Collegio "Renato Dell'Andro", lettera aperta degli studenti sulla sicurezza
I lavori per la strada di collegamento tra la struttura e la facoltà non sono ancora partiti dopo un anno dagli accordi, protesta dei ragazzi
lunedì 26 marzo 2018
19.14
iReport
Una lettera per sollecitare chi di dovere a provvedere a dei lavori necessari alla sicurezza degli studenti. Ce la invia l'Associazione Studenti Collegio "Renato Dell'Andro" denunciando come ad una anno dall'accordo tra le parti i lavori di messa in sicurezza della strada che dalla facoltà di economia al collegio non siano ancora partiti.
«Scriviamo perché la situazione è diventata insostenibile. Rappresentiamo i ragazzi del collegio "Renato Dell'Andro", situato nel quartiere di Poggiofranco, e siamo stufi di essere presi in giro da Comune, Anas e Università di Bari circa il completamento del marciapiede che collegherebbe il nostro collegio alla facoltà di Economia in completa sicurezza. Ogni giorno siamo costretti a percorrere questo tratto di 500 metri, schivando auto parcheggiate in maniera selvaggia, tanto da essere costretti a camminare sul ciglio della strada. Essendo un tratto trafficato, perché arteria di collegamento con la tangenziale, più volte è capitato di poter essere investiti dalle auto in transito, fortunatamente (per ora?) senza conseguenze. La situazione peggiora la sera, poiché la zona è poco illuminata ed è frequentata da coppie che cercano un po' di intimità. Nulla contro loro, ma nel caso in cui venisse violentata una ragazza residente nel collegio, come la mettiamo? Si sta aspettando che succeda qualcosa di grave per far avviare i lavori? È passato oltre un anno dalla stipula di un accordo tra le parti, dopo una lunghissima trattativa, in quanto inizialmente non si capiva di chi fosse la proprietà del terreno che separa la nostra struttura dall'ingresso della facoltà di Economia. Da allora più nulla. Siamo stati lasciati soli, senza che nessuno ci dia notizie a riguardo circa i termini per l'inizio e il completamento dei lavori. Stiamo aspettando un caso di cronaca per farli avviare? Speriamo che questa lettera aperta possa smuovere un po' la situazione e creare le giuste condizioni affinché partano i lavori e consentano di frequentare la zona con più serenità; inoltre chiediamo che l'Adisu sia in prima linea in questa battaglia in quanto, anch'essa, parte lesa del mancato avvio dei lavori».
«Scriviamo perché la situazione è diventata insostenibile. Rappresentiamo i ragazzi del collegio "Renato Dell'Andro", situato nel quartiere di Poggiofranco, e siamo stufi di essere presi in giro da Comune, Anas e Università di Bari circa il completamento del marciapiede che collegherebbe il nostro collegio alla facoltà di Economia in completa sicurezza. Ogni giorno siamo costretti a percorrere questo tratto di 500 metri, schivando auto parcheggiate in maniera selvaggia, tanto da essere costretti a camminare sul ciglio della strada. Essendo un tratto trafficato, perché arteria di collegamento con la tangenziale, più volte è capitato di poter essere investiti dalle auto in transito, fortunatamente (per ora?) senza conseguenze. La situazione peggiora la sera, poiché la zona è poco illuminata ed è frequentata da coppie che cercano un po' di intimità. Nulla contro loro, ma nel caso in cui venisse violentata una ragazza residente nel collegio, come la mettiamo? Si sta aspettando che succeda qualcosa di grave per far avviare i lavori? È passato oltre un anno dalla stipula di un accordo tra le parti, dopo una lunghissima trattativa, in quanto inizialmente non si capiva di chi fosse la proprietà del terreno che separa la nostra struttura dall'ingresso della facoltà di Economia. Da allora più nulla. Siamo stati lasciati soli, senza che nessuno ci dia notizie a riguardo circa i termini per l'inizio e il completamento dei lavori. Stiamo aspettando un caso di cronaca per farli avviare? Speriamo che questa lettera aperta possa smuovere un po' la situazione e creare le giuste condizioni affinché partano i lavori e consentano di frequentare la zona con più serenità; inoltre chiediamo che l'Adisu sia in prima linea in questa battaglia in quanto, anch'essa, parte lesa del mancato avvio dei lavori».