Verso Pisa-Bari, Mignani: «Dobbiamo dimostrare sul campo di essere più forti dell’anno scorso»
Il mister in vista della trasferta: «Le partite vivono di inerzie emotive, cerchiamo di non subire gli eventi»
venerdì 15 settembre 2023
12.31
Finalmente, si torna in campo. Dopo due settimane di pausa per le nazionali, domani il Bari tornerà a calcare il prato verde nella complicata trasferta di Pisa, che segue lo 0-0 maturato contro la Ternana, sempre fuori casa.
Mister Michele Mignani presenta così la sfida nella conferenza di vigilia: «In mezzo al campo abbiamo tante soluzioni. Che il Bari sia più forte, che gli avversari siano fattibili, che ci sia anima sono tutti discorsi: alla fine conta quello che avviene in campo. Troveremo un avversario molto forte, che ha fatto investimenti per un campionato di vertice, con un allenatore giovane in rampa di lancio. A domani dobbiamo arrivare con la voglia di dimostrare di essere più bravi di loro, poi sarà la partita a stabilirlo».
Ancora il tecnico: «Quello che cerchiamo è il risultato. L'anima è quella di una squadra che al meglio delle sue capacità vuole provare a ottenere il risultato. Il primo pensiero va alla vittoria, ma se non puoi vincere devi cercare di non perdere: lo trovo un atteggiamento giusto da parte della squadra, significa che a ogni partita vuoi raccogliere il massimo. Se la discussione è tra giocare bene e vincere o giocare male e vincere, io credo che il Bari provi a giocare a calcio senza pallonate in avanti o difendendoci e basta. Cerchiamo di avere equilibrio, difendendoci con dieci giocatori più il portiere per poi essere propositivi. Se l'a considerazione di base è di avere un'anima e di restare aggrappati al risultato, io ne sono felice».
Ieri ha parlato il diesse Polito, e Mignani fa eco: «Il direttore ha parlato di un Bari più forte sulla carta, per esserlo sul campo ci vogliono tanti ingredienti. Tra questi ci metto qualità fisiche e tecniche, organizzazione, motivazione e qualità caratteriali: quando cambi tanti giocatori devi andare a ricercare queste cose, oggi non ho questa certezza ma credo che la squadra sia competitiva e omogenea. Solo il tempo stabilirà se siamo più forti dell'anno scorso».
Il mister prosegue: «Le partite vivono di inerzie emotive. Quando una squadra sta vincendo cerca di mantenere il risultato, quando sta perdendo invece rischia qualcosa in più. Cerchiamo di lavorare per non subire questi eventi; abbiamo lavorato sul non abbassarci troppo e sul non avere timore di affrontare gli avversari. A volte, però, devi affrontare la forza degli avversari, e sono loro che ti mettono in condizione di non riuscirci. Proviamo a essere aggressivi più alti per non stare a lungo nella nostra area. In queste due settimane abbiamo fatto bene, sento che possiamo farlo ancora meglio».
A Pisa non dovrebbe esserci ancora Davide Diaw, alle prese con qualche noia muscolare: «Diaw sta recuperando, ma quando ci sono problemi muscolari bisogna stare attenti - spiega Mignani. Lui è uno scattista ed è più predisposto a subire piccoli traumi muscolari. Il ragazzo è tranquillo, la settimana scorsa ha fatto quasi tutto con la squadra, questa settimana abbiamo rallentato, ma credo che non ci vorrà ancora molto tempo. Questa settimana sono mancati Diaw e Nasti, i nostri terminali offensivi. Abbiamo cercato di ricondizionare chi è arrivato da poco non nelle migliori condizioni fisiche; questo è stato l'obiettivo nelle ultime due settimane. Se il mercato chiudesse dopo una settimana noi allenatori saremmo felici, invece dobbiamo accontentarci di quello che succede nelle ultime giornate».
Sui nuovi arrivati nelle ultime ore di mercato, il tecnico aggiunge: «Aramu l'ho trovato come l'avevo lasciato, un ragazzo spensierato e simpatico. Sono passati cinque anni, ha fatto esperienze diverse ed è migliorato. Deve crescere in condizione, negli ultimi giorni al Genoa si è rilassato un pochino. L'ho fatto entrare a Terni, ma deve ancora allinearsi agli altri, pur essendo cresciuto sotto l'aspetto fisico. Ha un gran piede anche su palla da fermo, per essere pericolosi bisogna calciarle bene, sia quelle dirette sia quelle indirette. Anche Acampora e Achick possono calciare, ma c'è bisogno di averli in campo: si fanno valutazioni, non si fa giocare qualcuno solo perché sa calciare le punizioni. Altrimenti è il football americano. Acampora sta crescendo, ha bisogno di un po' di tempo ma può diventare importante per la nostra squadra. È importante avere giocatori con quel piede, c'è la possibilità di giocare in maniera diversa. Quando hai tanti destri tendi a incrociare, lui da mancino ti dà la possibilità di incrociare anche col sinistro. Gliozzi? Per caratteristiche mi piace, ma la trattativa non è andata quindi è inutile parlare di lui».
E ancora: «Frabotta ha lavorato quanto Ricci, non facciamo mai titolari e riserve in allenamento. Tutti devono fare lo stesso lavoro ed essere abituati a giocare con i compagni. Frabotta a Terni non l'avevo considerato per un fastidio al quadricipite, ma adesso è cresciuto e sta bene. Gli mancava il ritmo del lavoro col pallone, ora ha minuti di partita nelle gambe. Edjouma e Achik? Fisicamente sono prontissimi. Achik ha fatto la preparazione e le amichevoli, poi sono ragazzi giovani. Devono ancora inserirsi completamente nel pensiero tattico, c'è un po' di remora in tal senso ma sono pronti anche per giocare dall'inizio».
Facendo i raggi X all'avversario, Mignani analizza: «Il Pisa ha investito per prendere giocatori di qualità, e ha mantenuto giocatori forti. In mezzo al campo gioca Veloso, che è stato nazionale portoghese. Hanno fatto anche loro delle scommesse, ma hanno nazionali e il livello qualitativo è molto alto. Una squadra che ha voglia di dire la sua, l'allenatore è giovane ma ha già dimostrato di essere molto in gamba. Ti aprono molto, lavorano in ampiezza e creano problemi. Dobbiamo sempre cercare di risolvere le problematiche e cercare di far male dove sappiamo di poter far male».
Il tecnico conclude: «Sono cambiate le caratteristiche dei calciatori, ma io credo che il calcio vada semplificato. Il pensiero nostro deve essere avvicinarci alla porta per fare goal e cercare di difenderci. I concetti sono molto più importanti dei moduli; nel calcio è difficile forzare le giocate, bisogna sfruttare i calciatori nelle loro qualità migliori. Se uno calcia bene in porta, bisogna cercare di tenerlo più vicino alla porta. Il problema è far capire ai nuovi i concetti su cui lavoriamo. I giocatori non si valutano per un tempo e una partita, ma per quello che fanno in settimana. Non tagliamo teste solo perché hanno sbagliato mezza partita».
Mister Michele Mignani presenta così la sfida nella conferenza di vigilia: «In mezzo al campo abbiamo tante soluzioni. Che il Bari sia più forte, che gli avversari siano fattibili, che ci sia anima sono tutti discorsi: alla fine conta quello che avviene in campo. Troveremo un avversario molto forte, che ha fatto investimenti per un campionato di vertice, con un allenatore giovane in rampa di lancio. A domani dobbiamo arrivare con la voglia di dimostrare di essere più bravi di loro, poi sarà la partita a stabilirlo».
Ancora il tecnico: «Quello che cerchiamo è il risultato. L'anima è quella di una squadra che al meglio delle sue capacità vuole provare a ottenere il risultato. Il primo pensiero va alla vittoria, ma se non puoi vincere devi cercare di non perdere: lo trovo un atteggiamento giusto da parte della squadra, significa che a ogni partita vuoi raccogliere il massimo. Se la discussione è tra giocare bene e vincere o giocare male e vincere, io credo che il Bari provi a giocare a calcio senza pallonate in avanti o difendendoci e basta. Cerchiamo di avere equilibrio, difendendoci con dieci giocatori più il portiere per poi essere propositivi. Se l'a considerazione di base è di avere un'anima e di restare aggrappati al risultato, io ne sono felice».
Ieri ha parlato il diesse Polito, e Mignani fa eco: «Il direttore ha parlato di un Bari più forte sulla carta, per esserlo sul campo ci vogliono tanti ingredienti. Tra questi ci metto qualità fisiche e tecniche, organizzazione, motivazione e qualità caratteriali: quando cambi tanti giocatori devi andare a ricercare queste cose, oggi non ho questa certezza ma credo che la squadra sia competitiva e omogenea. Solo il tempo stabilirà se siamo più forti dell'anno scorso».
Il mister prosegue: «Le partite vivono di inerzie emotive. Quando una squadra sta vincendo cerca di mantenere il risultato, quando sta perdendo invece rischia qualcosa in più. Cerchiamo di lavorare per non subire questi eventi; abbiamo lavorato sul non abbassarci troppo e sul non avere timore di affrontare gli avversari. A volte, però, devi affrontare la forza degli avversari, e sono loro che ti mettono in condizione di non riuscirci. Proviamo a essere aggressivi più alti per non stare a lungo nella nostra area. In queste due settimane abbiamo fatto bene, sento che possiamo farlo ancora meglio».
A Pisa non dovrebbe esserci ancora Davide Diaw, alle prese con qualche noia muscolare: «Diaw sta recuperando, ma quando ci sono problemi muscolari bisogna stare attenti - spiega Mignani. Lui è uno scattista ed è più predisposto a subire piccoli traumi muscolari. Il ragazzo è tranquillo, la settimana scorsa ha fatto quasi tutto con la squadra, questa settimana abbiamo rallentato, ma credo che non ci vorrà ancora molto tempo. Questa settimana sono mancati Diaw e Nasti, i nostri terminali offensivi. Abbiamo cercato di ricondizionare chi è arrivato da poco non nelle migliori condizioni fisiche; questo è stato l'obiettivo nelle ultime due settimane. Se il mercato chiudesse dopo una settimana noi allenatori saremmo felici, invece dobbiamo accontentarci di quello che succede nelle ultime giornate».
Sui nuovi arrivati nelle ultime ore di mercato, il tecnico aggiunge: «Aramu l'ho trovato come l'avevo lasciato, un ragazzo spensierato e simpatico. Sono passati cinque anni, ha fatto esperienze diverse ed è migliorato. Deve crescere in condizione, negli ultimi giorni al Genoa si è rilassato un pochino. L'ho fatto entrare a Terni, ma deve ancora allinearsi agli altri, pur essendo cresciuto sotto l'aspetto fisico. Ha un gran piede anche su palla da fermo, per essere pericolosi bisogna calciarle bene, sia quelle dirette sia quelle indirette. Anche Acampora e Achick possono calciare, ma c'è bisogno di averli in campo: si fanno valutazioni, non si fa giocare qualcuno solo perché sa calciare le punizioni. Altrimenti è il football americano. Acampora sta crescendo, ha bisogno di un po' di tempo ma può diventare importante per la nostra squadra. È importante avere giocatori con quel piede, c'è la possibilità di giocare in maniera diversa. Quando hai tanti destri tendi a incrociare, lui da mancino ti dà la possibilità di incrociare anche col sinistro. Gliozzi? Per caratteristiche mi piace, ma la trattativa non è andata quindi è inutile parlare di lui».
E ancora: «Frabotta ha lavorato quanto Ricci, non facciamo mai titolari e riserve in allenamento. Tutti devono fare lo stesso lavoro ed essere abituati a giocare con i compagni. Frabotta a Terni non l'avevo considerato per un fastidio al quadricipite, ma adesso è cresciuto e sta bene. Gli mancava il ritmo del lavoro col pallone, ora ha minuti di partita nelle gambe. Edjouma e Achik? Fisicamente sono prontissimi. Achik ha fatto la preparazione e le amichevoli, poi sono ragazzi giovani. Devono ancora inserirsi completamente nel pensiero tattico, c'è un po' di remora in tal senso ma sono pronti anche per giocare dall'inizio».
Facendo i raggi X all'avversario, Mignani analizza: «Il Pisa ha investito per prendere giocatori di qualità, e ha mantenuto giocatori forti. In mezzo al campo gioca Veloso, che è stato nazionale portoghese. Hanno fatto anche loro delle scommesse, ma hanno nazionali e il livello qualitativo è molto alto. Una squadra che ha voglia di dire la sua, l'allenatore è giovane ma ha già dimostrato di essere molto in gamba. Ti aprono molto, lavorano in ampiezza e creano problemi. Dobbiamo sempre cercare di risolvere le problematiche e cercare di far male dove sappiamo di poter far male».
Il tecnico conclude: «Sono cambiate le caratteristiche dei calciatori, ma io credo che il calcio vada semplificato. Il pensiero nostro deve essere avvicinarci alla porta per fare goal e cercare di difenderci. I concetti sono molto più importanti dei moduli; nel calcio è difficile forzare le giocate, bisogna sfruttare i calciatori nelle loro qualità migliori. Se uno calcia bene in porta, bisogna cercare di tenerlo più vicino alla porta. Il problema è far capire ai nuovi i concetti su cui lavoriamo. I giocatori non si valutano per un tempo e una partita, ma per quello che fanno in settimana. Non tagliamo teste solo perché hanno sbagliato mezza partita».