San Girolamo, attacco ai gatti randagi. Polpette avvelenate lasciate in strada
La consigliera del Municipio III Sabrina Gelao: «Allertate immediatamente il Comune»
mercoledì 9 maggio 2018
23.59
iReport
Polpette avvelenate abbandonate in strada per uccidere i gatti randagi. È la turpe abitudine che parrebbe aver preso qualche incivile cittadino di San Girolamo.
La cosa è stata segnalata su diversi gruppi Facebook dai residenti, e dell'allarme si è fatta megafono Sabrina Gelao, consigliera del Municipio III. «Ricordo a tutti gli autori di queste cattiverie - scrive sulla sua pagina - che l'uccisione di animali (domestici e non) è un REATO previsto dall' ART. 544 bis del codice penale, secondo il quale "Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni." Inoltre, anche se l'animale si salva, a causa delle forti sofferenze inflitte dal veleno si configura comunque il "reato di maltrattamento" (art. 544 ter), punibile con la pena della reclusione sino a 18 mesi. Se invece l'animale non solo soffre ma come spesso accade muore dopo una lunga agonia, si ha "maltrattamento aggravato dalla morte", per il quale è previsto un aumento di pena».
L'invito della consigliera, quindi, è a segnalare il grave gesto alle autorità. «Se notate qualcosa (polpette sospette o altri tipi di esche) allertate immediatamente il Comune, che provvederà a porre un avviso ai cittadini di sospetto avvelenamento, facendo intervenire le autorità sanitarie per prelevare campioni e verificarne l'effettiva pericolosità - si legge più avanti nel post. In caso affermativo, lo stesso, dovrà provvedere a bonificare l'intera zona. Se invece beccate sul fatto l'autore del reato chiamate immediatamente le autorità competenti. Azioni di questo tipo devono essere fermate e poi punite amaramente!».
La cosa è stata segnalata su diversi gruppi Facebook dai residenti, e dell'allarme si è fatta megafono Sabrina Gelao, consigliera del Municipio III. «Ricordo a tutti gli autori di queste cattiverie - scrive sulla sua pagina - che l'uccisione di animali (domestici e non) è un REATO previsto dall' ART. 544 bis del codice penale, secondo il quale "Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni." Inoltre, anche se l'animale si salva, a causa delle forti sofferenze inflitte dal veleno si configura comunque il "reato di maltrattamento" (art. 544 ter), punibile con la pena della reclusione sino a 18 mesi. Se invece l'animale non solo soffre ma come spesso accade muore dopo una lunga agonia, si ha "maltrattamento aggravato dalla morte", per il quale è previsto un aumento di pena».
L'invito della consigliera, quindi, è a segnalare il grave gesto alle autorità. «Se notate qualcosa (polpette sospette o altri tipi di esche) allertate immediatamente il Comune, che provvederà a porre un avviso ai cittadini di sospetto avvelenamento, facendo intervenire le autorità sanitarie per prelevare campioni e verificarne l'effettiva pericolosità - si legge più avanti nel post. In caso affermativo, lo stesso, dovrà provvedere a bonificare l'intera zona. Se invece beccate sul fatto l'autore del reato chiamate immediatamente le autorità competenti. Azioni di questo tipo devono essere fermate e poi punite amaramente!».