molto determinanti i cambi e a volte fai delle scelte per tenere in panchina gente che immediatamente può entrare in partita. Però tutti quelli che ho a disposizione hanno tutti la stessa considerazione da parte mia, poi però vanno fatte delle scelte e non puoi ribaltare una squadra che in questo momento ha raggiunto un certo equilibrio. Dorval? Sono contento di lui, viene dalla serie D e si è immediatamente integrato nel nostro contesto. È brevilineo, veloce e copre bene campo; ha buone attitudini offensive, a destra e a sinistra, ha qualità nella gestione della palla ed è pronto per giocare. Chiaramente, ci sono dei ruoli in cui è più facile fare sostituzione in corso, non ho bisogno di capire se può fare al caso nostro perché lo abbiamo valutato a lungo anche nel ritiro e ha la mia piena considerazione».
Sul centrocampo e sul dualismo tra Folorunsho e D'Errico (fin qui zero minuti per uno dei protagonisti della promozione in B) il tecnico spiega: «Folorunsho è un giocatore che ha ancora un universo davanti, lo devo scoprire io ma lo deve scoprire anche lui. Ha forza fisica e qualità, può fare tantissimi ruoli e può essere determinante in zona goal. Lo abbiamo utilizzato da mezzala, ha fatto goal con inserimento e con il tiro da fuori; deve migliorare la fase di non possesso, ma ha motore per fare entrambe le fasi. D'Errico? Ci sono giocatori che l'anno scorso sono stati protagonisti e che in questo momento sono penalizzati. Oltre a D'Errico, mi viene in mente anche Gigliotti. Per me i giocatori sono tutti giocatori nello stesso modo. Le frizioni sono situazioni che mi fanno sorridere: D'Errico è genuino e simpatico, io potrei essere suo padre, non abbiamo mai avuto problemi. Si sta allenando molto bene, con le sue caratteristiche riesce a dare il meglio di sé partendo dal centrosinistra, sta imparando ad andare nello spazio. In quella zona abbiamo tante soluzioni, per me è difficilissimo scegliere; ho fatto giocare Folorunsho per una questione di centimetri e chili, è andata bene ma D'Errico se continua a dare segnali positivi prima o poi arriverà anche il suo momento».
Il Bari è completo? Ecco la disamina di Mignani, che conclude: «Sotto certi aspetti no, sotto altri sì. In questa prima parte di stagione abbiamo dimostrato che con gli elementi a disposizione siamo competitivi, ma sappiamo che in alcuni ruoli mancano delle caratteristiche, e vogliamo colmare queste lacune con la chiusura del mercato. Ce lo diciamo da tempo, manca poco e vediamo cosa riusciremo a fare. Non sempre dipende da te, stiamo cercando di lavorare per inserire qualche tassello in funzione di quello che pensiamo che manchi. Io alleno i giocatori che ho, non mi butto davanti alla macchina di nessuno per dire voglio questo o quell'altro. La squadra ha fatto buone partite, questo mi rende orgoglioso del gruppo che alleno».
Presentando la ostica trasferta del Renato Curi, mister Mignani ha detto: «Parma e Palermo sono stati test molto attendibili, e così sarà il Perugia. A ogni partita si affrontano dei test, li abbiamo sempre considerati tali; in serie B non ci sono test non attendibili. Affrontiamo una squadra molto solida, concreta, allenata da un tecnico che ha vinto e sa quello che vuole. Sarà durissima dal punto di vista fisico, ma credo che queste due partite di campionato e quelle di coppa Italia abbiano dimostrato che il Bari è in salute; andiamo a giocarcela come sempre».
Un Bari che, dopo i pareggi contro Parma e Palermo, ha forse raccolto meno di quanto avrebbe meritato: «I complimenti fanno piacere, soprattutto se arrivano dagli addetti ai lavori, però contano i punti - la ricetta di Mignani. Non non andiamo in campo per ricevere complimenti, ma per fare punti; non ci siamo riusciti, ma già Perugia scenderemo in campo per fare bottino pieno. Questo è sempre il nostro pensiero. Molte volte si dice una frase scontata: quando non puoi vincere, allora non devi perdere. Alla fine anche un punto, messo nel momento giusto della stagione, fa classifica. La nostra mentalità è quella di una squadra che ha provato a vincere, non ci siamo riusciti ma proveremo a farlo nelle prossime partite. Il Perugia è partito male nel senso che nella prima partita a Palermo, dopo il rigore subito, ha dovuto fare tutta la partita in 10. Con il Parma hanno fatto una buona partita, se la sono giocata contro una squadra con qualità. Come noi, anche il Perugia avrà tanta voglia di vincere; sarà il campo a dire chi lo ha meritato di più. A volte giochi bene ma non vinci, a volte giochi male e vinci; alla fine contano i punti».
Parlando ancora della partita, Mignani aggiunge: «Due anni fa Castori ha portato la Salernitana in A, il Perugia è una squadra tosta, che si difende molto bene e quando conquista palla ribalta immediatamente l'azione. Ci saranno momenti in cui la partita sarà aperta e momenti in cui sarà chiusa; gli episodi possono determinare gli eventi in corso. Se una squadra va sotto dopo pochi minuti ha un atteggiamento diverso rispetto alla squadra che va in vantaggio dopo pochi minuti; sono convinto che nell'arco di 95' ci sono tante partite nella partita».
In settimana è arrivato il difensore sloveno Zan Zuzek, che il tecnico ha già visionato nei primi allenamenti con i nuovi compagni: «Zuzek è un ragazzo molto in gamba - racconta Mignani. Ha iniziato ad allenarsi con noi da mercoledì, ci vuole un periodo di adattamento al lavoro e ai meccanismi con i compagni di squadra, ma si vede che è un ragazzo sveglio e con voglia di apprendere; cerca già di parlare in italiano, di capire quali sono le richieste del tecnico. È a disposizione, vediamo se partirà dall'inizio; è in forma, ha già fatto diverse partite, anche dei preliminari europei, quindi sotto questo aspetto non ho pensieri. Devo solo ragionare sul fatto che avrà bisogno di un po' di tempo per affiatarsi con i compagni».
Sulle possibili soluzioni tattiche, Mignani spiega: «A Verona, in coppa Italia, abbiamo giocato con una punta centrale e due più esterne, e l'abbiamo ripetuto anche in campionato. Come sempre, in campo ci sono tre attaccanti che in base all'avversario e ai nostri pensieri si possono mettere più dentro, più aperti o più alti. Rimango convinto che una squadra debba avere equilibrio, senza rinunciare a offendere bisogna fare un'ottima fase difensiva. L'anno scorso abbiamo preso pochi goal, questo è alla base di una squadra che vuole fare tanti punti. Però è anche vero che in serie B le squadre se la giocano, soprattutto nella prima parte di stagione, e si mettono anche a rischio di ripartenze. All'inizio è più facile che le partite siano meno tattiche, poi più si va avanti più i punti sono pesanti e si vedrà forse più equilibrio. Il Bari deve essere una squadra equilibrata: si difende in 11, poi si attacca con quanti più uomini possibili».
Soffermandosi su alcuni singoli, il tecnico aggiunge: «Non vedo Antenucci molto lontano dalla sua condizione ottimale. I dati ci dicono che sta bene, non salta un minuto in allenamento e raggiunge picchi di velocità e di distanza in partita come se fosse un ragazzo di 22 anni. Ci sono dei momenti della partita in cui gli attaccanti possono sembrare meno lucidi o meno dentro la partita, ma anche con il Palermo Antenucci è cresciuto con l'andare avanti della partita. Abbiamo soluzioni alternative nel reparto offensivo, ho la più ampia libertà di scegliere quelli più adatti alla partita di domenica. Cangiano? Tutti partono con le stesse probabilità di giocare. Cerco di capire chi sta meglio e chi sta meno bene, sono molto determinanti i cambi e a volte fai delle scelte per tenere in panchina gente che immediatamente può entrare in partita. Però tutti quelli che ho a disposizione hanno tutti la stessa considerazione da parte mia, poi però vanno fatte delle scelte e non puoi ribaltare una squadra che in questo momento ha raggiunto un certo equilibrio. Dorval? Sono contento di lui, viene dalla serie D e si è immediatamente integrato nel nostro contesto. È brevilineo, veloce e copre bene campo; ha buone attitudini offensive, a destra e a sinistra, ha qualità nella gestione della palla ed è pronto per giocare. Chiaramente, ci sono dei ruoli in cui è più facile fare sostituzione in corso, non ho bisogno di capire se può fare al caso nostro perché lo abbiamo valutato a lungo anche nel ritiro e ha la mia piena considerazione».
Sul centrocampo e sul dualismo tra Folorunsho e D'Errico (fin qui zero minuti per uno dei protagonisti della promozione in B) il tecnico spiega: «Folorunsho è un giocatore che ha ancora un universo davanti, lo devo scoprire io ma lo deve scoprire anche lui. Ha forza fisica e qualità, può fare tantissimi ruoli e può essere determinante in zona goal. Lo abbiamo utilizzato da mezzala, ha fatto goal con inserimento e con il tiro da fuori; deve migliorare la fase di non possesso, ma ha motore per fare entrambe le fasi. D'Errico? Ci sono giocatori che l'anno scorso sono stati protagonisti e che in questo momento sono penalizzati. Oltre a D'Errico, mi viene in mente anche Gigliotti. Per me i giocatori sono tutti giocatori nello stesso modo. Le frizioni sono situazioni che mi fanno sorridere: D'Errico è genuino e simpatico, io potrei essere suo padre, non abbiamo mai avuto problemi. Si sta allenando molto bene, con le sue caratteristiche riesce a dare il meglio di sé partendo dal centrosinistra, sta imparando ad andare nello spazio. In quella zona abbiamo tante soluzioni, per me è difficilissimo scegliere; ho fatto giocare Folorunsho per una questione di centimetri e chili, è andata bene ma D'Errico se continua a dare segnali positivi prima o poi arriverà anche il suo momento».
Il Bari è completo? Ecco la disamina di Mignani, che conclude: «Sotto certi aspetti no, sotto altri sì. In questa prima parte di stagione abbiamo dimostrato che con gli elementi a disposizione siamo competitivi, ma sappiamo che in alcuni ruoli mancano delle caratteristiche, e vogliamo colmare queste lacune con la chiusura del mercato. Ce lo diciamo da tempo, manca poco e vediamo cosa riusciremo a fare. Non sempre dipende da te, stiamo cercando di lavorare per inserire qualche tassello in funzione di quello che pensiamo che manchi. Io alleno i giocatori che ho, non mi butto davanti alla macchina di nessuno per dire voglio questo o quell'altro. La squadra ha fatto buone partite, questo mi rende orgoglioso del gruppo che alleno».