Eventi e cultura
A Ermal Meta le chiavi della città di Bari: «Qui ho trovato l’amore»
Decaro: «Onorati di consegnarti questo riconoscimento». Il cantautore: «Il successo non dice chi sei»
Bari - sabato 31 marzo 2018
13.10
Cantautore di fama nazionale, vincitore del Festival di Sanremo e, da oggi, "proprietario" delle chiavi della città di Bari. La descrizione corrisponde all'identikit di Ermal Meta, che stamattina nella sala consiliare di Palazzo di Città ha ricevuto l'onorificenza direttamente dalle mani del sindaco Antonio Decaro.
Un'aula Dalfino gremita di fan, giovani e meno, per la cerimonia aperta al pubblico. Dopo la consegna dell'ambito oggetto, Ermal Meta ha improvvisato un'esibizione chitarra e voce cantando Non Mi Avete Fatto Niente, brano che gli è valso il trionfo al Festival in coppia con Fabrizio Moro.
«Consegnare le chiavi della città di Bari a Ermal Meta – dice il sindaco Decaro durante la cerimonia – ha una valenza particolare. Significa istituire un legame tra uno dei musicisti più talentuosi del panorama contemporaneo e la nostra, la sua, città. Quella di Ermal è una bella storia, di forza, di coraggio nell'inseguire i propri sogni. Siamo onorati di consegnargli questo riconoscimento. Queste chiavi non aprono porte, come hai scritto su Facebook - ricorda il sindaco rivolgendosi direttamente al cantante -, ma consolidano un rapporto che si è costruito negli anni e si è rafforzato. Permettono di aprire il cassetto dei ricordi più profondi di un artista che in questi anni si è fatto conoscere e apprezzare».
Nato in Albania, Ermal Meta si è trasferito nel 1994 a Bari, all'età di 13 anni, insieme alla madre e ai fratelli, che oggi hanno presenziato alla cerimonia. Un aspetto di grande rilevanza socio-culturale che ricorda anche il presidente della Commissione Consiliare Culture Giuseppe Cascella, promotore dell'iniziativa: «Questa sala – dice Cascella – porta il nome di Enrico Nicola Dalfino, sindaco amato dai baresi che per primo in Europa ha accolto, anche quando lo Stato si opponeva. Lui ha aperto le porte a tanti nostri "cugini" che venivano dall'Albania, terra dirimpettaia e straordinaria».
«Bari – dice un commosso Ermal Meta – mi ha insegnato ad aspettare e a coltivare la mia passione. Qui ho trovato l'amicizia, molto spesso ho trovato anche l'amore. Inizialmente questa era la mia seconda città, ma presto è diventata la prima».
Al famoso artista italo-albanese è stata tributata l'onorificenza di San Nicola, custode delle chiavi della città: «Il santo patrono – scherza Meta – credo che abbia delle responsabilità un po' superiori alle mie. Io mi sento molto onorato e felice di aver ricevuto le chiavi della città dal sindaco, che ha un animo raffinato e sensibile».
Da sempre attento a temi sociali, Ermal Meta si è distinto per i suoi testi che spaziano dalla violenza domestica al pacifismo. Il suo ultimo disco s'intitola "Non Abbiamo Armi", una sorta di consiglio da fratello maggiore a chi subisce il fascino della violenza e della criminalità: «Statene alla larga – è l'appello del cantautore – perché tutto ciò che sembra facile nell'immediato alla fine si paga. La musica è sempre servita per combattere paura e violenza. La musica è aggregazione, e quando ci si mette insieme, quando ci si abbraccia, si scaccia il terrore».
Per lui un successo dilagante e inarrestabile. Una scalata partita proprio da Bari, dove oggi Ermal Meta ritorna senza dimenticare il ragazzo arrivato dall'Albania che con umiltà e tanto talento è riuscito a entrare nei cuori degli italiani. «Puoi avere successo in quel che fai – spiega Meta – ma quello che sei lo determinano altre cose. Quel che conta di più è restare legati ai valori di sempre, perché prima di tutto siamo esseri umani che vivono a contatto con gli altri. Il successo che possiamo avere nella vita o nel lavoro non determina la qualità della nostra persona».
«Io – racconta Ermal Meta – non dimentico da dove sono venuto, anche perché credo che rimuovere il passato sia il primo passo per annebbiare il futuro».
In conclusione, uno sguardo sul suo vissuto da artista, sviluppatosi in un vortice intenso e repentino: «Non ho una canzone preferita tra quelle che ho scritto – spiega. Tendo a evitare di canticchiarle perché poi finirei per abituarmici troppo ed è una cosa che, alla lunga, ti fa perdere l'approccio puerile che è fondamentale quando fai musica. Quando canto o quando suono ho sempre bisogno di sentire la magia della musica, non mi piacciono le cose fini a loro stesse».
Le Motivazioni del Riconoscimento
A Ermal Meta
per il suo straordinario talento e per il meritato successo che ha saputo conquistare grazie a una grande personalità e a uno stile inconfondibile.
Le chiavi della città vogliono essere il riconoscimento a un artista che proprio a Bari ha mosso i primi passi e che ha saputo tradurre in musica temi di stringente attualità con quella naturalezza che è la cifra stessa dei grandi autori.
Parlare di violenza domestica o della paura degli attentati terroristici non è facile senza cadere in una serie di stereotipi, ma Ermal Meta lo ha fatto dando voce a sentimenti che ci accomunano tutti e che ci ricordano che l'unica religione che non conosce confini è l'essere e il restare "umani".
La città di Bari con affetto.
Un'aula Dalfino gremita di fan, giovani e meno, per la cerimonia aperta al pubblico. Dopo la consegna dell'ambito oggetto, Ermal Meta ha improvvisato un'esibizione chitarra e voce cantando Non Mi Avete Fatto Niente, brano che gli è valso il trionfo al Festival in coppia con Fabrizio Moro.
«Consegnare le chiavi della città di Bari a Ermal Meta – dice il sindaco Decaro durante la cerimonia – ha una valenza particolare. Significa istituire un legame tra uno dei musicisti più talentuosi del panorama contemporaneo e la nostra, la sua, città. Quella di Ermal è una bella storia, di forza, di coraggio nell'inseguire i propri sogni. Siamo onorati di consegnargli questo riconoscimento. Queste chiavi non aprono porte, come hai scritto su Facebook - ricorda il sindaco rivolgendosi direttamente al cantante -, ma consolidano un rapporto che si è costruito negli anni e si è rafforzato. Permettono di aprire il cassetto dei ricordi più profondi di un artista che in questi anni si è fatto conoscere e apprezzare».
Nato in Albania, Ermal Meta si è trasferito nel 1994 a Bari, all'età di 13 anni, insieme alla madre e ai fratelli, che oggi hanno presenziato alla cerimonia. Un aspetto di grande rilevanza socio-culturale che ricorda anche il presidente della Commissione Consiliare Culture Giuseppe Cascella, promotore dell'iniziativa: «Questa sala – dice Cascella – porta il nome di Enrico Nicola Dalfino, sindaco amato dai baresi che per primo in Europa ha accolto, anche quando lo Stato si opponeva. Lui ha aperto le porte a tanti nostri "cugini" che venivano dall'Albania, terra dirimpettaia e straordinaria».
«Bari – dice un commosso Ermal Meta – mi ha insegnato ad aspettare e a coltivare la mia passione. Qui ho trovato l'amicizia, molto spesso ho trovato anche l'amore. Inizialmente questa era la mia seconda città, ma presto è diventata la prima».
Al famoso artista italo-albanese è stata tributata l'onorificenza di San Nicola, custode delle chiavi della città: «Il santo patrono – scherza Meta – credo che abbia delle responsabilità un po' superiori alle mie. Io mi sento molto onorato e felice di aver ricevuto le chiavi della città dal sindaco, che ha un animo raffinato e sensibile».
Da sempre attento a temi sociali, Ermal Meta si è distinto per i suoi testi che spaziano dalla violenza domestica al pacifismo. Il suo ultimo disco s'intitola "Non Abbiamo Armi", una sorta di consiglio da fratello maggiore a chi subisce il fascino della violenza e della criminalità: «Statene alla larga – è l'appello del cantautore – perché tutto ciò che sembra facile nell'immediato alla fine si paga. La musica è sempre servita per combattere paura e violenza. La musica è aggregazione, e quando ci si mette insieme, quando ci si abbraccia, si scaccia il terrore».
Per lui un successo dilagante e inarrestabile. Una scalata partita proprio da Bari, dove oggi Ermal Meta ritorna senza dimenticare il ragazzo arrivato dall'Albania che con umiltà e tanto talento è riuscito a entrare nei cuori degli italiani. «Puoi avere successo in quel che fai – spiega Meta – ma quello che sei lo determinano altre cose. Quel che conta di più è restare legati ai valori di sempre, perché prima di tutto siamo esseri umani che vivono a contatto con gli altri. Il successo che possiamo avere nella vita o nel lavoro non determina la qualità della nostra persona».
«Io – racconta Ermal Meta – non dimentico da dove sono venuto, anche perché credo che rimuovere il passato sia il primo passo per annebbiare il futuro».
In conclusione, uno sguardo sul suo vissuto da artista, sviluppatosi in un vortice intenso e repentino: «Non ho una canzone preferita tra quelle che ho scritto – spiega. Tendo a evitare di canticchiarle perché poi finirei per abituarmici troppo ed è una cosa che, alla lunga, ti fa perdere l'approccio puerile che è fondamentale quando fai musica. Quando canto o quando suono ho sempre bisogno di sentire la magia della musica, non mi piacciono le cose fini a loro stesse».
Le Motivazioni del Riconoscimento
A Ermal Meta
per il suo straordinario talento e per il meritato successo che ha saputo conquistare grazie a una grande personalità e a uno stile inconfondibile.
Le chiavi della città vogliono essere il riconoscimento a un artista che proprio a Bari ha mosso i primi passi e che ha saputo tradurre in musica temi di stringente attualità con quella naturalezza che è la cifra stessa dei grandi autori.
Parlare di violenza domestica o della paura degli attentati terroristici non è facile senza cadere in una serie di stereotipi, ma Ermal Meta lo ha fatto dando voce a sentimenti che ci accomunano tutti e che ci ricordano che l'unica religione che non conosce confini è l'essere e il restare "umani".
La città di Bari con affetto.