Eventi e cultura
A Bari focus sulla legalità con la rassegna del teatro civile intitolata "Una nuova storia"
Tre spettacoli teatrali gratuiti, a cura del Centro di documentazione per la Legalità e la Nonviolenza «Antonino Caponnetto»
Bari - mercoledì 17 luglio 2024
12.06 Comunicato Stampa
Tornano nel mese di luglio le attività estive del Centro di documentazione per la Legalità e la Nonviolenza «Antonino Caponnetto», del Municipio 2 di Bari, gestito dalla Cooperativa sociale Il Nuovo fantarca (con la direzione artistica di Rosa Ferro): il focus sui punti cardine del Centro Caponnetto - la crescita attraverso l'educazione alla legalità, alla giustizia, al senso di responsabilità e alla nonviolenza - passa stavolta attraverso una rassegna di teatro civile, inserita nell'ambito della quinta edizione del festival «Una Nuova Storia».
Si svolgerà nel cortile della nuova sede del Municipio 2 di Bari (Corso Benedetto Croce 96, entrata da via Luigi Pinto): il pubblico potrà seguire tre spettacoli teatrali di qualità e di impegno civile, con interpreti prestigiosi. Attraverso il valore della testimonianza, racconteranno in maniera magistrale il mondo della criminalità giovanile, della lotta quotidiana alle mafie, alla sopraffazione, all'ingiustizia e all'omertà, a beneficio dell'intera comunità. Ingresso libero fino a esaurimento posti. È consigliata la prenotazione inviando un'email a centrocaponnetto@libero.it, info e dettagli su centrocaponnettobari.it.
Si parte giovedì 18 luglio, alle 20,30, con «L'arrago. Storia di una baby gang» con Christian Di Domenico, pièce liberamente ispirata all'opera del celebre scrittore britannico Anthony Burgess, per la regia di Gianpiero Borgia (drammaturgia a cura di Christian Di Domenico, Davide Di Domenico e Gianpiero Borgia, produzione Teatri di Bari).
È la storia di una banda di amici, o gang di bulli, che dir si voglia della violenza mitizzata e praticata che si portano dentro, e di quella di un mondo adulto e sordo che pensa di poterli curare, senza saper ascoltare. Si inizia da «Arancia Meccanica», il grande classico contemporaneo di Burgess, terrificante e meraviglioso a un sol tempo, per vivere attraverso i racconti dei ragazzi di strada una Bari cruda, contemporanea, alterata. Una città qualsiasi, che come tante altre, potrebbe facilmente fare da sfondo a episodi come quelli delle tragiche cronache più recenti.
Martedì 23 luglio, alle 20,30, tocca a «Sola contro la mafia», con Arianna Gambaccini, su adattamento e regia di Vito d'Ingeo. Spettacolo tratto dal libro «Non la picchiare così. Sola contro la mafia» di Francesco Minervini (Ed. La Meridiana), una produzione Teatrermitage in collaborazione con Libera Puglia. Maria, donna-bambina, si consegna inconsapevolmente nelle mani di un boss della mafia pugliese che la soggioga, ne fa una sua proprietà e la usa per compiere operazioni e traffici illeciti.
La sua coscienza, narcotizzata da un "amore malato", si risveglia solo dinanzi alla vita che si rinnova nel suo grembo. Con la fuga e la decisione di farsi "testimone", contribuirà a sgominare uno dei più efferati clan della cosiddetta "quarta mafia". Ma a Maria non sarà restituita la libertà. Costretta, sotto protezione e con altre identità, a peregrinare con suo figlio per la penisola, sperimenterà quanto crudele sia la "prigionia legalizzata" dei testimoni di giustizia e l'insensibilità delle istituzioni.
Lunedì 29 luglio, alle 20,30, sarà la volta di «Pizzo. Canti di denuncia», di e con Riccardo Lanzarone (musiche di Fabio Gesmundo, con il sostegno di Addiopizzo, MAT Teatro, REH Recording Studio).
Una lettura scenica sonorizzata, in cui l'autore e interprete racconta storie quotidiane di sopravvivenza alla mafia. Il percorso narrativo parte dalle parole di Libero Grassi (imprenditore catanese ucciso da Cosa Nostra nel 1991, dopo essersi opposto a una richiesta di pizzo), che per primo denunciò il suo estortore dicendo «No» alla Mafia e giunse fino alle centinaia di commercianti, imprenditori e lavoratori che negli ultimi anni stanno sempre di più chiudendo le porte al business del racket. Cos'è successo dalla prima denuncia di Libero Grassi ad oggi? Come sono cambiate in questi anni le logiche mafiose per il controllo dei quartieri? Perché si paga ancora il pizzo? Queste le domande a cui la pièce proverà a dare delle risposte.
Il Centro di documentazione per la legalità e la nonviolenza "Antonino Caponnetto" nasce nell'aprile del 2009 da un'idea della ex III Circoscrizione Picone - Poggiofranco di Bari, oggi Municipio 2 Picone - Poggiofranco - Carrassi - San Pasquale - Mungivacca, con il sostegno dell'Agenzia per la lotta non repressiva alla criminalità organizzata del Comune di Bari.
Il Centro è gestito dalla cooperativa sociale Il Nuovo Fantarca e nasce dal bisogno innanzitutto di fare "memoria" attraverso la creazione di un archivio in grado di recepire e mettere a disposizione della cittadinanza materiali di vario tipo (libri, audiovisivi, studi, esperienze), ma anche per promuovere a livello culturale un'educazione e una pedagogia della legalità, della giustizia, della responsabilità e della nonviolenza, attraverso l'organizzazione di iniziative varie (laboratori, seminari, workshop di formazione, spettacoli, pubblicazioni, incontri pubblici).
Si svolgerà nel cortile della nuova sede del Municipio 2 di Bari (Corso Benedetto Croce 96, entrata da via Luigi Pinto): il pubblico potrà seguire tre spettacoli teatrali di qualità e di impegno civile, con interpreti prestigiosi. Attraverso il valore della testimonianza, racconteranno in maniera magistrale il mondo della criminalità giovanile, della lotta quotidiana alle mafie, alla sopraffazione, all'ingiustizia e all'omertà, a beneficio dell'intera comunità. Ingresso libero fino a esaurimento posti. È consigliata la prenotazione inviando un'email a centrocaponnetto@libero.it, info e dettagli su centrocaponnettobari.it.
Si parte giovedì 18 luglio, alle 20,30, con «L'arrago. Storia di una baby gang» con Christian Di Domenico, pièce liberamente ispirata all'opera del celebre scrittore britannico Anthony Burgess, per la regia di Gianpiero Borgia (drammaturgia a cura di Christian Di Domenico, Davide Di Domenico e Gianpiero Borgia, produzione Teatri di Bari).
È la storia di una banda di amici, o gang di bulli, che dir si voglia della violenza mitizzata e praticata che si portano dentro, e di quella di un mondo adulto e sordo che pensa di poterli curare, senza saper ascoltare. Si inizia da «Arancia Meccanica», il grande classico contemporaneo di Burgess, terrificante e meraviglioso a un sol tempo, per vivere attraverso i racconti dei ragazzi di strada una Bari cruda, contemporanea, alterata. Una città qualsiasi, che come tante altre, potrebbe facilmente fare da sfondo a episodi come quelli delle tragiche cronache più recenti.
Martedì 23 luglio, alle 20,30, tocca a «Sola contro la mafia», con Arianna Gambaccini, su adattamento e regia di Vito d'Ingeo. Spettacolo tratto dal libro «Non la picchiare così. Sola contro la mafia» di Francesco Minervini (Ed. La Meridiana), una produzione Teatrermitage in collaborazione con Libera Puglia. Maria, donna-bambina, si consegna inconsapevolmente nelle mani di un boss della mafia pugliese che la soggioga, ne fa una sua proprietà e la usa per compiere operazioni e traffici illeciti.
La sua coscienza, narcotizzata da un "amore malato", si risveglia solo dinanzi alla vita che si rinnova nel suo grembo. Con la fuga e la decisione di farsi "testimone", contribuirà a sgominare uno dei più efferati clan della cosiddetta "quarta mafia". Ma a Maria non sarà restituita la libertà. Costretta, sotto protezione e con altre identità, a peregrinare con suo figlio per la penisola, sperimenterà quanto crudele sia la "prigionia legalizzata" dei testimoni di giustizia e l'insensibilità delle istituzioni.
Lunedì 29 luglio, alle 20,30, sarà la volta di «Pizzo. Canti di denuncia», di e con Riccardo Lanzarone (musiche di Fabio Gesmundo, con il sostegno di Addiopizzo, MAT Teatro, REH Recording Studio).
Una lettura scenica sonorizzata, in cui l'autore e interprete racconta storie quotidiane di sopravvivenza alla mafia. Il percorso narrativo parte dalle parole di Libero Grassi (imprenditore catanese ucciso da Cosa Nostra nel 1991, dopo essersi opposto a una richiesta di pizzo), che per primo denunciò il suo estortore dicendo «No» alla Mafia e giunse fino alle centinaia di commercianti, imprenditori e lavoratori che negli ultimi anni stanno sempre di più chiudendo le porte al business del racket. Cos'è successo dalla prima denuncia di Libero Grassi ad oggi? Come sono cambiate in questi anni le logiche mafiose per il controllo dei quartieri? Perché si paga ancora il pizzo? Queste le domande a cui la pièce proverà a dare delle risposte.
Il Centro di documentazione per la legalità e la nonviolenza "Antonino Caponnetto" nasce nell'aprile del 2009 da un'idea della ex III Circoscrizione Picone - Poggiofranco di Bari, oggi Municipio 2 Picone - Poggiofranco - Carrassi - San Pasquale - Mungivacca, con il sostegno dell'Agenzia per la lotta non repressiva alla criminalità organizzata del Comune di Bari.
Il Centro è gestito dalla cooperativa sociale Il Nuovo Fantarca e nasce dal bisogno innanzitutto di fare "memoria" attraverso la creazione di un archivio in grado di recepire e mettere a disposizione della cittadinanza materiali di vario tipo (libri, audiovisivi, studi, esperienze), ma anche per promuovere a livello culturale un'educazione e una pedagogia della legalità, della giustizia, della responsabilità e della nonviolenza, attraverso l'organizzazione di iniziative varie (laboratori, seminari, workshop di formazione, spettacoli, pubblicazioni, incontri pubblici).