Cronaca
Agromafie, Puglia al terzo posto in Italia
Tra i reati compiuti in campagna ci sono soprattutto i furti di ulivi e dei mezzi agricoli
Puglia - martedì 9 luglio 2019
07.00
Furti di ulivi secolari, di mezzi e prodotti agricoli, campagne trasformate in discariche e sofisticazione dei prodotti made in Puglia sono solo alcuni dei fenomeni delittuosi denunciati da Coldiretti Puglia. "La Puglia è – secondo i dati dell'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare - una regione a forte rischio ed è al terzo posto della classifica nazionale, con un livello di infiltrazione criminale pari all'1,31%, preceduta solo da Calabria (2,55%) e Sicilia (2,08%). ll fenomeno delle agromafie, nel corso degli ultimi cinque anni, ha accresciuto la propria intensità in particolar modo in Puglia (Bari: 1,39%; Taranto: 1,30%; Barletta-Andria- Trani: 1,27%).
Palma nera - secondo la Coldiretti - alla provincia di Bari, che rientrata a pieno titolo nella top ten della graduatoria che fotografa l'intensità del fenomeno delle agromafie nelle province italiane. Si piazza al decimo posto, seguita a ruota da Taranto al 15esimo, la provincia di Barletta-Andria-Trani al 18esimo posto, Lecce al 28esimo, Brindisi e Foggia rispettivamente al 46esimo e 47esimo posto. I ruoli si invertono se ad essere fotografato è l'indice di permeabilità delle agromafie che raggiunge 100 a Foggia, 66,80 a Brindisi, 44,75 nella BAT, 34,56 a Taranto, 30,75 a Bari e, infine, 25,94 a Lecce.
"In Puglia sono 6.057 i terreni sequestrati alle mafie, il 20,4% dei 29.689 sparsi in tutta Italia. La destinazione dei beni di provenienza mafiosa si presenta lunga e confusa. Sono poi numerosi i casi in cui alcuni beni sono di fatto ancora nella disponibilità dei soggetti mafiosi. Così vengono sprecati tra i 20 ed i 25 miliardi di euro per il mancato utilizzo dei beni confiscati ed in Puglia tra l'1,9 e i 2,37 miliardi", denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
"Dopo il furto degli ulivi monumentali, per rivendere legna da ardere per pochi spiccioli o per abbellire ville private, l'ultimo baluardo delle bande criminali è costituito – aggiunge Muraglia - dal furto di piante resistenti di Favolosa (FS17) e Leccino appena piantumate che spariscono durante veri e propri raid notturni. Dopo anni di blocco produttivo a causa della Xylella e della burocrazia gli agricoltori stanno timidamente iniziando a reimpiantare e c'è chi vigliaccamente sta togliendo nuovamente una speranza di futuro alle nostre imprese, rubando le piante appena piantumate. Il danno economico è risibile rispetto all'impatto psicologico su un olivicoltore che, dopo anni di attesa, vede andare in fumo in 1 notte il sogno di poter ricominciare a produrre", conclude il presidente Muraglia.
Per questo Coldiretti Puglia ha invocato l'intervento diretto del Ministro dell'Interno Salvini, perché le aree rurali sono drammaticamente esposte alla 'stagionalità' delle attività criminose in campagna, dove squadre ben organizzate tagliano i ceppi dell'uva da vino a marzo e aprile, rubano l'uva da tavola da agosto ad ottobre, le mandorle a settembre, le ciliegie a maggio, rubano le olive da ottobre a dicembre, gli ortaggi tutto l'anno, dimostrando che alla base dei furti ci sono specifiche richieste di prodotti redditizi perché molto apprezzati dai mercati, rubano gli ulivi monumentali perché qualcuno evidentemente li ricerca.
Palma nera - secondo la Coldiretti - alla provincia di Bari, che rientrata a pieno titolo nella top ten della graduatoria che fotografa l'intensità del fenomeno delle agromafie nelle province italiane. Si piazza al decimo posto, seguita a ruota da Taranto al 15esimo, la provincia di Barletta-Andria-Trani al 18esimo posto, Lecce al 28esimo, Brindisi e Foggia rispettivamente al 46esimo e 47esimo posto. I ruoli si invertono se ad essere fotografato è l'indice di permeabilità delle agromafie che raggiunge 100 a Foggia, 66,80 a Brindisi, 44,75 nella BAT, 34,56 a Taranto, 30,75 a Bari e, infine, 25,94 a Lecce.
"In Puglia sono 6.057 i terreni sequestrati alle mafie, il 20,4% dei 29.689 sparsi in tutta Italia. La destinazione dei beni di provenienza mafiosa si presenta lunga e confusa. Sono poi numerosi i casi in cui alcuni beni sono di fatto ancora nella disponibilità dei soggetti mafiosi. Così vengono sprecati tra i 20 ed i 25 miliardi di euro per il mancato utilizzo dei beni confiscati ed in Puglia tra l'1,9 e i 2,37 miliardi", denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
"Dopo il furto degli ulivi monumentali, per rivendere legna da ardere per pochi spiccioli o per abbellire ville private, l'ultimo baluardo delle bande criminali è costituito – aggiunge Muraglia - dal furto di piante resistenti di Favolosa (FS17) e Leccino appena piantumate che spariscono durante veri e propri raid notturni. Dopo anni di blocco produttivo a causa della Xylella e della burocrazia gli agricoltori stanno timidamente iniziando a reimpiantare e c'è chi vigliaccamente sta togliendo nuovamente una speranza di futuro alle nostre imprese, rubando le piante appena piantumate. Il danno economico è risibile rispetto all'impatto psicologico su un olivicoltore che, dopo anni di attesa, vede andare in fumo in 1 notte il sogno di poter ricominciare a produrre", conclude il presidente Muraglia.
Per questo Coldiretti Puglia ha invocato l'intervento diretto del Ministro dell'Interno Salvini, perché le aree rurali sono drammaticamente esposte alla 'stagionalità' delle attività criminose in campagna, dove squadre ben organizzate tagliano i ceppi dell'uva da vino a marzo e aprile, rubano l'uva da tavola da agosto ad ottobre, le mandorle a settembre, le ciliegie a maggio, rubano le olive da ottobre a dicembre, gli ortaggi tutto l'anno, dimostrando che alla base dei furti ci sono specifiche richieste di prodotti redditizi perché molto apprezzati dai mercati, rubano gli ulivi monumentali perché qualcuno evidentemente li ricerca.