Vittoria di rabbia e sofferenza. Il Bari è umano: cade ma sa rialzarsi

Il successo con il Catanzaro cancella il ko di Francavilla. Mignani “riscopre” i gioielli Antenucci e Frattali

domenica 31 ottobre 2021
A cura di Riccardo Resta
A Francavilla si era visto un Bari per la prima volta imperfetto, fallibile. In una parola: umano. Una settimana di discorsi, confronti, anche paure: cosa è successo a un giocattolo che fino a ieri sembrava perfetto? La vittoria 2-1 nel big match contro il Catanzaro al San Nicola risponde solo in parte a questo interrogativo pressante, ma quella parte di risposte alleggerisce l'anima e le coscienze del popolo biancorosso.

Un volto fallibile, imperfetto, umano che i biancorossi di Mignani conservano anche al cospetto di un avversario ben più quotato della Virtus Francavilla, che una settimana fa faceva un sol boccone dei galletti. Ma c'è di più: se il Bari non è il solito Bari godibile e tecnicamente quasi perfetto, in campo contro i calabresi va una squadra rabbiosa, che la porta a casa di spada e non di fioretto. I biancorossi cadono, com'è naturale che sia, ma sanno rialzarsi. Con i singoli e di squadra. La notizia è di quelle buone, in rapporto a quanto accadeva un anno fa.

E Mignani riscopre (ma in realtà non l'aveva mai dimenticato) il suo gioiello: Mirco Antenucci al 19' fa un goal bellissimo in mezza rovesciata (una notizia sì, ma fino a un certo punto per il 7), e offre una prestazione semplicemente perfetta. Segna, fa gioco, si viene a prendere la palla dietro, va al tiro, conduce i contropiede. Insomma, chiunque abbia pensato anche solo per un attimo che il Bari potesse fare a meno della sua stella più luminescente, ha preso una cantonata di quelle grosse.

E poi c'è Frattali: lo avevamo visto poco fin qui, merito di una difesa che nelle prime otto/nove giornate aveva blindato la porta a doppia mandata. Da un po', però, i meccanismi funzionano se non male, quantomeno non bene; e, allora, ci pensa il numero 1 a ribadire che sì, anche lui è un top player di questo Bari. Prima cancella una palla goal clamorosa all'ex Cianci di testa, poi chiude non si sa come su Bombagi a inizio ripresa.

Nei fatti, il portiere biancorosso si arrende solo al mancino di Cianci, che al 41' (Gigliotti non perfetto) la mette proprio lì dove non si può arrivare. Nel finale viene graziato da Vandeputte, che all'ultimo secondo approfitta di una dormita clamorosa della difesa biancorossa ma da pochi metri la spara fuori. Ma dopo una partita in cui tutto è andato male, un po' di cabala a favore non la si butta via. anzi. Soprattutto se un arbitraggio bipolare (gestione dei cartellini imbarazzante, e ci sono anche un paio di episodi dubbi in area calabrese) rende tutto più complicato.

Ma alla fine del primo tempo sembra tutto scritto; si intravedono i contorni di un nuovo psicodramma. Ma questo Bari è diverso: non solo tecnica e idee, ma anche resilienza. Rabbia, denti stretti, un po' di fortuna: al 48' Bianco lancia, Fazio buca clamorosamente, Simeri la tocca in porta. Il "gallo" torna a cantare: un do di petto dopo una prova corale da gregario e non da primo tenore. Però anche lui c'è; vive di dimostrazioni e conferme, e quando c'è da darle, le dà.

Il secondo tempo è sofferenza, ma con Di Gennaro e Scavone in campo nel finale il tentativo di congelare il possesso va - più o meno - in porto. Da parte sua, Mallamo tira fuori una prestazione da calciatore Totale, Bianco dà equilibrio e ogni tanto si concede qualche licenza in impostazione; Maita dura meno di mezz'ora, D'Errico fa il suo, ma nulla più. Quanto basta per portare a casa 3 punti che erano troppo fondamentali, per l'umore prima ancora che per la classifica.

Già, la classifica. Dopo 12 giornate conterà pure il giusto, ma quei 5 punti sul Monopoli secondo e quei 7 proprio sul Catanzaro un po' ti viene voglia di guardarli. L'importante, e Mignani lo sa bene, è non correre il rischio di guardarsi allo specchio, scoprirsi belli e fare la fine di Narciso, morto affogato nel tentativo di baciare la sua immagine riflessa nello stagno. Sabato prossimo si va a Castellammare, per incrociare le spade con la Juve Stabia. Un altro "compito di realtà" per i galletti di Mignani, con tutta l'imperfezione e la rabbia di una riscoperta umanità.