Verso Ternana-Bari, Mignani: «Mercato? Costruita rosa competitiva e omogenea»

Il mister: «Siamo riusciti a fare quel che volevamo. Scheidler? Era bruciato. Agli svincolati si può guardare sempre»

sabato 2 settembre 2023 11.01
A cura di RR
Vigilia di campionato per il Bari di mister Michele Mignani, che alle 18:30 di domani sarà di scena contro la Ternana sul campo del Libero Liberati. Ma è soprattutto day after: ieri si è chiusa una complessa sessione di mercato, che ha portato a Bari tanti giocatori e ha restituito i biancorossi in una veste totalmente nuova rispetto allo scorso anno.

E, allora, la conferenza stampa pre partita si trasforma in un bilancio delle trattative, in ingresso e in uscita. Mercato, quindi, tema portante delle parole di Mignani verso la sfida di Terni.

«Non è mai facile fare il mercato, tutte arrivano sempre all'ultimo giorno sia in entrata che in uscita - esordisce il mister. Non sempre riesci a fare quello che vorresti, ma piano piano - a prescindere dal problema creato da Menez su cui avevamo puntato da primo giorno - siamo riusciti a completare una rosa competitiva e omogenea. Abbiamo almeno due giocatori per ogni ruolo, in mezzo al campo ci sono ancora più soluzioni: siamo riusciti a fare quello che volevamo».

Ancora Mignani sul rapporto con il diesse Polito e sulle nuovo vesti che potrà indossare il suo Bari dopo il mercato: «C'è sempre contatto diretto tra me e il direttore quando si fanno le scelte. Io non chiedo niente nel senso che non posso chiedere un giocatore che non possiamo permetterci o che non è in vendita, ma parlo costantemente con il direttore. Un altro difensore centrale? L'anno scorso ne avevamo uno in più, ma poi vai a sacrificare dei giocatori perché dall'inizio ne giocano sempre due; a volte puoi finire la partita a tre, e noi comunque abbiamo quattro difensori più Pucino che alla necessità può fare anche il difensore centrale o il laterale nella difesa a tre. Mi sento coperti e tranquillo; Di Cesare ha avuto un piccolo problema ma è un giocatore sano, e gli altri sono sanissimi anche loro. Cambio modulo? Ci siamo messi nelle condizioni di poter giocare con più moduli. Non è il modulo a fare la differenza, ma l'interpretazione dei concetti su cui lavoriamo. Abbiamo giocatori che ci permettono di interpretare quello che proviamo a proporre in campo, e loro hanno la capacità di farlo».

Ancora Mignani, soffermandosi sull'attacco, assicura che la rosa è completa: «Ci possono essere partite con delle emergenze, non si può comprare un giocatore per fare una partita. L'anno scorso abbiamo preso Scheidler come punta centrale, poi le sue caratteristiche hanno dimostrato che non è una punta centrale, perché in area di rigore ci sta poco; noi avevamo bisogno di lui lì dentro in alcune situazioni. Avevamo Cheddira, che non è una punta centrale perché svaria su tutto il fronte d'attacco, si apre e ha gamba per ripartire. Poi c'era poco altro: Antenucci è una seconda punta, Ceter non l'abbiamo mai visto, Folorunsho l'abbiamo adattato davanti. Quest'anno il parco attaccanti è più ampi: Diaw è una prima punta come lo era Cheddria, poi Sibilli è un generoso ed è un Antenucci, Nasti tra tutti è più prima punta e lo ha dimostrato con il Cittadella. Aramu è un attaccante da seconda punta, Morachioli lo stiamo utilizzando in quel ruolo. Non si possono avere 108 attaccanti: con tutti disponibili davanti saremo a posto. Nelle mie proposte difficilmente ho giocato con un attaccante strutturato davanti, e l'anno scorso con questi concetti siamo stati il secondo attacco. Achik? Lo seguivamo già dallo scorso anno, ci incuriosiva. È un giocatore offensivo, ma a Cerignola ha fatto addirittura il quinto: vuol dire che impara a difendere e attaccare, sa calciare molto bene. Potremmo utilizzarlo come trequartista o seconda punta in questo modulo, o altrimenti come uno dei giocatori più aperti in partenza. Ci dà possibilità di variare. Devo avere il tempo di capire dove metterlo per aver la possibilità di metterlo nelle condizioni migliori. I giocatori devono saper far più cose».

Sempre in tema attaccanti e goal da segnare, il mister spiega: «Per me Diaw e Cheddira sono molto simili, Nasti ha meno gamba ma sa fare tutto. Aramu e Sibilli sono attaccanti. Con il Cittadella nel primo tempo abbiamo creato, e abbiamo bisogno degli inserimenti dei centrocampisti. Acampora ha goal nelle gambe, poi abbiamo preso due mancini che ci danno la possibilità di calciare più pericolosamente le palle inattive; lo stesso Achik può calciare le palle inattive dando fastidio agli avversari. Se fossimo riusciti a vendere Scheidler nel mercato italiano, probabilmente avremmo preso un attaccante, ma la squadra che lo doveva prendere non l'ha più preso e allora non potevamo permetterci di tenere lui e un altro attaccante. Abbiamo valutato di riuscire a reggere senza Scheidler, e abbiamo ritenuto di mandare a giocare nel campionato spagnolo un ragazzo che qui era un po' bruciato. Nelle ultime partite in casa si è visto che Scheidler non era tranquillo, e c'era mormorio: speriamo che riesca a far vedere le sue qualità, e poi vedremo in futuro».

E sul discorso relativo al mercato ancora aperto degli svincolati, il tecnico aggiunge: «Sugli svincolati puoi sempre fare valutazioni. Pensiamo di avere a disposizione Diaw dopo la sosta, quindi avremo lui, Nasti, Morachioli, Achik, Edjouma che può fare tutti i ruoli offensivi. Bisogna conoscere i giocatori; Edjouma col Cittadella è entrato e ha calciato due volte in porta. Abbiamo soluzioni, a oggi non pensiamo agli svincolati; se poi succede qualcosa, è un altro discorso».

Ancora sui nuovi arrivati e sulle condizioni dei singoli, il mister fa una panoramica generale: «Acampora era nei nostri pensieri già dal pre campionato, poi ci sono sempre dinamiche nelle trattative che ti rallentano. Aramu? Non l'ho chiamato, non è una cosa che faccio. Non li chiamo finché non sono nostri. Lui è un ragazzo d'oro, è umile e sa stare nel gruppo. Ho avuto la fortuna di allenarlo un anno a Siena, dopo un periodo un po' così: ci siamo dati una mano a vicenda, l'anno scorso ci siamo salutati con calore. Anche lui ha avuto la voglia di venire qui, anche in funzione del fatto che lo avevo già allenato. Sa che può adattarsi bene alle mie idee di gioco, è un mancino che ci dà soluzioni ma come gli altri dovrà meritarsi di giocare. Se siamo tutti lì davanti siamo un po'. Qualcuno è arrivato da poco e deve fare allenamento. Se stanno bene, tutti sono convocabili; tranne Astrologo. Di Cesare lo stiamo valutando, con un allenamento ancora da fare non vogliamo rischiarlo. Parlerò con Aramu, che però era in panchina domenica con il Genoa quindi vuol dire che è sano e pronto per giocare. È chiaro che buttare dentro uno che non ha fatto un allenamento con la squadra può dare vantaggi e svantaggi. Domani sarà con noi, può darsi che giochi uno spezzone di partita. Non puoi fare rose con 25 giocatori, perché scontenti tutti e si creano malumori. Io ho i miei giocatori e per me sono i più bravi. Ti può piacere un giocatore che è punto di riferimento per un'altra squadra, ma tanto non potrai mai prenderlo».

Mignani, poi si sofferma sull'onore della piazza biancorossa: «Posso parlare da quando sono arrivato qui, perché Polito mi ha portato qui. In questi due anni abbiamo dimostrato professionalità e impegno, abbiamo messo in campo sempre squadre dignitose e degne: lo dicono i risultati e le prestazioni. Se qualcuno pensa che si potesse fare meglio, rispondo che si poteva anche fare peggio. In queste prime tre partite, con la rosa incompleta, abbiamo dimostrato di andare in campo per combattere, di non tirarci mai indietro, fino a quando abbiamo una goccia di sudore e un centilitro di sangue lo buttiamo sul campo. Queste sono le cose che posso dire, molto oltre non posso andare. Non posso promettere che Brenno non prenderà mai un goal, ma solo che lavoreremo 24 ore al giorno per cercare di rendere il Bari sempre più competitivo. L'affetto dei tifosi lo trovi attraverso i risultati. Quello che mi interessa è che mi riconoscano impegno e serietà; sicuramente non sono l'allenatore più bravo che è stato a Bari, e non sono l'allenatore più bravo del mondo, però quando una persona mette impegno e serietà deve sempre camminare a testa alta. Credo di essermi meritato un minimo di fiducia: il primo anno abbiamo vinto tutti insieme il campionato, nel secondo siamo arrivati sorprendentemente terzi in classifica e giocarci una finale playoff, che ci ha visti soccombere a due minuti dalla fine. Si può sempre fare meglio, ma non c'è ma la controprova: si poteva anche fare peggio».

In conclusione, Mignani dice la sua sul prossimo avversario, guardando un po' indietro all'ultima partita: «L'anno scorso siamo andati a giocare a Terni in una situazione abbastanza simile. Ai ragazzi ho detto che ci aspetta una partita terribile, contro una squadra che ha fame di punti: dobbiamo essere più furbi di quello che siamo stati lo scorso anno, quando abbiamo giochicchiato e loro ci hanno fatto goal. Sono contento del primo tempo fatto con il Cittadella, non del secondo: voglio che la squadra vada a Terni con personalità e voglia di vincere. Durante la partita ci sarà il momento di difendersi e subire la veemenza dell'avversario, e ci sarà il momento di mettere in difficoltà gli avversari. Può succedere che nel calcio ci siano due partite diverse nella stessa partita. Nella scorsa il Cittadella ha cambiato qualcosa nel secondo tempo, ha messo giocatori che hanno dato qualcosa in più rispetto a quelli del primo tempo; noi non avevamo molte soluzioni per sistemare le cose, ma abbiamo retto. Abbiamo subito un po' la risposta dell'avversario, ma potevamo tranquillamente portarla a casa non prendendo goal su palla inattiva. Abbiamo voltato pagina, pensiamo alla partita di Terni che sarà insidiosissima. La Ternana è una squadra che ha giocatori importanti come Falletti e Favilli, ha consolidato il suo valore in B e offre delle grandi insidie. La cosa che più mi preme è dare continuità di prestazione, avere presenza in campo e sfruttare gli episodi che determinano la partita».