Vittoria e poco altro. Celiento eroe a sorpresa e il Bari se la "Cava"
La vittoria in Campania ha messo in mostra una squadra capace di reagire ma anche troppo distratta
giovedì 8 ottobre 2020
1.39
Brutto, sporco, vincente ma non convincente. Il Bari se la "Cava" (è il caso di dirlo) nella trasferta in casa della Cavese, più con la forza dei nervi che con gioco e manovra. Finisce 2-3 il primo impegno infrasettimanale del campionato, una partita pazza e intrisa di sofferenza per i biancorossi, che trovano tre punti importanti grazie all'uomo della provvidenza, l'improvvisato bomber Daniele Celiento. Insieme a lui sul tabellino anche Antenucci, uno che invece ha abituato a vestire i panni del salvatore della patria.
Il difensore biancorosso si prende la copertina, non solo per le chiusure puntuali e gli anticipi a tempo tipici del suo ruolo, ma anche per la doppietta che toglie le castagne dal fuoco ad Auteri. Il bomber delle retrovie trova prima il goal-vantaggio, poi il goal-vittoria quando ormai nessuno o quasi ci sperava più, grazie anche alla mezza papera del portiere Bisogno.
Un plauso a Celiento, eroe di giornata non per caso (tre goal in tre partite, media da centravanti), che ha il merito di ammansire commenti e analisi del giorno dopo. Sì, perché contro una squadra quasi Primavera (nella ripresa mister Modica se l'è giocata con 10 under su 11) il Bari ha rischiato una figura molto magra.
Dopo una discreta prima mezz'ora, il Bari ha costantemente subito la maggior freschezza e il vigore atletico dei giovani blufoncé. Tanti gli errori in una difesa sperimentale o quasi, in cui Perrotta ha sbagliato troppo, fino a concedere il rigore (trasformato da De Paolo) per fallo su Cuccurullo che lo aveva saltato in tunnel, e Minelli ha fatto vedere qualche passo indietro rispetto alla gara di coppa con la Spal; sua la dimenticanza sul 2-2 siglato da Forte. Senza Di Cesare e Sabbione la retroguardia pare pagare un salato pegno in termini di esperienza e reattività, nonostante il capitano abbia 38 primavere alle spalle.
Malino anche il centrocampo, dove Lollo è parso andare molto più lento rispetto alla comparsa con il Teramo (meglio Bianco nel finale), e Maita è sembrato un po' stanco per l'impiego costante in tanti impegni ravvicinati. Trasferta campana, poi, che ha evidenziato la più grave lacuna nella rosa biancorossa: se manca D'Orazio non c'è neanche un mancino naturale per coprire la fascia sinistra. Semenzato ci mette voglia, abnegazione e quantità, ma soffre (e ci sta) la posizione non sua. Davanti a sé aveva Candellone, sempre da 10 quando si tratta di applicazione e sacrificio, ma a malapena sufficiente se si valuta l'apporto in termini di freddezza e lucidità in attacco.
Alla fine un 7 lo strappa Antenucci, certezza assoluta anche quando (come ieri) non vive la sua giornata migliore. Giudizio sospeso su Marras, il classico funambolo intermittente, che alterna grandi giocate a momenti di buio; delizia e croce dei numeri 10. Molto meglio, invece, il neo acquisto Citro: l'ex Frosinone tocca due palloni e sforna altrettanti assist, entrambi con il suo delicato manciso su punizione. Va rivisto da titolare, come Montalto, entrato insieme a D'Ursi per il passaggio al 4-2-4 e l'arrembaggio finale .
Insomma, il Bari si prende la vittoria e torna a casa confortato dallo spirito battagliero con cui ha recuperato la partita nei pressi del 90', ma c'è veramente poco altro. Auteri dalla sua ha le attenuanti: il turn over forzato dai tanti impegni in rapida successione, l'avversario che ha avuto 10 giorni per preparare la sfida, una squadra che ancora deve essere assemblata dopo la rivoluzione sul mercato. Tutto giusto, ma bisogna fare in fretta. Sì, perché il calendario è fittissimo e per allenarsi ci sarà sempre meno tempo, e la concorrenza è agguerrita.
Perdere terreno all'inizio, memori della lezione dello scorso anno, può essere un errore esiziale anche per una corazzata come i galletti. Domenica si va a Viterbo per un altro test-verità.