Cronaca
Aggressione al Redentore, i volontari: «Non cederemo all'inciviltà»
Vittima della violenza di una presunta baby gang del Libertà il marito di una insegnante della scuola Penny Wirton
Bari - martedì 13 marzo 2018
19.02 Comunicato Stampa
Risalirebbe alla serata di sabato l'aggressione ai danni di un uomo nella piazzetta antistante il Redentore, di fronte alla scuola San Giovanni Bosco al quartiere Libertà. L'uomo sarebbe stato avvicinato da un gruppo di giovani che senza alcun motivo apparente lo avrebbe aggredito, costringendolo poi ad andare al pronto soccorso, dove gli è stata constatata la rottura di due costole. E a seguito di quell'aggressione giunge oggi la presa di posizione della Scuola Penny Wirton, una scuola di italiano per stranieri in cui insegna la moglie dell'uomo aggredito.
«L'aggressione all'uomo pakistano da parte di una banda di giovinastri nella zona pedonalizzata davanti al Redentore ferisce tutta la cittadinanza barese civile che opera per l'accoglienza e l'integrazione degli stranieri - dicono dalla Scuola Penny Wirton - ma ci preoccupa particolarmente come volontari della 'squola' Penny Wirton, nata per l'insegnamento della lingua italiana ai migranti, per due motivi. Il primo è che si tratta del marito di una volontaria della nostra 'squola' , che ci aiuta in particolare come mediatrice linguistica a lavorare con chi conosce solo la lingua urdu. Il secondo è che quello spazio ci è ormai familiare, in quanto per due pomeriggi alla settimana alcuni nostri studenti, insieme con i volontari che li seguono, si ritrovano davanti alla scuola don Giovanni Bosco, dove sono accolti per un paio di ore per fare lezione, grazie ad un accordo con il Consiglio d'istituto di quella scuola».
«Già più volte i nostri ragazzi, identificati per il colore della pelle, sono stati oggetto di insulti e provocazioni, alle quali per fortuna non hanno risposto - sottolineano - ma il clima di sempre maggiore tensione creatosi in questi ultimi giorni crea non poca preoccupazione. Noi non rinunceremo ad essere presidio di civiltà e democrazia in quello spazio. La risposta non può essere solo una richiesta di maggiore controllo da parte delle forze dell'ordine, ma la presenza dei cittadini nelle strade e nelle piazze, senza cedere di un centimetro alla prepotenza ed alla inciviltà».
«L'aggressione all'uomo pakistano da parte di una banda di giovinastri nella zona pedonalizzata davanti al Redentore ferisce tutta la cittadinanza barese civile che opera per l'accoglienza e l'integrazione degli stranieri - dicono dalla Scuola Penny Wirton - ma ci preoccupa particolarmente come volontari della 'squola' Penny Wirton, nata per l'insegnamento della lingua italiana ai migranti, per due motivi. Il primo è che si tratta del marito di una volontaria della nostra 'squola' , che ci aiuta in particolare come mediatrice linguistica a lavorare con chi conosce solo la lingua urdu. Il secondo è che quello spazio ci è ormai familiare, in quanto per due pomeriggi alla settimana alcuni nostri studenti, insieme con i volontari che li seguono, si ritrovano davanti alla scuola don Giovanni Bosco, dove sono accolti per un paio di ore per fare lezione, grazie ad un accordo con il Consiglio d'istituto di quella scuola».
«Già più volte i nostri ragazzi, identificati per il colore della pelle, sono stati oggetto di insulti e provocazioni, alle quali per fortuna non hanno risposto - sottolineano - ma il clima di sempre maggiore tensione creatosi in questi ultimi giorni crea non poca preoccupazione. Noi non rinunceremo ad essere presidio di civiltà e democrazia in quello spazio. La risposta non può essere solo una richiesta di maggiore controllo da parte delle forze dell'ordine, ma la presenza dei cittadini nelle strade e nelle piazze, senza cedere di un centimetro alla prepotenza ed alla inciviltà».