Vincenzo Manobianco, un barese campione di canoa. E ora il World record e la nazionale di Sup
Il 3 settembre l’atleta ha effettuato un tentativo ufficiale per stabilire un nuovo Guinness dei primati mondiali
domenica 29 ottobre 2023
Il mare fa sempre un po' paura per quell'idea di troppa libertà? Sicuramente così non è per Vincenzo Manobianco, già tre volte campione italiano di canoa olimpica e atleta della nazionale italiana di SUP, fresco di convocazione per i mondiali di questa disciplina che si terranno a breve in Thailandia.
Standing up paddling: remando stando in piedi. Questo l'acronimo che racchiude una disciplina in notevole crescita. Sono sempre più infatti gli appassionati che, imbracciando una pagaia, sfidano le onde, stando in posizione eretta su una tavola. È questo, in poche parole, il SUP.
Intercettato per un'intervista l'atleta Manobianco si racconta e descrive le sue sensazioni per i traguardi ottenuti e per gli obiettivi dell'imminente futuro.
Come nasce la passione per il mare?
«L'ho sempre avuta –afferma- ho iniziato a praticare sport in acqua con la canoa all'età di 12 anni, poi, qualche anno fa, mi sono innamorato del SUP, poiché mi permette di potermi confrontare con correnti mosse, quindi non solo bacini di acqua piatta che solo alla base per la canoa olimpica. Sfidare e domare le onde rappresenta un vantaggio e una possibilità per chi, come noi baresi, ha a disposizione il mare e non solo laghi e fiumi».
Come hai conosciuto il sup?
«Ho visto praticare questo sport per la prima volta nelle acque della vicina Polignano. Qui ho potuto scorgere nei movimenti di Giovanni, che sarebbe diventato in seguito il mio allenatore, un senso di curiosità che mi ha spinto a iniziare a praticare questa disciplina. L'idea di poter esplorare con una tavola la Puglia e non solo, potendo così uscire dai confini di un porticciolo, è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, spingendomi oltre».
Tante sono state le sfide che hanno visto Manobianco protagonista sulla sua tavola, e altrettante sono state le vittoria. Ma tra quelle più recenti figura una del tutto peculiare. Quale? Esattamente lo scorso 3 settembre, l'atleta ha effettuato un tentativo ufficiale al fine di stabilire un nuovo Guinness dei primati. L'obiettivo? Equiparare o superare le 17 rotazioni a 360° su una tavola da Paddle surf in un minuto. Il risultato? Sono state ben 20 le giravolte effettuate alla fine dei 60 secondi.
Il tutto è stato ampiamente documentato e, al momento, come ci spiega lo stesso atleta, si sta aspettando l'ufficialità della prova da parte dell'organizzazione Guiness World Record.
Gratitudine verso famiglia e amici, mista a onore per aver avuto questa possibilità del tutto peculiare, sono le sensazioni dello stesso atleta al termine della prova.
Con la Sup Accademy ha partecipato ai campionati italiani di Sup svoltisi nelle coste romane. Com'è andata?
«Molto bene, nonostante ai nastri di partenza non fossi tra i favoriti, ho vinto la Long distance tenutasi nella capitale, il che mi rende molto felice».
Quali sono dunque gli obiettivi futuri?
«Onorare la qualificazione ottenute nelle acque dell'Arno a Firenze, per i campionati mondiali che si disputeranno in Thailandia».
Molti ignorano che esista la nazionale di SUP, non è cosi?
«Si confermo il sup non è soltanto passeggiate sul mare o sulle coste, ma è uno sport molto completo che mette in moto il fisico forgiandolo, permettendo tanto ai muscoli dorsali, quanto a quelli di tutti gli arti di lavorare molto strenuamente. Oltre alla nazionale, in cui si valuta la tecnica e la virata, varie altre discipline. Annovererei il sup race, la distanza tecnica o la long distance in cui bisogna fare i conti anche col vento, in questo caso specifico ci si può intralciare anche con altre tavole, ma il segreto è sempre aiutarsi, sia con i compagni di squadra che con gli avversati, così come nel ciclismo occorre prendere la scia, per arrivare con maggiori forze negli ultimi km».
Standing up paddling: remando stando in piedi. Questo l'acronimo che racchiude una disciplina in notevole crescita. Sono sempre più infatti gli appassionati che, imbracciando una pagaia, sfidano le onde, stando in posizione eretta su una tavola. È questo, in poche parole, il SUP.
Intercettato per un'intervista l'atleta Manobianco si racconta e descrive le sue sensazioni per i traguardi ottenuti e per gli obiettivi dell'imminente futuro.
Come nasce la passione per il mare?
«L'ho sempre avuta –afferma- ho iniziato a praticare sport in acqua con la canoa all'età di 12 anni, poi, qualche anno fa, mi sono innamorato del SUP, poiché mi permette di potermi confrontare con correnti mosse, quindi non solo bacini di acqua piatta che solo alla base per la canoa olimpica. Sfidare e domare le onde rappresenta un vantaggio e una possibilità per chi, come noi baresi, ha a disposizione il mare e non solo laghi e fiumi».
Come hai conosciuto il sup?
«Ho visto praticare questo sport per la prima volta nelle acque della vicina Polignano. Qui ho potuto scorgere nei movimenti di Giovanni, che sarebbe diventato in seguito il mio allenatore, un senso di curiosità che mi ha spinto a iniziare a praticare questa disciplina. L'idea di poter esplorare con una tavola la Puglia e non solo, potendo così uscire dai confini di un porticciolo, è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, spingendomi oltre».
Tante sono state le sfide che hanno visto Manobianco protagonista sulla sua tavola, e altrettante sono state le vittoria. Ma tra quelle più recenti figura una del tutto peculiare. Quale? Esattamente lo scorso 3 settembre, l'atleta ha effettuato un tentativo ufficiale al fine di stabilire un nuovo Guinness dei primati. L'obiettivo? Equiparare o superare le 17 rotazioni a 360° su una tavola da Paddle surf in un minuto. Il risultato? Sono state ben 20 le giravolte effettuate alla fine dei 60 secondi.
Il tutto è stato ampiamente documentato e, al momento, come ci spiega lo stesso atleta, si sta aspettando l'ufficialità della prova da parte dell'organizzazione Guiness World Record.
Gratitudine verso famiglia e amici, mista a onore per aver avuto questa possibilità del tutto peculiare, sono le sensazioni dello stesso atleta al termine della prova.
Con la Sup Accademy ha partecipato ai campionati italiani di Sup svoltisi nelle coste romane. Com'è andata?
«Molto bene, nonostante ai nastri di partenza non fossi tra i favoriti, ho vinto la Long distance tenutasi nella capitale, il che mi rende molto felice».
Quali sono dunque gli obiettivi futuri?
«Onorare la qualificazione ottenute nelle acque dell'Arno a Firenze, per i campionati mondiali che si disputeranno in Thailandia».
Molti ignorano che esista la nazionale di SUP, non è cosi?
«Si confermo il sup non è soltanto passeggiate sul mare o sulle coste, ma è uno sport molto completo che mette in moto il fisico forgiandolo, permettendo tanto ai muscoli dorsali, quanto a quelli di tutti gli arti di lavorare molto strenuamente. Oltre alla nazionale, in cui si valuta la tecnica e la virata, varie altre discipline. Annovererei il sup race, la distanza tecnica o la long distance in cui bisogna fare i conti anche col vento, in questo caso specifico ci si può intralciare anche con altre tavole, ma il segreto è sempre aiutarsi, sia con i compagni di squadra che con gli avversati, così come nel ciclismo occorre prendere la scia, per arrivare con maggiori forze negli ultimi km».