Scuola e Lavoro
A.A.A. Cercasi lavoro - Il messaggio degli ex dipendenti Trony a Bari
Il volantino è comparso in corso Vittorio Emanuele: «Estremo tentativo per poter tornare a lavorare»
Bari - martedì 26 giugno 2018
Un volantino, affisso sulla saracinesca dell'ormai ex negozio Trony di corso Vittorio Emanuele a Bari, per proporre a chi ne avesse bisogno 31 persone da assumere. È l'ultima speranza per le 31 famiglie che da oggi a domani si sono trovate senza lavoro dopo il fallimento di Dps, azienda che stava alla spalle del grande marchio di distributore di elettronica a livello nazionale. Una situazione, quella degli ex dipendenti dei negozi Trony, fin da subito incredibile, non solo hanno saputo da un giorno all'altro di non dover più andare al lavoro, ma l'avviso come avevamo già scritto era arrivato via whatsapp. I tre negozi baresi sono chiusi ormai da metà marzo e da allora nessuno di loro percepisce alcun reddito, essendo il settore privo di ammortizzatori sociali, al punto che gli stessi sindacati hanno spinto per il licenziamento collettivo in modo tale da permettere ai lavoratori di fare la richiesta per la Naspi.
Il volantino è possibile vederlo affisso sulle saracinesche dei due punti vendita in corso Vittorio Emanuele e viale Einaudi, essendo i due luoghi di maggior passeggio. Al numero scritto sul volantino risponde uno dei 31 ex dipendenti, Mimmo Carolini, lavorava al punto vendita di corso Vittorio Emanuele e come gli altri ora cerca un lavoro, ma la sua e quella degli altri 30 è una ricerca difficile e disperata. Non solo perché il mercato del lavoro in Italia non offre grosse opportunità, ma anche perché l'età media degli ex dipendenti Trony è tra i 40 e i 50 anni, età difficile in cui reinserirsi nel mondo del lavoro.
«Sono uno dei 31 dipendenti che ha perso il lavoro – dichiara Carolini - ora stiamo entrando in Naspi dopo aver aspettato che ci fosse l'asta il 15 giugno. Sapevamo che non c'erano grosse possibilità, ma abbiamo sperato comunque che qualcuno volesse rilevare i negozi. Purtroppo non è successo e ora siamo formalmente licenziati e senza lavoro».
«Il volantino è un estremo tentativo fatto sperando che qualcuno possa aver bisogno di personale e contattarci – sottolinea - Da marzo siamo senza alcun reddito e avanziamo anche una mensilità e mezza da Trony, ovvero quella di febbraio e metà marzo. Non abbiamo ricevuto nulla, perché anche l'azienda che ci doveva queste mensilità è andata in concordato. Come settore non abbiamo ammortizzatori sociali e possiamo solo contare sulla disoccupazione. Speriamo che qualcuno lo veda e ci chiami, vogliamo solo poter lavorare».
Il volantino è possibile vederlo affisso sulle saracinesche dei due punti vendita in corso Vittorio Emanuele e viale Einaudi, essendo i due luoghi di maggior passeggio. Al numero scritto sul volantino risponde uno dei 31 ex dipendenti, Mimmo Carolini, lavorava al punto vendita di corso Vittorio Emanuele e come gli altri ora cerca un lavoro, ma la sua e quella degli altri 30 è una ricerca difficile e disperata. Non solo perché il mercato del lavoro in Italia non offre grosse opportunità, ma anche perché l'età media degli ex dipendenti Trony è tra i 40 e i 50 anni, età difficile in cui reinserirsi nel mondo del lavoro.
«Sono uno dei 31 dipendenti che ha perso il lavoro – dichiara Carolini - ora stiamo entrando in Naspi dopo aver aspettato che ci fosse l'asta il 15 giugno. Sapevamo che non c'erano grosse possibilità, ma abbiamo sperato comunque che qualcuno volesse rilevare i negozi. Purtroppo non è successo e ora siamo formalmente licenziati e senza lavoro».
«Il volantino è un estremo tentativo fatto sperando che qualcuno possa aver bisogno di personale e contattarci – sottolinea - Da marzo siamo senza alcun reddito e avanziamo anche una mensilità e mezza da Trony, ovvero quella di febbraio e metà marzo. Non abbiamo ricevuto nulla, perché anche l'azienda che ci doveva queste mensilità è andata in concordato. Come settore non abbiamo ammortizzatori sociali e possiamo solo contare sulla disoccupazione. Speriamo che qualcuno lo veda e ci chiami, vogliamo solo poter lavorare».