Verso Rotonda-Bari, Cornacchini: «Sfide pericolose a cavallo della sosta. Floriano? Sta bene»

Il mister alla vigilia: «Penso all'obiettivo finale, non mi interessano i record. Dobbiamo migliorare a livello di mentalità»

sabato 15 dicembre 2018 12.42
A cura di Riccardo Resta
Un vero e proprio testacoda è quello che attende in Bari, atteso domani sul neutro di Castrovillari per l'impegno contro il Rotonda. L'ultima contro la prima: gara sulla carta semplice per i biancorossi, ma Cornacchini vuole tenere tutti sulla corda. «Il Rotonda ha cambiato allenatore; è squadra alla nostra portata ma dobbiamo concedere poco perché davanti hanno delle qualità - dice il tecnico alla vigilia. Dobbiamo fare partita con testa giusta e mentalità giusta; prima e dopo le feste natalizie le sfide sono sempre molto pericolose».

Mercoledì il successo nell'infrasettimanale contro il Troina. Non la miglior prestazione per il Bari, ma l'1-0 finale basta per portare a casa altri 3 punti pesanti e tenere a debita distanza le inseguitrici, nonostante le tante assenze e i cambi di formazione. «Col troina non stavamo benissimo dal punto di vista psico-fisico e queste partite possono cambiare - spiega Cornacchini. Venivamo da un percorso impegnativo e sapevamo che loro sono forti fisicamente e avevano grandi motivazioni. Eravamo lenti nel giro palla ma ho detto ai ragazzi che non è colpa loro se hanno giocato non benissimo. Ho visto la difficoltà a cui andavo incontro, bisogna prevenire alcune cose. È bellissimo vincere giocando bene, ma a volte capita di non fare bel gioco e bisogna vincere uguale. Le soluzioni si trovano lo stesso. Le valutazioni le faccio per quel che vedo negli allenamenti, ma se mancano Floriano e Brienza devo trovare altre soluzioni».

Problemi di assenze calmierati dagli ultimi rientri: tutti convocati per la sfida al Rotonda. Ci sarà anche Floriano: «Sta bene», dice Cornacchini. Difficile, però, vederlo nel tridente con Simeri e Neglia: «Probabilmente no», annuncia Cornacchini. Non sembra esserci spazio, almeno dal 1', per il nuovo arrivato Iadaresta al centro dell'attacco: «Iadaresta ha struttura e di testa dà una grossa mano; con uno dalle sue caratteristiche devi stare molto nell'area avversaria - è l'analisi di Cornacchini. Quando ci stiamo di meno di conseguenza la sua presenza ci può servire di meno. Nelle partite dove soffri in casa un giocatore con quelle caratteristiche può servire, ma può essere utile anche fuori. Comunque non parte dall'inizio perché ho fatto un'altra scelta».

Per il Bari un record dopo l'altro, ma Cornacchini non vuole dare ascolto alle sirene e rimane concentrato sull'obiettivo: «Mi interessa arrivare fino alla fine, ai record non ci penso. C'è da migliorare ancora un po' a livello di mentalità; squadre vincenti concedono molto poco, dobbiamo curare i particolari. Devo essere ancora più convincente in quello che dico».

Solo un rigore all'attivo per il Bari, squadra che ha segnato 33 goal. Un dato curioso: «Bisogna stare dentro l'area per averli; dobbiamo essere più bravi a crearci le occasioni», spiega laconico Cornacchini, che si sofferma anche su qualche considerazione sulla sua personalità e sul futuro in biancorosso. «Sono molto realista e non mi faccio influenzare da alcuna situazione. Ho visto mandar via allenatori prima in classifica e altri rimasti dopo 20 sconfitte. Cerco di dare quello che posso con impegno e passione; l'importante è fare tutto ciò che devi. Io sono "sanamente folle": è un limite. Non sono un calcolatore; ho sempre vissuto di istinto quando ero calciatore ma devo provare cambiare. Sono un po' sanguigno, un po' nervoso. Non penso che esistano allenatori di categoria. Il calcio è uguale in tutte le categorie, diverse sono le pressioni. Se tu sai fare sul campo ci riesci in A come in D. la gestione cambia a seconda dei calciatori che hai. Io ho avuto la fortuna di avere Capello che non sbagliava una scelta nei cambi e nella formazione. Mi candido a finire bene questa stagione che è quello che mi preme. Non penso al futuro con il Bari: ne ho viste talmente tante nel calcio...», conclude Cornacchini.