Al Redentore di Bari la festa di don Bosco: «Ascoltiamo i giovani delle periferie»
Stamani la presentazione a Palazzo di Città. Decaro: «Grazie ai Salesiani per quello che fanno in città»
Bari - martedì 30 gennaio 2018
15.35
Parte oggi e si protrarrà fino a venerdì 2 febbraio l'edizione 2018 della "Festa di San Giovanni Bosco", la ricorrenza annuale organizzata dalla comunità educativa pastorale che gravita attorno alla parrocchia del Redentore di Bari-Libertà e dai Salesiani di don Bosco.
Il tema di quest'anno è "Il Redentore: Casa per molti, madre di tutti #nessunoescluso". Una serie di eventi e iniziative a cui quest'anno si aggiunge, nelle giornate di giovedì 1 e venerdì 2 febbraio il quadrangolare di Calcio "Un calcio alla violenza", patrocinato dalla commissione Culture e sport del Comune di Bari. Sul campo si sfideranno in un torneo amichevole la squadra dei giovani e dei papà del Redentore e le rappresentative di Ance Giovani (Associazione Costruttori edili), Confindustria Giovani, Farmacisti, Università e Comune di Bari.
Stamattina l'iniziativa è stata presentata nella sala giunta di Palazzo di Città. «Ringrazio i Salesiani per quello che fanno in favore della comunità barese, lì dove noi non riusciamo ad arrivare - esordisce il sindaco Antonio Decaro. Spesso dico che se la città fosse come il redentore il sindaco vivrebbe più tranquillo. L'esperienza salesiana ci ha guidati in una serie di scelte, e su questa scorta abbiamo deciso di creare nuovi spazi di socializzazione insieme ai quarantuno sindaci dell'Area Metropolitana. Qui a Bari abbiamo investito sul San Paolo, il quartiere satellite più esterno della città, e sul rione Libertà, che pur non essendo geograficamente periferico ha lo stesso diversi problemi sociali al suo interno. Il rione Libertà, proprio dove sorge la parrocchia del Redentore, è la zona di Bari con un maggior tasso di criminalità minorile, ma è anche il luogo della città in cui nascono più bambini. Proprio frequentando quel quartiere ho capito che in questa città c'è grande bisogno di spazi per la socialità: piazze, giardini, parchi, playground ecc. Per animare questi luoghi di socialità abbiamo deciso di finanziare questi spazi attraverso il PON-Metro, con cui acquisteremo strumenti come quelli adottati alla Rossani e a parco Domingo, rendendo i cittadini partecipi della costruzione dei loro spazi. Come ci insegnano i Salesiani, affinché sortiscano effetti concreti queste iniziative devono partire dal basso».
La consigliera incaricata per le politiche di supporto alle attività culturali nelle scuole, Rosa Grazioso, continua: «In queste circostanze, più che l'amministrazione comunale mi piace rappresentare quella parte che fa la differenza nei quartieri di periferia, i luoghi della città in cui si nascondono le storie più belle. I docenti sono una componente che opera fianco a fianco con le persone che lavorano nelle periferie. Per questo mi rivolgo alle colleghe che lavorano con i più piccoli, invitando a puntare sul seme per far crescere forte la pianta. Suggerisco, e lo faccio innanzitutto a me stessa, di porci al servizio dell'altro; altrimenti è meglio lasciar perdere la professione dell'educatore. Raccolgo perciò questo incarico con grande spirito di servizio, perché vorrei che la mia trentennale esperienza di educatrice fosse d'aiuto: lavorare in periferia non è facile, ma negli scontri e nella crisi c'è sempre la voglia di crescere. L'opera salesiana nel quartiere Libertà è una struttura fatta di persone, che sono il faro attorno a cui convergono tutte le piccole luci di speranza».
«Sono piacevolmente orpreso dal clima di famiglia che c'è qui - dichiara don Angelo Santorsola, ispettore dei Salesiani per l'Italia Meridionale. In questa amministrazione, nella casa dei cittadini baresi, in questa città esiste una relazione educativa bella e importante. La stima che voi rivolgete ai salesiani corrisponde esattamente alla stima e alla fiducia che conferite ai ragazzi. Stimandoci ci confermate la vostra volontà di aiutarci a servire gli ultimi, e nei tre giorni in cui sono stato a Bari e ho visitato l'opera del Redentore ho provato un grande orgoglio nell'essere salesiano di don Bosco. Uno dei valori importanti degli educatori è l'ascolto dei giovani; solo così possiamo dare loro risposte concrete. I ragazzi hanno bisogno di speranza per un presente e un futuro che non vedono. Don Bosco non ha mai visto i ragazzi come un problema; altresì, lui aveva capito che loro ti educano a essere un buon educatore. In ogni giovane, come diceva San Giovanni Bosco, c'è un punto accessibile e la chiave per trovarlo è l'amorevolezza che usiamo nell'ascoltare i ragazzi».
«L'Opera del Redentore - prosegue don Francesco Preite, direttore dell'Opera salesiana Redentore di Bari - conta quasi 400 iscritti all'oratorio, e la maggior parte di loro sono ragazzi del quartiere con situazioni vivaci. Tutte le nostre azioni sono rivolte loro. La festa di don Bosco è la festa dei giovani delle periferie, proprio perché don Bosco ha scelto sempre la periferia rispetto al centro città per portare avanti la la sua opera. L'educazione salesiana è inclusiva e c'è posto per tutti coloro che sono al servizio dei ragazzi, e soprattutto in un momento come questo c'è bisogno di un occhio più vigile dove ce n'è bisogno. L'anello debole sono i più piccoli e per loro, con grande senso di responsabilità ,chiediamo aiuto. I ragazzi che non riusciamo ad accogliere spesse volte delinquono: noi ci occupiamo della parte educativa, ma anche la giustizia deve fare la sua parte. La repressione è importante ma bisogna anche accentuare la prevenzione educativa, e per questo non bisogna mai scoraggiarsi».
«La festa di don Giovanni Bosco - conclude il consigliere comunale Massimo Maiorano, a sua volta ex allievo del Redentore - è un evento significativo che coinvolge tanti giovani. L'opera salesiana, come diceva il sindaco, sa dare un valore aggiunto all'opera dell'amministrazione comunale». A conclusione della conferenza, ai salesiani del Redentore e all'ispettore Santorsola sono state consegnate dal presidente della commissione consiliare Culture Giuseppe Cascella e dal sindaco Decaro le targhe del Comune di Bari per l'impegno quotidiano profuso a beneficio della città.
Il tema di quest'anno è "Il Redentore: Casa per molti, madre di tutti #nessunoescluso". Una serie di eventi e iniziative a cui quest'anno si aggiunge, nelle giornate di giovedì 1 e venerdì 2 febbraio il quadrangolare di Calcio "Un calcio alla violenza", patrocinato dalla commissione Culture e sport del Comune di Bari. Sul campo si sfideranno in un torneo amichevole la squadra dei giovani e dei papà del Redentore e le rappresentative di Ance Giovani (Associazione Costruttori edili), Confindustria Giovani, Farmacisti, Università e Comune di Bari.
Stamattina l'iniziativa è stata presentata nella sala giunta di Palazzo di Città. «Ringrazio i Salesiani per quello che fanno in favore della comunità barese, lì dove noi non riusciamo ad arrivare - esordisce il sindaco Antonio Decaro. Spesso dico che se la città fosse come il redentore il sindaco vivrebbe più tranquillo. L'esperienza salesiana ci ha guidati in una serie di scelte, e su questa scorta abbiamo deciso di creare nuovi spazi di socializzazione insieme ai quarantuno sindaci dell'Area Metropolitana. Qui a Bari abbiamo investito sul San Paolo, il quartiere satellite più esterno della città, e sul rione Libertà, che pur non essendo geograficamente periferico ha lo stesso diversi problemi sociali al suo interno. Il rione Libertà, proprio dove sorge la parrocchia del Redentore, è la zona di Bari con un maggior tasso di criminalità minorile, ma è anche il luogo della città in cui nascono più bambini. Proprio frequentando quel quartiere ho capito che in questa città c'è grande bisogno di spazi per la socialità: piazze, giardini, parchi, playground ecc. Per animare questi luoghi di socialità abbiamo deciso di finanziare questi spazi attraverso il PON-Metro, con cui acquisteremo strumenti come quelli adottati alla Rossani e a parco Domingo, rendendo i cittadini partecipi della costruzione dei loro spazi. Come ci insegnano i Salesiani, affinché sortiscano effetti concreti queste iniziative devono partire dal basso».
La consigliera incaricata per le politiche di supporto alle attività culturali nelle scuole, Rosa Grazioso, continua: «In queste circostanze, più che l'amministrazione comunale mi piace rappresentare quella parte che fa la differenza nei quartieri di periferia, i luoghi della città in cui si nascondono le storie più belle. I docenti sono una componente che opera fianco a fianco con le persone che lavorano nelle periferie. Per questo mi rivolgo alle colleghe che lavorano con i più piccoli, invitando a puntare sul seme per far crescere forte la pianta. Suggerisco, e lo faccio innanzitutto a me stessa, di porci al servizio dell'altro; altrimenti è meglio lasciar perdere la professione dell'educatore. Raccolgo perciò questo incarico con grande spirito di servizio, perché vorrei che la mia trentennale esperienza di educatrice fosse d'aiuto: lavorare in periferia non è facile, ma negli scontri e nella crisi c'è sempre la voglia di crescere. L'opera salesiana nel quartiere Libertà è una struttura fatta di persone, che sono il faro attorno a cui convergono tutte le piccole luci di speranza».
«Sono piacevolmente orpreso dal clima di famiglia che c'è qui - dichiara don Angelo Santorsola, ispettore dei Salesiani per l'Italia Meridionale. In questa amministrazione, nella casa dei cittadini baresi, in questa città esiste una relazione educativa bella e importante. La stima che voi rivolgete ai salesiani corrisponde esattamente alla stima e alla fiducia che conferite ai ragazzi. Stimandoci ci confermate la vostra volontà di aiutarci a servire gli ultimi, e nei tre giorni in cui sono stato a Bari e ho visitato l'opera del Redentore ho provato un grande orgoglio nell'essere salesiano di don Bosco. Uno dei valori importanti degli educatori è l'ascolto dei giovani; solo così possiamo dare loro risposte concrete. I ragazzi hanno bisogno di speranza per un presente e un futuro che non vedono. Don Bosco non ha mai visto i ragazzi come un problema; altresì, lui aveva capito che loro ti educano a essere un buon educatore. In ogni giovane, come diceva San Giovanni Bosco, c'è un punto accessibile e la chiave per trovarlo è l'amorevolezza che usiamo nell'ascoltare i ragazzi».
«L'Opera del Redentore - prosegue don Francesco Preite, direttore dell'Opera salesiana Redentore di Bari - conta quasi 400 iscritti all'oratorio, e la maggior parte di loro sono ragazzi del quartiere con situazioni vivaci. Tutte le nostre azioni sono rivolte loro. La festa di don Bosco è la festa dei giovani delle periferie, proprio perché don Bosco ha scelto sempre la periferia rispetto al centro città per portare avanti la la sua opera. L'educazione salesiana è inclusiva e c'è posto per tutti coloro che sono al servizio dei ragazzi, e soprattutto in un momento come questo c'è bisogno di un occhio più vigile dove ce n'è bisogno. L'anello debole sono i più piccoli e per loro, con grande senso di responsabilità ,chiediamo aiuto. I ragazzi che non riusciamo ad accogliere spesse volte delinquono: noi ci occupiamo della parte educativa, ma anche la giustizia deve fare la sua parte. La repressione è importante ma bisogna anche accentuare la prevenzione educativa, e per questo non bisogna mai scoraggiarsi».
«La festa di don Giovanni Bosco - conclude il consigliere comunale Massimo Maiorano, a sua volta ex allievo del Redentore - è un evento significativo che coinvolge tanti giovani. L'opera salesiana, come diceva il sindaco, sa dare un valore aggiunto all'opera dell'amministrazione comunale». A conclusione della conferenza, ai salesiani del Redentore e all'ispettore Santorsola sono state consegnate dal presidente della commissione consiliare Culture Giuseppe Cascella e dal sindaco Decaro le targhe del Comune di Bari per l'impegno quotidiano profuso a beneficio della città.