Attualità
A Foggia la manifestazione contro la mafia, Decaro: «Tutta la Puglia è con questa città»
L'iniziativa di Libera dopo l'omicidio del 2 gennaio. Emiliano: «Società civile sia al fianco della magistratura»
Puglia - sabato 11 gennaio 2020
0.30
Foggia si ribella alla mafia. Ieri pomeriggio la grande manifestazione organizzata da Libera per dire no alla criminalità, dopo l'omicidio del 53enne Roberto D'Angelo, freddato in via Candelaro lo scorso 2 gennaio. In 20mila sfilano al fianco dell'associazione di Don Ciotti, e fra loro anche i sindaci di Puglia, guidati dal primo cittadino di Bari e presidente Anci Antonio Decaro.
«Dobbiamo contarci uno ad uno, per dimostrare nei fatti che siamo di più noi. In carne e ossa - dice Decaro. Siamo di più quelli che stanno dalla parte del bene. Ecco perché è importante essere qui a Foggia, come presenza fisica, non come semplice testimonianza. La criminalità organizzata deve sapere che noi ci mettiamo la faccia, le braccia, le gambe e la testa. Sono loro che devono nascondersi. Siamo stati qui per dire ai cittadini di Foggia e dei Comuni di questa zona, che magari in questi mesi convivono con la paura che loro non sono soli. Foggia non è sola, Foggia è Bari, è Lecce, è Taranto, è Brindisi. Foggia è la Puglia, e questa terra non è abituata a nascondersi. Mai. Noi siamo qui per i cittadini pugliesi che hanno scelto di non nascondersi e vogliono lottare per dare un futuro a tutti noi».
Presente anche Michele Emiliano, governatore della Regione Puglia, che dice: «L'attacco è stato durissimo a cittadini che hanno testimoniato contro i loro estorsori, hanno fatto saltare in aria l'auto, hanno ucciso delle persone, stanno cercando probabilmente di ricostruire un racket estorsivo per rimettere in piedi l'antica associazione criminale che già 30 anni fa a Foggia aveva messo a ferro e fuoco la città. Quindi un fatto di una gravità senza precedenti. Lo Stato sta reagendo con la magistratura, i carabinieri, la guardia di finanza, la polizia, ma questo non basta. Noi che ascoltiamo da anni don Luigi Ciotti sappiamo che la società civile deve essere al fianco della magistratura e forze dell'ordine. Hanno una loro complessità le mafie foggiane perché sono più d'una e legate alla pervicacia con la quale i loro promotori ritornano in attività o proseguono le loro attività in carcere, fanno proselitismo, con una specie di welfare mafioso che continua. Probabilmente sono in grado di assistere i loro associati mentre sono in carcere sostenendo le loro famiglie e le spese legali, è un'antica tradizione delle mafie pugliesi. E questo obbliga, man mano che si viene scarcerati, a raccogliere soldi come probabilmente sta accadendo in questi mesi, per sostenere chi è ancora in carcere. Questo processo passa dalle estorsioni alle imprese».
Emiliano ricorda che «La Puglia è la regione italiana che spende di più in antimafia sociale, abbiamo fatto bandi per Comuni, scuole, associazioni per oltre 13 milioni di euro. Serve educazione alla legalità ma serve soprattutto nei momenti di emergenza come oggi stare accanto a chi ha il coraggio di denunciare. La Regione Puglia si è costituita parte civile in tutti i processi che sono in corso però è evidente che manca ancora il coraggio a molti di denunciare. Noi abbiamo perso Michele Panunzio, imprenditore edile coraggiosissimo, abbiamo perso Francesco Marcone, un dirigente della pubblica amministrazione, sono stati uccisi a Foggia anni fa. Noi non possiamo tornare a quell'epoca e dobbiamo mettercela tutta, tutti insieme per difendere Foggia».
Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera contro le mafie, conclude: «Siamo qui per disinnescare la miccia della paura e della rassegnazione.Siamo qui - ha detto Luigi Ciotti dal palco - per fare emergente i tanti valori della nostra terra affinché ci sia un passaggio, un cambiamento. È importante che ci sia continuità. Noi non possiamo lasciare solo sulle spalle della magistratura e delle forze di polizia perché c'é una responsabilità di noi cittadini. Guai se non fosse cosi', guai se viene meno questo. Sono 165 anni che parliamo di mafia. Aveva ragione Giovanni Falcone quando diceva che era una lotta di civiltà e legalità.Tutti devono metterci la faccia: polizia e magistratura non bastano. Serve tutta la società. Oggi non c'è regione d'Italia esente dalla mafia, ma qui c'è tanta gente in piazza che manifesta. Siate orgogliosi di essere pugliesi e foggiani».
«Dobbiamo contarci uno ad uno, per dimostrare nei fatti che siamo di più noi. In carne e ossa - dice Decaro. Siamo di più quelli che stanno dalla parte del bene. Ecco perché è importante essere qui a Foggia, come presenza fisica, non come semplice testimonianza. La criminalità organizzata deve sapere che noi ci mettiamo la faccia, le braccia, le gambe e la testa. Sono loro che devono nascondersi. Siamo stati qui per dire ai cittadini di Foggia e dei Comuni di questa zona, che magari in questi mesi convivono con la paura che loro non sono soli. Foggia non è sola, Foggia è Bari, è Lecce, è Taranto, è Brindisi. Foggia è la Puglia, e questa terra non è abituata a nascondersi. Mai. Noi siamo qui per i cittadini pugliesi che hanno scelto di non nascondersi e vogliono lottare per dare un futuro a tutti noi».
Presente anche Michele Emiliano, governatore della Regione Puglia, che dice: «L'attacco è stato durissimo a cittadini che hanno testimoniato contro i loro estorsori, hanno fatto saltare in aria l'auto, hanno ucciso delle persone, stanno cercando probabilmente di ricostruire un racket estorsivo per rimettere in piedi l'antica associazione criminale che già 30 anni fa a Foggia aveva messo a ferro e fuoco la città. Quindi un fatto di una gravità senza precedenti. Lo Stato sta reagendo con la magistratura, i carabinieri, la guardia di finanza, la polizia, ma questo non basta. Noi che ascoltiamo da anni don Luigi Ciotti sappiamo che la società civile deve essere al fianco della magistratura e forze dell'ordine. Hanno una loro complessità le mafie foggiane perché sono più d'una e legate alla pervicacia con la quale i loro promotori ritornano in attività o proseguono le loro attività in carcere, fanno proselitismo, con una specie di welfare mafioso che continua. Probabilmente sono in grado di assistere i loro associati mentre sono in carcere sostenendo le loro famiglie e le spese legali, è un'antica tradizione delle mafie pugliesi. E questo obbliga, man mano che si viene scarcerati, a raccogliere soldi come probabilmente sta accadendo in questi mesi, per sostenere chi è ancora in carcere. Questo processo passa dalle estorsioni alle imprese».
Emiliano ricorda che «La Puglia è la regione italiana che spende di più in antimafia sociale, abbiamo fatto bandi per Comuni, scuole, associazioni per oltre 13 milioni di euro. Serve educazione alla legalità ma serve soprattutto nei momenti di emergenza come oggi stare accanto a chi ha il coraggio di denunciare. La Regione Puglia si è costituita parte civile in tutti i processi che sono in corso però è evidente che manca ancora il coraggio a molti di denunciare. Noi abbiamo perso Michele Panunzio, imprenditore edile coraggiosissimo, abbiamo perso Francesco Marcone, un dirigente della pubblica amministrazione, sono stati uccisi a Foggia anni fa. Noi non possiamo tornare a quell'epoca e dobbiamo mettercela tutta, tutti insieme per difendere Foggia».
Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera contro le mafie, conclude: «Siamo qui per disinnescare la miccia della paura e della rassegnazione.Siamo qui - ha detto Luigi Ciotti dal palco - per fare emergente i tanti valori della nostra terra affinché ci sia un passaggio, un cambiamento. È importante che ci sia continuità. Noi non possiamo lasciare solo sulle spalle della magistratura e delle forze di polizia perché c'é una responsabilità di noi cittadini. Guai se non fosse cosi', guai se viene meno questo. Sono 165 anni che parliamo di mafia. Aveva ragione Giovanni Falcone quando diceva che era una lotta di civiltà e legalità.Tutti devono metterci la faccia: polizia e magistratura non bastano. Serve tutta la società. Oggi non c'è regione d'Italia esente dalla mafia, ma qui c'è tanta gente in piazza che manifesta. Siate orgogliosi di essere pugliesi e foggiani».