Cronaca
Adescava minorenni nelle chat online. Preso 37 della provincia di Bari
Indagine partita dalla denuncia di una mamma di Pescara. La polizia ha passato al setaccio oltre 2600 conversazioni virtuali
Bari - giovedì 15 novembre 2018
10.19
Adescava i minorenni nella chat di Facebook e di altre applicazioni di messaggistica online: la Polizia di Stato ha arrestato un uomo di 37 anni residente in provincia di Bari con l'accusa di adescamento di minorenni, detenzione di materiale pedopornografico e pornografia minorile.
L'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di L'Aquila dott.ssa Guendalina Buccella, trae origine da un'indagine condotta dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Pescara coordinata dal Sostituto Procuratore dr.ssa Roberta D'Avolio.
L'indagine aveva preso le mosse dalla segnalazione di una madre di Pescara preoccupata da alcuni messaggi ricevuti su "Messanger" dal figlio da parte di un interlocutore anonimo che manifestava apprezzamenti ambigui. Il profilo Facebook dello sconosciuto era apparso fin da subito appartenere a un adulto che aveva come "amici" vari ragazzini alle cui foto esprimeva "espliciti" commenti.
Identificato il titolare dell'account, un 37enne della provincia di Bari, nei suoi confronti è stata eseguita una perquisizione che ha portato al sequestro di materiale informatico sottoposto ad analisi forense.
A seguito dell'analisi tecnica emergevano continui tentativi di adescamento di minorenni.
La ricerca della "vittima" era assolutamente casuale essendo rivolta a soggetti titolari e/o utilizzatori di un account su diversi social network come Facebook, Instagram, Badoo, Telegram e WhatsApp. L'arrestato contattava minori di 16 anni, instaurando con loro relazioni amichevoli e carpendo la loro fiducia con artifizi e lusinghe. In questo modo riusciva a incanalare la conversazione su argomenti sessuali proponendo appuntamenti per dei veri e propri incontri sessuali.
La polizia ha riscontrato la presenza di oltre 2600 chat nelle varie applicazioni di messaggistica istantanea, estrapolate, lette e analizzate nei contenuti. Le vittime identificate risultano residenti anche in altre province italiane. L'arresto è stato eseguito da personale del Compartimento Polizia Postale di Pescara, che ha condotto le indagini, con la collaborazione della Polizia Postale di Bari.
L'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di L'Aquila dott.ssa Guendalina Buccella, trae origine da un'indagine condotta dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Pescara coordinata dal Sostituto Procuratore dr.ssa Roberta D'Avolio.
L'indagine aveva preso le mosse dalla segnalazione di una madre di Pescara preoccupata da alcuni messaggi ricevuti su "Messanger" dal figlio da parte di un interlocutore anonimo che manifestava apprezzamenti ambigui. Il profilo Facebook dello sconosciuto era apparso fin da subito appartenere a un adulto che aveva come "amici" vari ragazzini alle cui foto esprimeva "espliciti" commenti.
Identificato il titolare dell'account, un 37enne della provincia di Bari, nei suoi confronti è stata eseguita una perquisizione che ha portato al sequestro di materiale informatico sottoposto ad analisi forense.
A seguito dell'analisi tecnica emergevano continui tentativi di adescamento di minorenni.
La ricerca della "vittima" era assolutamente casuale essendo rivolta a soggetti titolari e/o utilizzatori di un account su diversi social network come Facebook, Instagram, Badoo, Telegram e WhatsApp. L'arrestato contattava minori di 16 anni, instaurando con loro relazioni amichevoli e carpendo la loro fiducia con artifizi e lusinghe. In questo modo riusciva a incanalare la conversazione su argomenti sessuali proponendo appuntamenti per dei veri e propri incontri sessuali.
La polizia ha riscontrato la presenza di oltre 2600 chat nelle varie applicazioni di messaggistica istantanea, estrapolate, lette e analizzate nei contenuti. Le vittime identificate risultano residenti anche in altre province italiane. L'arresto è stato eseguito da personale del Compartimento Polizia Postale di Pescara, che ha condotto le indagini, con la collaborazione della Polizia Postale di Bari.