Associazioni
Accuse agli operatori del 118, infermieri al contrattacco
Dopo l'attacco per presunti comportamenti non adeguati, gli infermieri chiedono l'intervento della procura
Bari - giovedì 23 novembre 2017
10.17
Gli infermieri del servizio 118 di Bari e della BAT passano al contrattacco, dopo una serie di denunce a mezzo stampa relative ad un operato non adeguato degli stessi operatori. Nei giorni scorsi, infatti, diverse testate hanno riportato diversi episodi in cui gli operatori si sarebbero resi protagonisti di eventi non professionali. E in una nota, il Direttore della Centrale Operativa del 118 di Bari e Barletta Andria e Trani, aveva dichiarato che Medici e Infermieri sarebbero incorsi in presunti comportamenti, che prefigurano diversi profili di responsabilità.
Tra le accuse fatte il rifiuto di interventi di urgenze, interventi a domicilio protratti per ore, equipaggi fermi presso ristoranti e bracerie, ambulanze bloccate al pronto soccorso e altro. Tali accuse, sottolineano dal sindacato Ipasvi: «hanno concretamente offuscato nell'immaginario collettivo il ruolo e l'identità dei professionisti infermieri che operano nel sistema di emergenza urgenza 118 danneggiandoli oltremodo nel loro patrimonio di competenze sociali e professionali».
Per questo motivo, gli infermieri del 118, attraverso loro ordini professionali IPASVI, hanno deciso di sottoscrivere un documento nel quale chiedono, alle Procure della Repubblica di Bari Trani, di aprire un'inchiesta per accertare quanto è stato riportato attraverso alcuni servizi giornalisti, in merito ad alcuni disservizi del 118.
Gli Infermieri del 118 di Bari e BAT e i loro Ordini professionali, rappresentati dai presidenti Saverio Andreula e Giuseppe Papagni, chiedono ufficialmente alle Procure della Repubblica di Bari e Trani di verificare se è stata aperta un'inchiesta su presunti abusi e omissioni di Medici e Infermieri del servizio 118; di accertare la verità dei fatti per consentire di isolare le cosiddette "mele marce"; ma si dicono anche pronti a presentare una denuncia per diffamazione e calunnia nei confronti di chi ha voluto generalizzare la questione, accusando gli Infermieri di prendere soldi dai pazienti.
In merito, il presidente Saverio Andreula dichiara: «C'è poco da ironizzare sui fatti accaduti. Bisogna avere il coraggio di pretendere la verità e di perseguire le "mele marce". Basta sparare nel mucchio con i soliti "mugugni stereotipati". Gli strumenti per pretendere la verità sui fatti ci sono e vanno usati».
Tra le accuse fatte il rifiuto di interventi di urgenze, interventi a domicilio protratti per ore, equipaggi fermi presso ristoranti e bracerie, ambulanze bloccate al pronto soccorso e altro. Tali accuse, sottolineano dal sindacato Ipasvi: «hanno concretamente offuscato nell'immaginario collettivo il ruolo e l'identità dei professionisti infermieri che operano nel sistema di emergenza urgenza 118 danneggiandoli oltremodo nel loro patrimonio di competenze sociali e professionali».
Per questo motivo, gli infermieri del 118, attraverso loro ordini professionali IPASVI, hanno deciso di sottoscrivere un documento nel quale chiedono, alle Procure della Repubblica di Bari Trani, di aprire un'inchiesta per accertare quanto è stato riportato attraverso alcuni servizi giornalisti, in merito ad alcuni disservizi del 118.
Gli Infermieri del 118 di Bari e BAT e i loro Ordini professionali, rappresentati dai presidenti Saverio Andreula e Giuseppe Papagni, chiedono ufficialmente alle Procure della Repubblica di Bari e Trani di verificare se è stata aperta un'inchiesta su presunti abusi e omissioni di Medici e Infermieri del servizio 118; di accertare la verità dei fatti per consentire di isolare le cosiddette "mele marce"; ma si dicono anche pronti a presentare una denuncia per diffamazione e calunnia nei confronti di chi ha voluto generalizzare la questione, accusando gli Infermieri di prendere soldi dai pazienti.
In merito, il presidente Saverio Andreula dichiara: «C'è poco da ironizzare sui fatti accaduti. Bisogna avere il coraggio di pretendere la verità e di perseguire le "mele marce". Basta sparare nel mucchio con i soliti "mugugni stereotipati". Gli strumenti per pretendere la verità sui fatti ci sono e vanno usati».