Verso Turris-Bari, Di Cesare: «Partita difficile. Avrei firmato per +7 a febbraio»

Il capitano: «Gruppo unito verso l’obiettivo. Ansia da prestazione? La devono avere gli altri. Il mio futuro lo deciderà a fine stagione»

lunedì 14 febbraio 2022 17.35
A cura di Riccardo Resta
Dopo il pareggio nel derby con il Monopoli, per il Bari è già tempo di tornare in campo: domani i biancorossi saranno impegnati in casa della Turris per un delicatissimo turno infrasettimanale. A presentare il match è stato capitan Valerio Di Cesare, da poco rientrato dopo l'infortunio al ginocchio e l'operazione

«Da quando sono tornato mi sto allenando bene, la mia priorità era ritrovare la condizione - racconta il difensore. Non so, però, quando giocherò; il mister fa le sue scelte, per me non c'è problema. L'importante è farsi trovare pronti, non importa chi gioca ma solo far punti. Siamo in un momento delicato, conta solo l'obiettivo finale».

Tornando sulla partita di sabato contro il Monopoli, il capitano spiega: «Pensavo anche io a un forcing finale, ma loro dopo l'espulsione si sono messi in dieci dietro la linea della palla e per noi è stato difficile sfondare. Potevamo far di più ma il punto di Monopoli è buono, quel che stona è la sconfitta contro il Messina. Io avrei pagato per stare a +7 sulla seconda a metà febbraio. Da parte della tifoseria c'è un po' di paura, ma per otto mesi questa squadra ha dimostrato di avere valori tecnici e umani; sono fiducioso».

Sulle difficoltà palesate dalla squadra nel recente periodo e sul prossimo avversario, Di Cesare aggiunge: «È un momento che ci può stare, il girone di ritorno è sempre più difficile, tutti si difendono e per tutti un punto è d'oro. Domani sarà una partita difficilissima, la Turris è la squadra che più mi ha impressionato nel girone d'andata; dobbiamo stare sul pezzo, è una partita troppo importante. All'andata hanno portato tanti giocatori in avanti e ci hanno creato problemi. La Turris ha anche qualità, nella partita secca sono molto fastidiosi. Sappiamo che concedono tanto, ma non so se ci affronteranno come all'andata. Sarà dura, soprattutto su un campo sintetico, ma non cerchiamo alibi. Verranno anche da un periodo non facile, ma quando le squadre affrontano il Bari danno sempre tutto quello che hanno».

Avellino e Catanzaro si sono rifatte sotto, a -7 in classifica, ma Di Cesare non vuole cadere nelle provocazioni delle inseguitrici: «Le preoccupazioni devono averle chi insegue - spiega il capitano. Noi per due anni abbiamo inseguito e so benissimo che cosa vuol dire; noi non abbiamo ansie, pensiamo solo a noi e non ad Avelino e Catanzaro. Tutti vorremmo giocare, ma bisogna rispettare le scelte del mister. Non siamo nervosi, quello che è successo a Monopoli è successo anche altre volte; non c'è nulla di particolare. Scendiamo in campo per ottenere la vittoria, non siamo preoccupati né intimoriti. Anche negli anni scorsi tutti parlavano del Bari, ma non dobbiamo preoccuparci di quel che dicono».

Alcuni chiedono a Mignani anche qualche soluzione tattica diversa: «Modulo? Io faccio il giocatore, c'è il mister che pensa a dei cambi se lo ritiene opportuno - taglia corto Di Cesare. Nello spogliatoio non credo ci siano dei mal di pancia, quando si pareggia o si perde vengono fuori cose che c'erano anche quando si vinceva, semplicemente non se ne parlava. Il gruppo è sempre quello di prima, tutti vogliamo raggiungere l'obiettivo e tutti sappiamo quello che ci stiamo giocando. Il mese di sosta ci ha un po' "ammazzati", ma non vedo un problema fisico, una squadra che non corre fa fatica a fine partite, ma anche con il Messina siamo andati forte anche se abbiamo preso goal su contropiede».

Parlando dal punti di vista personale, Di Cesare spiega il rientro a tempo di record dopo l'infortunio: «Motivazioni? Ne ho più ora di quando ero giovane. Il primo mese è stato il più difficile perché non potevo neanche camminare e non mi era mai capitato; mi sono messo più volte a piangere, non ci voleva. Tornato in campo ho ricominciato a correre e ho preso coscienza di potercela fare, le motivazioni hanno fatto tutto. Stare lontano dal campo e dai miei compagni è stata dura».

Raggiunto il traguardo delle 150 presenze in biancorosso, Di Cesare non pone limiti in vista del futuro: «Non mi aspettavo di fare 150 partite con questa maglia, Bari è la squadra in cui ho giocato di più. Sono quasi sei anni che sono qui, non sono uno che proclama amore sui social; ho dimostrato con i fatti quanto tenga a questa maglia, sono sceso in serie D per il Bari. Quello che sarà dopo non lo so: spero di chiudere la mia carriera a Bari, anche se non so quando. Sono venuto qui con un obiettivo, voglio giocare perché ho motivazioni e il fuoco conta più di tutto. L'infortunio non ci voleva a 38 anni, vediamo come concluderò la stagione, poi deciderò», conclude il capitano.