Verso Venezia-Bari, Mignani: «Partita proibitiva, ma la nostra mentalità non cambia»
Il tecnico: «Non conosco un modo di preparare la gara per il pareggio. Tanti ballottaggi, tutti possono giocare»
venerdì 7 ottobre 2022
16.03
Dopo il roboante 6-2 al Brescia, terza vittoria consecutiva, per il Bari di Michele Mignani è di nuovo vigilia di campionato. Domani, alle 14, i biancorossi saranno di scena al Penzo, campo del Venezia, altra squadra in grande forma.
«Il Venezia è una squadra forte, l'anno scorso era in A e ha mantenuto alcuni giocatori - ha detto Mignani presentando la gara. Ha dei nazionali, io la metto al pari di Cagliari e Genoa. Non è partita bene, ma si è ripresa e ha dato quattro goal al Cagliari. Hanno ritrovato compattezza, vuol dire che per noi sarà molto difficile. Abbiamo cercato di prepararla bene, andremo lì a fare la nostra gara, come sempre; cercheremo di migliorare sempre qualcosa di noi».
Dopo l'ultimo, storico, successo, in città si è scatenato un grande entusiasmo. Mignani, però, prova a fare il "pompiere": «Non vorrei che l'entusiasmo diventasse un pericolo. Più entusiasmo c'è, meglio lavori. Questa piazza alza velocemente l'entusiasmo con i risultati, ma noi dobbiamo ragionare come abbiamo fatto a Parma per la prima di campionato: ogni partita serve a fare punti, ogni settimana è utile per migliorarci. Poi, c'è sempre l'avversario davanti; non guardo la classifica, anche se è più piacevole lavorare con entusiasmo che con depressione, ma deve esserci sempre equilibrio. Non vorrei che diventasse un pericolo, anzi. Per me la partita di Venezia vale come la prima, io così la preparo e la interpreto. Non è l'ultima di campionato, se qualcuno pensasse che vincere le partite sia semplice sbaglierebbe di grosso; io so che non è così. Sarà una partita proibitiva, contro una squadra che l'anno scorso faceva la serie A; noi siamo una neopromossa, c'è entusiasmo ma la partita è difficilissima. Se pensassimo che basterebbe fare il riscaldamento e sarebbe fatta, saremmo morti in partenza».
Di fronte ci sarà Ivan Javorcic, l'ultimo allenatore ad aver battuto Mignani, nel 2-1 di supercoppa serie C tra Bari e Sudtirol: «Apprezzo Javorcic, l'anno scorso ha fatto un'impresa - dice Mignani. Quest'anno ha avuto bisogno di più tempo per sistemare i meccanismi, ma viste le ultime prestazioni il Venezia è in crescita con buone individualità. Quando la squadra fa bene vuol dire che c'è qualcosa dell'allenatore, Javorcic ha dimostrato di essere molto bravo; l'anno scorso ha fatto un campionato strepitoso. Bisogna affrontarli con lo spirito giusto. Io l'ho affrontato più volte, non sempre le sue squadre erano uguale. L'anno scorso aveva organizzato il Sudtirol in modo aggressivo, non era la stessa cosa con la sua precedente squadra, e probabilmente anche col Venezia sarà diverso. La supercoppa aveva un valore diverso, abbiamo provato a guardare cosa fa questo Venezia più che quello che ha fatto l'anno scorso il Sudtirol».
A chi parla di un Bari alla caccia della fuga in vetta alla classifica, il tecnico risponde: «Mancano talmente tante partite, le fughe sono difficili. Dipende dal percorso. Nella partita di domani la mentalità deve essere la solita, se pensi di andare a pareggiare la maggior parte delle volte perdi. Non so preparare una partita per pareggiarla, significherebbe mettersi dietro e aspettare. Cerchiamo di lavorare sulla mentalità per cui ogni partita si gioca per provare a vincerla; non è giusto fare altrimenti, l'abbiamo sempre impostata così e questa è la nostra mentalità. Ci saranno momenti migliori e momenti peggiori, ma lavoriamo in settimana per impostare una partita da risultato pieno».
Sui singoli, invece, il tecnico spiega: «Dorval? Per me sono tutti titolari, i ballottaggi sono tanti. Dorval ha dimostrato al pubblico, non a me che lo conosco e lo sapevo, che può stare in questo gruppo. Ognuno dei 28 giocatori che ho può giocare, in una partita fatta bene collettivamente ci starebbe bene chiunque. Di settimana in settimana cercherò di capire chi può dare qualcosa in più, in base alla partita e alle esigenze. Cheddira? Se andrà ai mondiali saremo contenti per lui, altrimenti saremo contenti per noi. Ci porremo il pensiero quando ci sarà da porselo. Le partite sono lunghe, fortunatamente la partita col Brescia si è determinata nella prima parte, mentre con il Cagliari si è determinata alla fine. Abbiamo giocato sia con Botta sia con Bellomo sulla trequarti, vedo entrambe le soluzioni percorribili ma non vedo un dualismo. Questo match si può adattare a tutti e due, è difficile che giochino insieme però».
Un Bari che segna molto, anche più dell'anno scorso quando ha vinto il campionato di C: «L'interpretazione della fase offensiva e dei movimenti è molto simile alle richieste dell'anno scorso - l'analisi di Mignani. Antenucci si apriva, Cheddira lavorava in profondità, il trequarti - sia Botta sia Bellomo, ma anche gli altri con caratteristiche diverse - hanno libertà di movimento. La differenza è lo spazio che trovi: il Brescia è venuto qui a giocarsi la partita, ha preso goal dopo 7' e qualcosa in più ha concesso. Se avessero fatto goal loro dopo 7' avrebbero concesso qualcosa in meno; molto dipende dalle squadre che affronti. Noi l'anno scorso eravamo il Bari, contro di noi tutti davano ancora di più, abbiamo avuto molti derby; quest'anno siamo sempre il Bari, ma affrontiamo squadre che vengono dalla A, e che a livello di organico hanno qualcosa in più e vogliono giocarsi la partita. Questa è la differenza più grossa».
Uno dei pilastri di questo Bari è il centrocampo Maita-Maiello-Folorunsho, anche se Mignani fa altri nomi: «Io voglio nominare Mallamo, D'Errico, Benedetti, quelli che in questo momento stanno giocando ma sono in una condizione strepitosa e farebbero altrettanto bene. Ho scelto questi tre all'inizio, ma ora sono in difficoltà perché stanno bene tutti e vorrei che tutti avessero la possibilità di giocare».
Mignani conclude: «Noi dobbiamo cercare di fare un percorso, molto lungo. Percepisco che in questo momento c'è tanto entusiasmo in tutti, io non voglio spegnerlo ma vorrei che la gente percepisse che questo è un campionato tremendo, puoi vincere e perdere con tutti, anche facendo una buona prestazione. La cosa importante è mantenere atteggiamento e concentrazione durante le gare e cercare di fare più punti possibile».
«Il Venezia è una squadra forte, l'anno scorso era in A e ha mantenuto alcuni giocatori - ha detto Mignani presentando la gara. Ha dei nazionali, io la metto al pari di Cagliari e Genoa. Non è partita bene, ma si è ripresa e ha dato quattro goal al Cagliari. Hanno ritrovato compattezza, vuol dire che per noi sarà molto difficile. Abbiamo cercato di prepararla bene, andremo lì a fare la nostra gara, come sempre; cercheremo di migliorare sempre qualcosa di noi».
Dopo l'ultimo, storico, successo, in città si è scatenato un grande entusiasmo. Mignani, però, prova a fare il "pompiere": «Non vorrei che l'entusiasmo diventasse un pericolo. Più entusiasmo c'è, meglio lavori. Questa piazza alza velocemente l'entusiasmo con i risultati, ma noi dobbiamo ragionare come abbiamo fatto a Parma per la prima di campionato: ogni partita serve a fare punti, ogni settimana è utile per migliorarci. Poi, c'è sempre l'avversario davanti; non guardo la classifica, anche se è più piacevole lavorare con entusiasmo che con depressione, ma deve esserci sempre equilibrio. Non vorrei che diventasse un pericolo, anzi. Per me la partita di Venezia vale come la prima, io così la preparo e la interpreto. Non è l'ultima di campionato, se qualcuno pensasse che vincere le partite sia semplice sbaglierebbe di grosso; io so che non è così. Sarà una partita proibitiva, contro una squadra che l'anno scorso faceva la serie A; noi siamo una neopromossa, c'è entusiasmo ma la partita è difficilissima. Se pensassimo che basterebbe fare il riscaldamento e sarebbe fatta, saremmo morti in partenza».
Di fronte ci sarà Ivan Javorcic, l'ultimo allenatore ad aver battuto Mignani, nel 2-1 di supercoppa serie C tra Bari e Sudtirol: «Apprezzo Javorcic, l'anno scorso ha fatto un'impresa - dice Mignani. Quest'anno ha avuto bisogno di più tempo per sistemare i meccanismi, ma viste le ultime prestazioni il Venezia è in crescita con buone individualità. Quando la squadra fa bene vuol dire che c'è qualcosa dell'allenatore, Javorcic ha dimostrato di essere molto bravo; l'anno scorso ha fatto un campionato strepitoso. Bisogna affrontarli con lo spirito giusto. Io l'ho affrontato più volte, non sempre le sue squadre erano uguale. L'anno scorso aveva organizzato il Sudtirol in modo aggressivo, non era la stessa cosa con la sua precedente squadra, e probabilmente anche col Venezia sarà diverso. La supercoppa aveva un valore diverso, abbiamo provato a guardare cosa fa questo Venezia più che quello che ha fatto l'anno scorso il Sudtirol».
A chi parla di un Bari alla caccia della fuga in vetta alla classifica, il tecnico risponde: «Mancano talmente tante partite, le fughe sono difficili. Dipende dal percorso. Nella partita di domani la mentalità deve essere la solita, se pensi di andare a pareggiare la maggior parte delle volte perdi. Non so preparare una partita per pareggiarla, significherebbe mettersi dietro e aspettare. Cerchiamo di lavorare sulla mentalità per cui ogni partita si gioca per provare a vincerla; non è giusto fare altrimenti, l'abbiamo sempre impostata così e questa è la nostra mentalità. Ci saranno momenti migliori e momenti peggiori, ma lavoriamo in settimana per impostare una partita da risultato pieno».
Sui singoli, invece, il tecnico spiega: «Dorval? Per me sono tutti titolari, i ballottaggi sono tanti. Dorval ha dimostrato al pubblico, non a me che lo conosco e lo sapevo, che può stare in questo gruppo. Ognuno dei 28 giocatori che ho può giocare, in una partita fatta bene collettivamente ci starebbe bene chiunque. Di settimana in settimana cercherò di capire chi può dare qualcosa in più, in base alla partita e alle esigenze. Cheddira? Se andrà ai mondiali saremo contenti per lui, altrimenti saremo contenti per noi. Ci porremo il pensiero quando ci sarà da porselo. Le partite sono lunghe, fortunatamente la partita col Brescia si è determinata nella prima parte, mentre con il Cagliari si è determinata alla fine. Abbiamo giocato sia con Botta sia con Bellomo sulla trequarti, vedo entrambe le soluzioni percorribili ma non vedo un dualismo. Questo match si può adattare a tutti e due, è difficile che giochino insieme però».
Un Bari che segna molto, anche più dell'anno scorso quando ha vinto il campionato di C: «L'interpretazione della fase offensiva e dei movimenti è molto simile alle richieste dell'anno scorso - l'analisi di Mignani. Antenucci si apriva, Cheddira lavorava in profondità, il trequarti - sia Botta sia Bellomo, ma anche gli altri con caratteristiche diverse - hanno libertà di movimento. La differenza è lo spazio che trovi: il Brescia è venuto qui a giocarsi la partita, ha preso goal dopo 7' e qualcosa in più ha concesso. Se avessero fatto goal loro dopo 7' avrebbero concesso qualcosa in meno; molto dipende dalle squadre che affronti. Noi l'anno scorso eravamo il Bari, contro di noi tutti davano ancora di più, abbiamo avuto molti derby; quest'anno siamo sempre il Bari, ma affrontiamo squadre che vengono dalla A, e che a livello di organico hanno qualcosa in più e vogliono giocarsi la partita. Questa è la differenza più grossa».
Uno dei pilastri di questo Bari è il centrocampo Maita-Maiello-Folorunsho, anche se Mignani fa altri nomi: «Io voglio nominare Mallamo, D'Errico, Benedetti, quelli che in questo momento stanno giocando ma sono in una condizione strepitosa e farebbero altrettanto bene. Ho scelto questi tre all'inizio, ma ora sono in difficoltà perché stanno bene tutti e vorrei che tutti avessero la possibilità di giocare».
Mignani conclude: «Noi dobbiamo cercare di fare un percorso, molto lungo. Percepisco che in questo momento c'è tanto entusiasmo in tutti, io non voglio spegnerlo ma vorrei che la gente percepisse che questo è un campionato tremendo, puoi vincere e perdere con tutti, anche facendo una buona prestazione. La cosa importante è mantenere atteggiamento e concentrazione durante le gare e cercare di fare più punti possibile».