
Vita di città
A Bari la palazzina "Goccia del Latte" intitolata a Sabina Anemone
Fu la prima donna medico pediatra laureata e specializzata all'Ateneo barese
Bari - martedì 15 aprile 2025
13.38 Comunicato Stampa
Si è svolta questa mattina, in piazza Umberto, alla presenza del sindaco e della consigliera comunale e metropolitana delegata alla pianificazione territoriale e del paesaggio metropolitano, l'intitolazione della storica palazzina "Goccia del latte" a Sabina Anemone, prima donna medico pediatra laureata e specializzata all'Ateneo barese, professionista capace e generosa che ha messo la sua esperienza al servizio della cura dei bambini e delle mamme in condizioni di disagio economico e sociale.
Alla cerimonia hanno partecipato anche la presidente del Municipio I e gli alunni delle classi quinte della scuola primaria Mazzini.
Sabina Anemone ha precorso i tempi lavorando come medico e sfidando i pregiudizi che al tempo volevano le donne esclusivamente mogli e madri e che, con il suo lavoro, ha contribuito alla crescita della città occupandosi, con grande attenzione, specie dei bambini e delle mamme in condizioni di povertà.
Per queste ragioni l'amministrazione comunale ha scelto di intitolarle il fabbricato noto come "Goccia del latte" (tutelato dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Bari): non solo per perpetuare la memoria di una donna che ha lasciato un segno tangibile nella storia della comunità locale, ma anche per celebrare il suo coraggio e la sua determinazione.
"L'amministrazione comunale di Bari è da tempo impegnata a promuovere la toponomastica di genere - ha detto il sindaco -, perché intitolazioni di strade, piazze e luoghi simbolici a donne che hanno contribuito a far crescere e rendere grande questa città sono ancora troppo poche. È nostra intenzione recuperare in termini non solo quantitativi ma anche, e soprattutto, culturali affinché anche attraverso la toponomastica, si possa finalmente riconoscere il ruolo fondamentale che molte donne hanno avuto nella storia della città e, più in generale, del nostro Paese.
Oggi con questa intitolazione leghiamo definitivamente il ricordo di Sabina Anemone, prima laureata in medicina e pediatra della città di Bari, a un immobile storico qual è la Goccia del latte - che dagli anni '20, per oltre mezzo secolo, ha ospitato le attività di un'associazione solidale impegnata ad assistere le gestanti prive di mezzi, e con molti figli, - così da rendere il doveroso omaggio alla memoria di una donna che ha messo il suo sapere e il suo lavoro al servizio dei minori e delle donne in difficoltà.
La memoria non deve essere un esercizio retorico ma una bussola per comprendere il presente e orientare il futuro, specie per le nuove generazioni".
"Ho avuto una nonna speciale che, in tempi in cui sembrava una vera e propria eresia, ha creduto nel ruolo fondamentale delle donne nel mondo del lavoro e soprattutto nel contributo importante che le donne, lavorando, avrebbero potuto dare alla collettività - ha proseguito la consigliera comunale e metropolitana delegata alla pianificazione territoriale e del paesaggio metropolitano -. Sabina Anemone, mia nonna, è stata una donna impegnata nello studio, nel lavoro e nel volontariato ma, al tempo stesso, una donna vivace, elegante, amante della musica, dell'arte e della vita.
Pur avendo scelto un percorso di studi differente dal suo, per corsi e ricorsi storici, ho ricalcato i suoi passi durante il mandato da presidente nell'ex Ospedaletto dei bambini di via Trevisani, oggi sede del Municipio I, dove, durante il periodo bellico, mia nonna ha diretto il reparto infettivi seguendo con amorevole cura i suoi piccoli pazienti.
Sabina Anemone era molto legata ai luoghi del suo lavoro e, in particolare, a questa palazzina Liberty in cui, dal 1940, per quasi 10 anni, ha svolto attività di assistenza medica e di educazione sanitaria volontaria in una città dilaniata dalla guerra e dalla povertà in cui, nel dopoguerra, collaborando con gli americani, ha introdotto l'utilizzo del latte in polvere, all'epoca sconosciuto.
Un luogo speciale che negli ultimi anni della sua vita amava frequentare condividendo i ricordi di quei tempi con la presidente della Fidas (che gestisce le attività dell'edificio). Grazie all'impegno e alla sensibilità del sindaco, del Soroptimist International Club di Bari e di coloro che hanno sostenuto questa intitolazione, oggi la questa palazzina diventa luogo del cuore e della memoria, custode dell'identità e del grande valore della nostra comunità".
CENNI BIOGRAFICI
Sabina Anemone nasce a Giovinazzo il 12 dicembre del 1913. Nel 1937, è la prima donna a conseguire la Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Bari, specializzandosi poi in pediatria nel 1940.
Spinta dalla passione verso i bambini, per tutto il periodo bellico svolge la sua attività presso l'Ospedale Sanatorio Cotugno, curando i neonati affetti da tubercolosi e prestando, nel contempo, visite gratuite alle mamme in difficoltà presso l'ambulatorio comunale "Goccia del latte", in piazza Umberto, suscitando ammirazione da parte di tutta la comunità.
Direttrice del reparto infettivi dell'Ospedaletto dei Bambini, nel 1971 diventa insegnante di Igiene e Anatomia all'Istituto Tecnico Femminile di Bari fino al raggiungimento della pensione.
Muore a Bari all'età di 91 anni.
Alla cerimonia hanno partecipato anche la presidente del Municipio I e gli alunni delle classi quinte della scuola primaria Mazzini.
Sabina Anemone ha precorso i tempi lavorando come medico e sfidando i pregiudizi che al tempo volevano le donne esclusivamente mogli e madri e che, con il suo lavoro, ha contribuito alla crescita della città occupandosi, con grande attenzione, specie dei bambini e delle mamme in condizioni di povertà.
Per queste ragioni l'amministrazione comunale ha scelto di intitolarle il fabbricato noto come "Goccia del latte" (tutelato dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Bari): non solo per perpetuare la memoria di una donna che ha lasciato un segno tangibile nella storia della comunità locale, ma anche per celebrare il suo coraggio e la sua determinazione.
"L'amministrazione comunale di Bari è da tempo impegnata a promuovere la toponomastica di genere - ha detto il sindaco -, perché intitolazioni di strade, piazze e luoghi simbolici a donne che hanno contribuito a far crescere e rendere grande questa città sono ancora troppo poche. È nostra intenzione recuperare in termini non solo quantitativi ma anche, e soprattutto, culturali affinché anche attraverso la toponomastica, si possa finalmente riconoscere il ruolo fondamentale che molte donne hanno avuto nella storia della città e, più in generale, del nostro Paese.
Oggi con questa intitolazione leghiamo definitivamente il ricordo di Sabina Anemone, prima laureata in medicina e pediatra della città di Bari, a un immobile storico qual è la Goccia del latte - che dagli anni '20, per oltre mezzo secolo, ha ospitato le attività di un'associazione solidale impegnata ad assistere le gestanti prive di mezzi, e con molti figli, - così da rendere il doveroso omaggio alla memoria di una donna che ha messo il suo sapere e il suo lavoro al servizio dei minori e delle donne in difficoltà.
La memoria non deve essere un esercizio retorico ma una bussola per comprendere il presente e orientare il futuro, specie per le nuove generazioni".
"Ho avuto una nonna speciale che, in tempi in cui sembrava una vera e propria eresia, ha creduto nel ruolo fondamentale delle donne nel mondo del lavoro e soprattutto nel contributo importante che le donne, lavorando, avrebbero potuto dare alla collettività - ha proseguito la consigliera comunale e metropolitana delegata alla pianificazione territoriale e del paesaggio metropolitano -. Sabina Anemone, mia nonna, è stata una donna impegnata nello studio, nel lavoro e nel volontariato ma, al tempo stesso, una donna vivace, elegante, amante della musica, dell'arte e della vita.
Pur avendo scelto un percorso di studi differente dal suo, per corsi e ricorsi storici, ho ricalcato i suoi passi durante il mandato da presidente nell'ex Ospedaletto dei bambini di via Trevisani, oggi sede del Municipio I, dove, durante il periodo bellico, mia nonna ha diretto il reparto infettivi seguendo con amorevole cura i suoi piccoli pazienti.
Sabina Anemone era molto legata ai luoghi del suo lavoro e, in particolare, a questa palazzina Liberty in cui, dal 1940, per quasi 10 anni, ha svolto attività di assistenza medica e di educazione sanitaria volontaria in una città dilaniata dalla guerra e dalla povertà in cui, nel dopoguerra, collaborando con gli americani, ha introdotto l'utilizzo del latte in polvere, all'epoca sconosciuto.
Un luogo speciale che negli ultimi anni della sua vita amava frequentare condividendo i ricordi di quei tempi con la presidente della Fidas (che gestisce le attività dell'edificio). Grazie all'impegno e alla sensibilità del sindaco, del Soroptimist International Club di Bari e di coloro che hanno sostenuto questa intitolazione, oggi la questa palazzina diventa luogo del cuore e della memoria, custode dell'identità e del grande valore della nostra comunità".
CENNI BIOGRAFICI
Sabina Anemone nasce a Giovinazzo il 12 dicembre del 1913. Nel 1937, è la prima donna a conseguire la Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Bari, specializzandosi poi in pediatria nel 1940.
Spinta dalla passione verso i bambini, per tutto il periodo bellico svolge la sua attività presso l'Ospedale Sanatorio Cotugno, curando i neonati affetti da tubercolosi e prestando, nel contempo, visite gratuite alle mamme in difficoltà presso l'ambulatorio comunale "Goccia del latte", in piazza Umberto, suscitando ammirazione da parte di tutta la comunità.
Direttrice del reparto infettivi dell'Ospedaletto dei Bambini, nel 1971 diventa insegnante di Igiene e Anatomia all'Istituto Tecnico Femminile di Bari fino al raggiungimento della pensione.
Muore a Bari all'età di 91 anni.